Quella parentesi in più segna tutta la differenza tra il titolo della Gazzetta dello Sport nel 1976 e il nostro. Il difficile, per Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi, inizia ora.
Filippo Baldi durante lo sfortunato match contro Bourchier
 
Di Riccardo Bisti – 1 ottobre 2012

 
Potere del marketing. E’ bastato che l’ITF cambiasse il nome da “Youth Cup” a “Davis Cup Junior” per triplicare l’interesse di questo torneo. Non l'avessero fatto, oggi scriveremmo una notiziola tra le "brevi". Tuttavia un (piccolo) brivido d’orgoglio patriottico ha attraversato la schiena quando Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi hanno superato l’Australia nella finale di Barcellona. L’Italia gode per la vittoria, ma anche per il modo in cui è maturata. Abbiamo dominato fino alla finale, meritavamo più di tutti questo successo, eppure un match-carogna tra Harry Bourchier (cucciolotto proveniente da un’isola della Tasmania) e Filippo Baldi stava per far sfumare il successo. I due sono rimasti in campo per oltre tre ore, Baldi ha sciupato tre matchpoint e si è arreso 4-6 7-6 10-8 al termine di un terzo set in cui non c’era tie-break (come nella Davis dei grandi). Baldi ha perso il servizio nel diciassettesimo game, poi sul 9-8 ha annullato il primo matchpoint con un bel dritto incrociato prima di venire beffato da un nastro malandrino nell’ultimo punto. Applausi a scena aperta, Australia avanti 1-0. Nel secondo singolare, Gianluigi Quinzi era opposto al coetaneo Thanasi Kokkinakis, con il quale condivide lo stesso numero di punti (14) nel ranking ATP. Dopo aver perso il primo set, Quinzi ha messo il turbo e si è aggiudicato 11 giochi consecutivi volando 5-0 al terzo prima di chiudere con il punteggio di 1-6 6-0 6-3.
 
Si è deciso tutto in doppio, dove Quinzi-Baldi (guidati in panchina da Simone Colombo) hanno trovato l’allungo nel sesto game del terzo set. Sul 3-2 Italia, con Bourchier al servizio, gli azzurrini sono volati 4-2 facendo infuriare Kokkinakis, che ha fracassato la racchetta prima di gettarla via. Gli ultimi due game sono stati pura accademia, un dolce planare verso il successo. Al di là della bacheca, questo successo non aumenta (né diminuisce) le possibilità di Gianluigi e Filippo di diventare due ottimi professionisti. Ma è utile perché ha fatto vivere loro tensioni, emozioni e soprattutto pressioni. L’Italia aveva il “dovere morale” di vincere questa Coppa, per questo avercela fatta ha un sapore speciale. Il difficile viene adesso, quando torneranno all’attività individuale e giocheranno i Future più sperduti, senza coccole e contro avversari con la bava alla bocca. Ma i ragazzi lo sanno, tanto che Quinzi dovrebbe riprendere l’attività giocando un future in Bolivia. Quinzi e Baldi dovranno festeggiare per una notte, mostrando tutti i loro 16 anni tra un ballo e una cena, ma domani dovranno dimenticare questo successo. Cancellarlo, resettarlo, come se non fosse mai arrivato. Solo così potranno proseguire nella crescita. E lo stesso devono fare dirigenti e addetti ai lavori, ricordandosi una storia fatta di campioni e bidoni, con la percentuale nettamente superiore a questi ultimi.
  
E’ la prima volta che l’Italia vince la Davis Cup Junior, mentre nel 1998 avevamo vinto la Fed Cup Junior con Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Maria Elena Camerin. Un trio che poi ha saputo sfondare anche tra i professionisti. Chissà se Quinzi e Baldi metterebbero la firma per una carriera analoga a quelle di Pennetta e Vinci…probabilmente no, ma è giusto che oggi sognino e non si pongano limiti. Nella Fed Cup Junior, vinta dagli Stati Uniti di Taylor Townsend, l’Italia ha concluso in settima posizione, vincendo la finalina contro il Paraguay.
 
DAVIS CUP JUNIOR – FINALE

ITALIA – AUSTRALIA 2-1
Harry Bourchier (AUS) b. Filippo Baldi (ITA) 46 76(2) 10-8
Gianluigi Quinzi (ITA) b. Thanasi Kokkinakis (AUS) 16 60 63
Filippo Baldi / Gianluigi Quinzi (ITA) b. Harry Bourchier / Thanasi Kokkinakis (AUS) 60 36 62