Prince Sport si è affidata al Chapter 11 americano per evitare il fallimento al tribunale di Wilmington. Ma un affarista americano è già pronto a rilevarla… DI LORENZO CAZZANIGA
Prince è uno dei marchi top nel settore dell'attrezzatura
DI Lorenzo Cazzaniga – 2 maggio 2012
La notizia era nell’aria da qualche settimana: Prince Sports si è affidata al Chapter 11 americano presso il tribunale fallimentare di Wilmington, Delaware, per evitare il fallimento. Il Chapter 11 equivale a ciò che un tempo, in Italia, si chiamava amministrazione controllata. “Il calo della domanda di mercato, insieme all'aumento della concorrenza negli ultimi cinque anni e a una riduzione dei consumi ha portato a questa decisione” ha scritto il CEO della Prince Sports, Gordon Boggis, nei documenti depositati in tribunale. Non si tratta comunque, della morte istantanea di uno dei brand tennistici più importanti, nato come produttore di macchine lanciapalle negli anni 70 e diventato un marchio che ha scritto pagine significative della storia del tennis (compreso il lancio del mitico racchettone). In realtà, un affarista americano di nome Jamie Salter (che gestisce anche i diritti d’immagine di…Marilyn Monroe) ha già provveduto a raccogliere i debiti di Prince dalla GE Capital e dalla Madison Capital tramite l’Authentic Brands Group (società con sede a New York e per un valore di circa 25 milioni di dollari, secondo una fonte del New York Post) e sarebbe pronto a rilanciare il marchio dopo un’adeguata ristrutturazione aziendale.
UN DECENNIO COMPLICATO
L’ultimo decennio è stato piuttosto difficile per Prince, passata di mano in più di un’occasione da parte di società di private equity. L’ultimo passaggio di consegne risale al 2007 quando è stata venduta dalla Lincolnshire Management (che nel 2003 l’aveva acquisita dal gruppo Benetton) alla Nautic Partners.
Nel 2011, la unit relativa al tennis aveva fatturato 59 milioni di dollari, l’83% delle revenue totali della società, secondo i dati depositati in tribunale (nel 2008 il fatturato toccava ancora i 100 milioni di dollari). Una quota di poco superiore al 50% delle vendite era riferita al mercato americano. Sempre secondo tali dati, l’azienda avrebbe un valore di 54,2 milioni di dollari e debiti complessivi per circa 77 milioni. Prince aveva già cercato di vendere il brand nel 2010 incaricando UBS della trattativa ma senza successo. Nell’ottobre 2011 è stato ingaggiato Robert W. Baird per lo stesso motivo. Baird trovò nove potenziali acquirenti: lo scorso marzo, tre di questi erano disposti a rilevarla ma pagando una quota sensibilmente inferiore ai debiti contratti. Alla fine di marzo tuttavia, l’Authentic Brands Group ha acquistato i debiti assicurando che avrebbe poi rilevato l’intera azienda. Tutto ciò dovrebbe avvenire appunto tramite la presa in carico da parte dell’Authentic Brands Group dell’intero debito di Prince. Tutto ciò è relativo solamente alla Prince Sports americana. Le varie filiali (compresa quella italiana gestita dalla Advanced Distribution, passata da qualche mese dall’essere semplice distributore ad un contratto da “agente”) potranno continuare l’attività ordinaria. Ovviamente in attesa di capire cosa succederà esattamente alla casa madre. Ricordiamo che vi sono diversi top player che utilizzano racchette Prince. Persa infatti da un paio di stagioni Maria Sharapova, restano David Ferrer e John Isner, solo per citare i più famosi.
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