Perchè Wimbledon è così diverso dagli altri? Dall’obbligo degli abiti bianchi alla scelta delle teste di serie, passando per la domenica di riposo, a Londra fanno a modo loro…
Persino Andre Agassi, negli anni da "ribelle", dovette inchinarsi alla norma che impone di vestirsi di bianco
Di Riccardo Bisti – 19 giugno 2013
Dici Wimbledon e pensi al tennis. Non c’è un torneo, un evento, una partita, che si identifichi con il nostro sport più dei Championships. Le due settimane di Wimbledon vanno oltre la vicenda sportiva. E’ un fenomeno di costume. Se si azzardassero a trasmetterlo a pagamento, in Gran Bretagna scoppierebbe la rivoluzione. Tutti diventano esperti di tennis, tanto che persino Pippa Middleton si improvvisa opinionista. Queste poche righe bastano per far capire la pressione cui sarà sottoposto Andy Murray. E che ha dovuto sopportare Tim Henman per un decennio, senza peraltro mai riuscire a domarla. Ma Wimbledon è un torneo diverso dagli altri per mille motivi. Nonostante l’attenzione per le innovazioni, resta fedele alle tradizioni. E allora, a pochi giorni dall'edizione 2013 (le qualificazioni sono già iniziate), vale la pena ricordare le 10 tradizioni più significative. Quelle che lo rendono assolutamente unico.
1) IL CAMPIONE IN CARICA INAUGURA IL PROGRAMMA
Sugli altri campi si gioca da un’oretta, ma il torneo può ritenersi iniziato solo alle 13 del primo lunedì, quando il vincitore della passata edizione inaugura il programma sul Centre Court. E lo stesso vale per le donne: prima che i tabelloni venissero uniformati, il martedì era considerato il “Ladies Day”, con il primo match sul Centrale dedicato alla campionessa in carica. E’ accaduto soltanto due volte che un campione in carica perdesse al primo turno: Manolo Santana nel 1967 (contro Charlie Pasarell) e Lleyton Hewitt nel 2003 (contro Ivo Karlovic). Nel 2009, Rafa Nadal non potè difendere il titolo, e allora l’onore di giocare per primo fu di Roger Federer. 130 anni prima, Frank Hadow pensò bene di tornare alle sue piantagioni nel Ceylon e lasciò perdere Wimbledon.
2) L’UNICO SLAM SU ERBA
Fino al 1974, tre Slam su quattro si giocavano sui prati, con la sola eccezione del Roland Garros. Poi in Australia e negli Stati Uniti, sia pure in tempi e modalità diverse, hanno abbracciato il cemento. Per tre anni, lo Us Open si è addirittura giocato sulla terra verde. Wimbledon è il baluardo dei prati, l’unica che dà un senso ai pochi tornei ATP-WTA erbivori. Solo Newport si gioca dopo. Dal 2015, si giocherà qualche torneo in più e la stagione sarà allungata di una settimana. Una bella rivincita contro chi pensava che l’erba fosse destinata ad estinguersi.
3) LA SCELTA DELLE TESTE DI SERIE
Mentre gli altri tornei seguono la classifica ATP, Wimbledon fa per conto suo. Fino a qualche anno fa, le designazioni erano del tutto arbitrarie, tanto da generare qualche polemica. Così, nel 2001, è stato creato un particolare algoritmo che tiene conto, oltre alla classifica ATP del momento, i punti ATP conquistati sull’erba negli ultimi dodici mesi più il 75% dei punti erbivori incassati nell’anno ancora precedente. Con questo sistema, Rafa Nadal finirà comunque quinto. E il tabellone rischia di essere piuttosto sbilanciato.
