Il nuovo set-up ha aiutato Andy Murray a dare più spinta ai suoi colpi. E a vincere Wimbledon. Un successo che potrebbe fruttare fino a 74 milioni di dollari in contratti. 
Andy Murray con la fidanzata Kim Sears alla cena di gala a Wimbledon

Di Lorenzo Cazzaniga – 3 agosto 2013
 
Può una corda da tennis farti guadagnare 74 milioni di dollari? Beh, non è proprio una conseguenza così diretta, ma un legame esiste. Partiamo dalla questione tecnica, che ci riguarda ancor più da vicino. Ebbene, Andy Murray, come Roger Federer e Novak Djokovic tra i (tanti) altri, è un adepto dell’incordatura ibrida. A differenza dei suoi rivali, lo scozzese utilizza il metodo tradizionale che vuole il budello naturale sulle orizzontali e il sintetico sulle verticali. Fino al 2012, Murray montava il classico budello VS sulle orizzontali e il Luxilon Alu Power Rough sulle verticali. Questa versione di Alu Power (il miglior monofilamento nelle prime due, tre ore di gioco) migliora la resa delle rotazioni, riducendo però velocità di palla e penetrazione dei colpi. Murray ha quindi deciso di cambiare, svoltando verso l’Alu Power tradizionale. Cambiamento minimal? Potrebbe sembrare, ma a certi livelli sono i particolari a fare la differenza. Da questo nuovo set-up, Murray ha saputo tirar fuori maggior spinta e qualche vincente in più; il controllo, quello non gli ha mai fatto difetto.
 
Dal momento in cui ha cambiato, ha vinto due Slam e l’oro olimpico. Semplice coincidenza? Beh, pur non pensando che i meriti maggiori siano dell’Alu Power, è indubbio che questa scelta evidenzi l’attenzione che i professionisti pongono all’attrezzatura. Quel che è certo è che la vittoria ai Championships, 77 anni dopo l’ultimo successo britannico in campo maschile, permetterà ai suoi manager (tra i quali Ugo Colombini) di firmare contratti notevoli. Dai primi calcoli di Nigel Currie, direttore dell’agenzia di marketing londinese BrandRapport, Murray potrebbe arrivare a guadagnare circa 74 milioni di dollari, all’anno, moltiplicando i 12 milioni di dollari che guadagna attualmente in sponsorizzazioni. 
 
Una cifra considerevole ma verosimile considerando la sempre ottimale economia britannica e l’eccezionalità dell’impresa: “Dopo 77 anni, 15 Primi Ministri, tre monarchie… finalmente un britannico ha vinto Wimbledon”. Così titolavano i quotidiani inglesi lo scorso lunedì, per un match che ha fatto registrare quasi l’80% di share sulla BBC, per un totale di 17,3 milioni di telespettatori. E su Viagogo circolava una coppia di biglietti della finale alla cifra di oltre 80.000 euro. Fred Perry aveva dichiarato a Bud Collins, pochi mesi prima della sua scomparsa nel 1995, che probabilmente nessun tennista britannico avrebbe più vinto Wimbledon, come lui era stato capace di fare, l’ultima volta nel 1936. Fred si era sbagliato, e Murray pare che sarà ben ricompensato per questa straordinaria impresa.