Lo svizzero è vittima di un attacco febbrile e potrebbe saltare Wimbledon. Sarebbe una disdetta, proprio adesso che ha capito cosa lo aveva bloccato dopo il successo in Australia.
Di Riccardo Bisti – 18 giugno 2014
Quell’assenza di tre giorni dai social network aveva insospettito. Stanislas Wawrinka ama passare il tempo su Twitter. Ma da quando ha perso da Grigor Dimitrov al Queen’s, ha soltanto mandato un saluto a Gael Monfils per la sua partecipazione a un evento a Zurigo. Un evento a cui avrebbe dovuto esserci anche lui. E invece è bloccato a Londra, dove ha affittato una casa per il periodo Queen’s-Wimbledon. Il problema è che rischia di non giocare i Championships a causa di un improvviso attacco influenzale. “Stan ha avuto un attacco di febbre lunedì, mentre si allenava. E’ bloccato a letto e non è potuto andare a Zurigo. Sta prendendo medicinali, ma non antibiotici. Deve riposare e dormire molto, ha cancellato gli allenamenti di mercoledì ma sta già un po’ meglio” recita il comunicato dell'ATP. Per Wawrinka è un periodo piuttosto delicato. A parte la febbre, che comunque potrebbe risolversi entro l’inizio dei Championships (anche se sicuramente non sarà al 100%), la sua carriera sta vivendo una transizione delicata. La vittoria all’Australian Open gli ha totalmente cambiato prospettive. Lo ha infilato in un tunnel da cui è uscito soltanto a Monte Carlo, dove si è aggiudicato il suo primo Masters 1000. Per il resto, ha perso diversi match in cui partiva nettamente favorito: Anderson, Dolgopolov, Golubev, Thiem e Garcia Lopez lo hanno battuto tra Indian Wells e Roland Garros. Senza la parentesi di Monte Carlo, si parlerebbe di crisi infinita.
QUESTIONE DI OBIETTIVI
A margine del torneo del Queen’s, dove aveva ritrovato un discreto rendimento, “Stan” ha ammesso di aver avuto grossi problemi di concentrazione dopo la vittoria in Australia. “E’ vero. Durante le partite mi è capitato di pensare: ‘Se perdo non importa, ho appena vinto uno Slam. Non è un problema'. Ero un po’ perso, non capivo bene quali fossero i miei obiettivi e dove volevo essere. Non mi piaceva il mio modo di stare in campo. E lo sapevo”. La consapevolezza di avere un problema è il primo modo per risolverlo. E così, dopo la batosta a Miami si è riunito con coach Magnus Norman e hanno fatto il punto della situazione. “Non mi piaceva il mio status mentale. Allora abbiamo discusso sul programma, su quello che volevo e su dove volessi arrivare”. La chiacchierata ha avuto effetto, perché a Monte Carlo è tornato il suo miglior tennis. “Per me è stato incredibile, anche perché ho battuto Federer in finale, contro cui ho semrpe avuto grosse difficoltà”. Messe da parte le sconfitte nei tornei successivi, in cui aveva parlato di “pezzi del puzzle da rimettere in sesto”, lo svizzero si è detto soddisfatto delle prestazioni al Queen’s, ed era ben carico in vista di Wimbledon. “Non ci sono ragioni per cui non possa fare bene. Sarà molto delicato l’inizio del torneo, perché la superficie è un po’ diversa”. Poi è arrivata la febbre che rischia di modificarne gli obiettivi.
UNA VITA TRANQUILLA
Avere un traguardo da raggiungere è molto importante per Wawrinka. Ed è altrettanto importante tenere un basso profilo, lasciando ad altri le luci della ribalta. In fondo, Stan ha sempre detto che la presenza di Federer gli è servita a lavorare senza troppe pressioni. Dopo il successo in Australia, il sindaco di Sain Barthelemy avrebbe voluto organizzare un evento civico per onorarlo, ma Stan ha rifiutato. “Il mio sindaco è abbastanza pazzo – ha detto ridendo – gli piace molto stare sui giornali. Per me era troppo, queste cose non mi piacciono. Intendiamoci, ho apprezzato che volessero fare qualcosa per me. Ma il calendario del tennis è già impegnativo, così quando torno a casa volevo stare con la mia famiglia e fare il meno possibile. Amo la vita tranquilla a casa, per questo adoro stare in Svizzera. Mi piace stare con mia moglia, portare mia figlia a scuola. Insomma, avere una vita normale”. Quando gli hanno chiesto se ha capito cosa sia andato storto a Parigi, ha detto di aver avuto molto tempo per pensarci. “E credo di averlo capito, ma me lo terrò per me. Ne ho discusso molto con Magnus, il mio team e i miei genitori. Credo di essere pronto per il resto della stagione”. Se la febbre glielo consentirà…
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