La città francese avrebbe battuto la concorrenza di Madrid, Istanbul e San Pietroburgo per ospitare la competizione che sostituirebbe il format attuale. Lo Stade Pierre Mauroy avrebbe già pronta una configurazione con tre campi. La notizia emerge dopo che la FFT aveva annunciato il supporto al progetto.

La recente assemblea della Federazione Francese non ha riguardato soltanto la scelta dei nuovi capitani di Coppa Davis e Fed Cup (sono stati scelti Amelie Mauresmo per gli uomini e Julien Benneteau per le donne), ma ha stabilito la posizione che avrà la FFT alla prossima assemblea generale ITF, in cui le varie federazioni dovranno esprimersi sulle proposte di riforma della Coppa Davis. Pur avendo “ammorbidito” la posizione iniziale, l'ITF è ben decisa a cambiare, proponendo una competizione in sede unica, da giocarsi subito dopo il Masters. La formula è chiara: un World Group a 24 squadre con un primo turno da giocarsi secondo la formula tradizionale, poi tutti in un sede unica con 18 squadre: le 12 vincitrici del primo turno, le quattro semifinaliste dell'anno prima più due wild card. Un grosso carrozzone, una maxi-esibizione che però – tramite il Gruppo Kosmos – porterebbe una montagna di soldi nelle casse della federazione internazionale e, di conseguenza, in tutte le associazioni affiliate. Ogni federazione ha un peso diverso. Le più influenti, con 12 voti a disposizione, sono Gran Bretagna, Australia, Stati Uniti, Germania e Francia. Vista la posizione decisamente contraria di alcuni giocatori (Lucas Pouille su tutti), il presidente Bernard Giudicelli, che fa anche parte del Comitato di Coppa Davis, ha messo alle votazioni la scelta FFT per l'assemblea di Orlando. Dando una vigorosa spallata a chi opta per il “no”, la riforma ha raccolto il 60,81% delle preferenze. Per questo, i 12 voti della FFT andranno a favore della riforma. “È sempre la stessa storia – ha detto Giudicelli, che si presenterà a Orlando senza particolari ombre di conflitto di interesse, visto che ha rimesso la decisione ai suoi stessi associati – da una parte ci sono passione e amore per i colori, dall'altra un'analisi razionale, basata su criteri sportivi ed economici. Il problema è che la Davis sta soffocando”. Si tratta di un'opinione personale, tutt'altro che unanime. La posizione di chi scrive è chiara: la riforma sarebbe un massacro, un omicidio legalizzato della manifestazione più umana del tennis. Ricordiamo che l'ITF ha bisogno dei due terzi dei voti per passare, e le ultime indiscrezioni fanno pensare che il traguardo sarebbe vicino. Sarebbe un disastro per la storia del tennis.

LILLE AVREBBE SUPERATO TRE CONCORRENTI
Si può davvero considerare Davis qualcosa che si snoda in una settimana, con sfide al meglio dei tre set e racchiuse in due singolari e un doppio? No. Sarebbe soltanto un bancomat per le federazioni, uccidendo tradizione, passione e leggenda. Senza cadere in facile retorica, la Davis non è in crisi. In qualsiasi parte del mondo (salvo rare eccezioni) gli spalti sono gremiti, il pubblico è scatenato e ogni singola serie ottiene buoni risultati economici. Non sufficienti per parlare di business, ok, ma il tennis dovrebbe essere una macchina di soldi, o – per dirla con Giudicelli – “un'analisi razionale, basata su criteri sportivi ed economici”? Secondo noi no, e raccogliamo con favore le intenzioni di voto della FIT, che dovrebbe riversare i suoi nove voti nella casellina del “no”. D'altra parte, sorprendendo un po' tutti vista la sua ritrosia a prendere posizioni nette, persino Corrado Barazzutti si è espresso negativamente sul cambiamento, peraltro con argomentazioni più che apprezzabili. Nella speranza che il profumo del business non faccia cambiare idea a chi ci rappresenterà a Orlando, il processo di distruzione pare aver vissuto un passaggio importante: delle quattro città candidate a ospitare la nuova Davis (le altre erano Madrid, San Pietroburgo e Istanbul), i rappresentanti di Kosmos avrebbero scelto Lille, lo Stade Pierre Mauroy, capolavoro di architettura che ha già ospitato diversi incontri: la finale del 2014 (persa dai francesi contro la Svizzera), nonché semifinali e finale del 2017, vinte dai galletti contro Serbia e Belgio. Come se non bastasse, ospiterà anche la semifinale Francia-Spagna del prossimo settembre. Si parlava di un contratto di due anni, mentre le ultime indiscrezioni (alimentate da Damien Castelain, presidente della “Metropole Europèenne de Lille") farebbero pensare a un accordo solo per il 2019. Lo stadio di Lille avrebbe già pronta una configurazione con tre campi, necessaria per ospitare il nuovo evento. Volendo pensare male, la scelta di Lille potrebbe essere quasi un indennizzo dell'ITF a gratificare una nazione importante che voterà a favore della riforma. Sarebbe una grande sconfitta per il tennis, travolto da un business di cui soltanto qualche politico sente il bisogno.