ROMA – L'Italia resta senza rappresentanti nel torneo maschile. Bolelli, Seppi e Cecchinato ci provano, ma escono con qualche rimpianto. Da mercoledì si parla solo straniero.

Da Roma, Riccardo Bisti – 14 maggio 2014

 ù
(Foto Costantini – FIT)

E’ ufficiale: il fosforescente non porta fortuna agli italiani. Dopo Fognini e Cecchinato, anche Simone Bolelli ha indossato un’abbagliante maglia gialla. E pure lui ha perso. Ma non gli si poteva chiedere di battere Milos Raonic, ormai solido tra i top-10. Perdere con qualche recriminazione contro il canadese, forse, è il modo migliore per mettere fine a una striscia vincente di 13 partite (undici di torneo più due di pre-qualificazioni). Significa che il livello sta tornando. In alcuni frangenti è già tornato, come quando ha infilato Raonic con alcune bordate di rovescio lungolinea. E’ finita 6-3 7-6 e i rimpianti nascono dai due setpoint (consecutivi) avuti sul 6-5 nel secondo. Tuttavia, non poteva fare molto di più. Sul primo, il servizio-bomba del canadese gli ha impedito di entrare nello scambio, mentre sul secondo gli ha tirato una risposta bassa: bravo Raonic a chiudere una volèe di media difficoltà. Per il resto, a parte un break in avvio, Bolelli non è parso così distante da Raonic. E stiamo parlando di un top-10. Simone torna a casa con 45 punti in più e la fiducia necessaria per giocare le qualificazioni al Roland Garros, dove l’anno scorso giocò nel main draw con il polso a pezzi, nell’estremo tentativo di evitare l’operazione. La fiducia è proprio quello che ci vuole quando lo rivedremo (per l’ultima volta, si spera) nei tornei challenger, con la speranza di dare l’ultimo slancio verso i top-100.”Io ho obiettivi alti – ha detto Simone nel post match – e voglio giocare ad alti livelli. Partite come questa mi fanno crescere, mi servono. Adesso alternerò i tornei challenger a quelli ATP”. A proposito di questo, gli abbiamo chiesto quanto sia importante giocare partite di questo livello anche nei tornei più piccoli. “Tanto. Più partite giochi, maggiore è il tuo bagaglio. L’esperienza di Roma mi tornerà utile anche a Parigi, perché mi presenterò con il giusto stato d’animo. Oggi potevo fare qualcosa di più, soprattutto nel tie-break, dove sono stato in vantaggio, ma nel complesso sono soddisfatto”. Senza esaltarsi, ha ragione di esserlo. Il progetto-Bole è ripartito.

SEPPI: "L'ARBITRO L'HA FATTA GROSSA"
Per rivivere la magia del 2012 dovremo aspettare ancora un anno. Per la sesta volta in sette scontri diretti, Andreas Seppi ha ceduto a Tommy Haas, vincitore col punteggio di 6-1 4-6 6-3. C'è un po' di amarezza, perchè a un certo punto si è avuta la sensazione che "Andy" potesse abbattere il tabù. Sul Campo Grandstand, inizialmente senza troppo pubblico (moltissimi erano a seguire la Giorgi) e via via sempre più gremito, Andreas è partito contratto, forse perchè ancora reduce dai problemi fisici patiti la scorsa settimana. Poi si è ripreso e ha lentamente ritrovato il suo tennis. Il momento chiave è arrivato in avvio di terzo set, quando Seppi ha avuto due palle break per salire 3-1. Non le ha sfruttate e Haas ha ritrovato colpi e fiducia. Lo strappo arrivava al settimo game, con qualche polemica per un "time code violation" comminato dall'arbitro, che ha costretto Seppi a giocare direttamente la seconda palla sulla palla break. Perdere a Roma, per un italiano, non è mai piacevole. Almeno non perderà punti in classifica, poichè anche lo scorso anno perse al primo turno. In conferenza stampa, l'altoatesino era molto deluso per la decisione del giudice di sedia. “Non mi sono mai lamentato con un arbitro, ma stavolta l’ha fatta davvero grossa. Non avevo preso un time violation in vita mia. In quel momento ero già pronto a servire, ho aspettato perché il pubblico rumoreggiava e lui mi ha dato un time violation che non c’entrava nulla. La ritengo una cosa scandalosa, era una partita tranquillissima. E anche il primo avviso era arrivato ingiustamente: stavo semplicemente raccogliendo le palline e mi ha dato il time violation”. Ad ogni modo, Seppi si sente meglio. “Oddio, a volte recuperavo un po’ più lentamente di fiato, ma nel complesso mi sentivo bene”. La prossima settimana, dovrebbe giocare a Dusseldorf: dovesse preferire un periodo di recupero, lo rivedremo direttamente al Roland Garros. “Sono gli ultimi impegni sul rosso, speriamo di fare bene”. 

CECCHINATO E QUEL ROVESCIO COSI' COSI'
Termina all'esordio anche l'avventura di Marco Cecchinato. Il palermitano ha avuto le sue chance contro l'olandese Igor Sijsling, ma si è arreso col punteggio di 7-6 7-5. E' stata una partita interessante, nell'incantevole cornice del Campo Pietrangeli, ancora quasi gremito. E pure lui indossava una maglia fosforescente. L'inizio era più che promettente. Con un tennis di pressione che si sta formando giorno dopo giorno, il palermitano ha approcciato bene la partita. In fondo, due anni fa, quando era uno sconosciuto, aveva battuto il top-100 Go Soeda. L'aria del Foro Italico gli fa bene. E gli ha fatto ancora meglio quando ha preso un break di vantaggio ed è salito 5-2 nel primo set. Francamente, Sijsling gli sembrava inferiore. In effetti, veniva da un periodo di crisi. A un certo punto, tuttavia, Igor (olandese di etnia serba) ha trovato la tattica giusta: attaccare a volontà sul rovescio di Cecchinato, tirato a una mano con un'apertura piuttosto ampia. In effetti, se messo sotto pressione, può andare in difficoltà. Sijsling ha rimontato e si è aggiudicato il tie-break, mettendo in crisi le difese di "Ceck". In avvio di secondo, il tulipano (nostro avversario in Davis nel 2010) è diventato padrone del campo, volando rapidamente 3-0. Cecchinato, aggrappato a schemi acerbi ma già definiti, ha avuto il merito di non mollare ed è stato premiato con il controbreak. Tuttavia, sul 5-6, ha subito il break che gli è stato fatale. La sconfitta fa male, ma per il giovane siciliano non è certo una bocciatura. Anzi, è probabile che il prossimo top-100 azzurro sarà proprio lui.