A dodici mesi dal trionfo di Federer, col record di 1.000 vittorie in carriera, ecco la vendetta di Milos Raonic a Brisbane: il canadese approfitta di una giornata storta di Roger, passa 6-4 6-4 e incassa l'ottavo titolo, dando subito un dispiacere all'ex coach Ivan Ljubicic.A distanza di un anno, Milos Raonic serve a Roger Federer il piatto freddo della rivincita. Se nel 2015, al termine di un ottimo incontro, il canadese uscì comunque con le ossa rotte dalla finale dell’ATP 250 di Brisbane, oggi il trofeo finisce nelle sue mani. È l'ottavo titolo in carriera, forse non il più importante (in cascina c'è anche l'Atp 500 di Washington), di sicuro il primo ottenuto contro un top five. Il primo conquistato dando la sensazione di non essere un eterno incompiuto, che dinnanzi ad un avversario più quotato finisce sempre e inesorabilmente sconfitto. E stavolta, Milos, oltre al suo avversario aveva di fronte pure l'ex allenatore, Ivan Ljubicic, che da quest'anno siede proprio nell'angolo dello svizzero. E che deve fare i conti con il primo dispiacere inflittogli nella stagione, al termine di quello che non è certo uno dei migliori incontri della sua carriera. Roger ha giocato troppo sottotono: troppi gratuiti, troppi errori inusuali, un rovescio sin troppo falloso e un nervosismo che forse mai gli è appartenuto. Raonic, semplicemente, ne ha approfittato facendo il suo. Primo set in totale controllo da parte del canadese. Al servizio non concede l'ombra di un occasione e su quello del suo avversario si fa sempre propositivo, non facendo schiodare Roger dalla linea di fondocampo. Le occasioni arrivano già al quinto gioco, due palle break sanguinose sprecate in malo modo. Ma Milos sa bene che basta attendere lungo il fiume: siamo sul 4-4. Federer si porta 30-0 e poi mette in piedi un teatrino degli orrori. Arriva quindi l'occasione propizia, il canadese la sfrutta e va poi a chiudere il set con assoluta tranquillità.
 
ROGER REGALA, MILOS RINGRAZIA
Nel secondo il leitmotiv non cambia. Almeno sino al 2-1 per Roger. Raonic, tra lo stupore generale, chiede un medical time out per un problema alla gamba destra, e il rientro in campo è traumatico: tre doppi falli e palla break subito in dono allo svizzero. L'avvisaglia per la svolta del match? Niente di tutto ciò. Federer dilapida il tutto con un rovescio steccato in malo modo e salva il canadese. Raonic, dopo la sosta forzata, ricomincia quindi a carburare e a servire saette. Roger non ha mai dato e non dà l'impressione di crederci. E sul 3 pari mette la ciliegina sulla torta. Prima si porta avanti 30-0, poi dimentica di essere Federer e gioca un paio di colpi da far mettere le mani nei capelli financo a Ljubicic. Arriva la palla-break, la pietra tombale sull'incontro. Milos ringrazia e si avvia, senza problema alcuno, a mettere le mani sul torneo. Sorride il canadese, a fine incontro. Sorride, amaro, Roger. Chissà se il primo potrà essere un'ipotesi di alternativa al dominio dei soliti (o del solito) noti. Il secondo, sicuramente, ha pescato il classico match sbagliato, ma a quasi 35 anni non può più pretendere miracoli. Qualche giornata storta capita, non c’è nulla da fare. Di sicuro sarà stimolante, per il suo nuovo coach Ivan Ljubicic, trovare una “soluzione” che le renda il minor numero possibile. Dopotutto, è proprio lui che il miglior titolo in carriera l’ha vinto quando pareva prossimo al pensionamento…
 
ATP 250 BRISBANE – Finale
Milos Raonic (CAN) b. Roger Federer (SUI) 6-4 6-4