4) L'OBBLIGO DELLE DIVISE BIANCHE
E’ così perchè non ci sono cartelloni pubblicitati a bordocampo, a parte la minuscola scritta “Slazenger”, in onore alla pallina ufficiale. Il regolamento dice che il 90% della divisa deve essere bianca, quindi gli altri colori non sono del tutto banditi. Per qualche anno, Agassi disertò Wimbledon proprio per questo motivo. Qualche riga colorata si è vista, ma in generale i giocatori rispettano senza problemi la norma. Gli shorts sotto il gonnellino, tuttavia, non fanno parte della “divisa”, altrimenti il rosso di Tatiana Golovin e il viola di Serena Williams sarebbero stati banditi…
5) LA DOMENICA DI MEZZO NON SI GIOCA
Wimbledon è l’unico Slam a snodarsi su 13 giorni, lasciando i giocatori a casa nel “Middle Sunday”. Cambia poco, nel senso che nel lunedì della seconda settimana si giocano tutti gli ottavi di finale (uomini e donne), poi il tabellone si allinea (donne martedì, giovedì e sabato, uomini mercoledì, venerdì e domenica). E’ una regola giusta, perchè fa si che i giocatori arrivino alle fasi decisive più o meno con le stesse ore di riposo. In 135 anni di storia, la norma è stata disattesa solo tre volte a causa dei capricci della pioggia, che avevano ritardato il programma in misura drammatica (1991, 1997 e 2004).
6) IL TORNEO PIU’ RICCO
I quattro Slam ganno incrementato il montepremi, ma a Wimbledon hanno fatto le cose in grande. I vincitori dei tornei di singolare intascheranno 1.600.000 sterline, il 35% in più rispetto ai vincitori dello scorso anno e più del doppio del 2008. Inoltre, è l’unico torneo in cui le donne non hanno una coppa, ma un piatto, il mitico “Venus Rosewater Dish”. Altra tradizione: domenica sera c’è la “Cena dei Campioni”, cui partecipano tutti i vincitori. Fino a qualche anno fa, il vincitore del singolare maschile doveva ballare con la vincitrice del singolare femminile. Oggi non è più obbligatorio.
7) IL TORNEO PIU’ ANTICO DEL MONDO
La prima edizione risale addirittura al 1877, pochi anni dopo che il Maggiore Walter Clopton Wingfield aveva brevettato le regole del “Lawn Tennis”. Wimbledon ha anticipato di quattro anni i Campionati degli Stati Uniti, nati nel 1881. Gli altri Slam sono ancora più “recenti”. Fino agli anni 20 si è giocato nella storica sede di Worple Road, prima di spostarsi nell’attuale All England Club di Church Road.
8) LE QUALIFICAZIONI ALTERNATIVE
Negli altri Slam, il torneo di qualificazione si gioca nella stessa sede del torneo. Non è così a Wimbledon, dove il tabellone preliminare si tiene a Roehampton. I campi sono bellissimi, ma per chi gioca le qualificazioni è un po’ frustrante. Se non entri nel main draw, non puoi raccontare di aver calcato la mitica erba di Wimbledon. Un senso di esclusività assolutamente unico. Ma c’è anche una ragione tecnica: giocando le qualificazioni a Church Road, il torneo inizierebbe con i campi già rovinati.
9) MISTER E MISS
Wimbledon è l’unico torneo in cui i giocatori vengono definiti “Mr” e “Miss” (o “Mrs” se la tennista è sposata). L’uomo viene chiamato esclusivamente con il cognome, a meno che non abbia lo stesso cognome dell’avversario. Da qualche anno, nei tabelloni elettronici (e quelli manuali dei campi secondari), compaiono anche i nomi di battesimo dei vari giocatori.
10) IL TETTO SUL CAMPO CENTRALE
Non è una peculiarità unica, ma forse è la più clamorosa. Wimbledon, il tempio della tradizione, l’ha presa a calci per santificare le necessità delle TV, bisognose di almeno un match da trasmettere. E allora hanno costruito (a tempo di record) un sofisticato tetto retrattile che consente di giocare con la pioggia e preservare il manto erboso. Tuttavia, nonostante le luci artificiali, il gioco deve tassativamente terminare entro le 23. Se l’incontro non finisce, tutti a letto e si riparte il giorno dopo. Per questo, ha fatto discutere la fine di Murray-Baghdatis dell’anno scorso, terminata qualche minuto dopo le 23. Il Centre Court è stato costruito nel 1922 e tiene fino a 15.000 spettatori. Già si parla di costruire un tetto retrattile anche sul nuovo Campo 1 (inaugurato nel 1997).
Post correlati
Maestrale o ponentino
Dai successi di Berrettini a quelli dell’uragano Sinner, in attesa dell’anno che verrà: che aria tira nel tennis italiano?...