Di Riccardo Bisti – 3 settembre 2014
“Non ho nessun messaggio da mandare a Na Li”. Con questa frase, Shuai Peng ha chiuso la sua conferenza stampa dopo la bella vittoria contro Belinda Bencic, che l'ha issata per la prima volta in una semifinale Slam. Al 37esimo tentativo, forse non ci credeva neanche lei. In fondo si era specializzata nel doppio, riuscendo laddove persino la Li aveva fallito: diventare numero 1 WTA. Ok, era il ranking di doppio, ma poco importa. Lo scorso febbraio, Shuai è diventata la prima cinese a guardare tutte dall'alto. Ma probabilmente avrebbe detto qualcosa se le avessero riferito il “rumour” secondo cui il ritiro della Li sarebbe imminente. Mary Carrillo di ESPN ha diffuso la voce: dovesse essere vero, la Peng diventerebbe la più forte cinese anche in singolare, giacchè lunedì prossimo scavalcherà Shuai Zhang, che in questo momento le sta davanti. Come (quasi) tutti i cinesi, la Peng fatica a comunicare. Preferisce far parlare il campo, dove adotta un tennis particolare, non così strano tra le donne: tira dritto e rovescio a due mani. Prima di affrontarla al terzo turno, Roberta Vinci disse che avrebbe voluto farle “staccare la mano”. Missione fallita, perchè Shuai ha trovato il perfetto equilibrio psicofisico. Lo aveva mostrato contro Agnieszka Radwanska, lo ha confermato contro la Bencic, lasciandole appena tre giochi. Adesso partirà sfavorita contro Caroline Wozniacki, forse la miglior Wozniacki di sempre. “Ci ho perso più volte di quante ci abbia vinto, ma era così anche con la Errani” ha detto.
BY BYE HSIEH
Raggiungere certi obiettivi a 28 anni è ancora più bello. Te li godi, li vivi appieno. In realtà, la carriera di Shuai era cambiata tre anni fa. Per una serie di “problemi”, di cui non ha mai voluto parlare, ha rischiato di smettere. Avrebbe voluto ritirarsi, ma il suo team (famiglia, amici, allenatori) l'avevano convinta a tenere duro. Come spesso accade in questi casi, giocò la sua miglior stagione, centrando gli ottavi in tre Slam su quattro. Salì persino al numero 14 WTA. Poi ha scoperto che il doppio poteva darle dollari e soddisfazioni. Insieme alla taiwanese Su-Wei-Hsieh hanno vinto due Slam e sono state tra le più credibili avversarie di Errani-Vinci. Ma anche quest'avventura è terminata: prima dello Us Open, hanno annunciato che sarebbe stato l'ultimo Slam in coppia. Si ritroveranno solo per le WTA Finals a Singapore. Non hanno spiegato il motivo, anche se l'osservatore più malizioso potrebbe pensare alle tensioni politico-sociali tra Cina e Taiwan. Lo scorso anno, si parlò di un possibile cambio di nazionalità della Hsieh. La Cina le aveva fatto una maxi-offerta, poi non se ne è più saputo nulla. E continua a giocare per il paese nativo. Durante la conferenza stampa dopo il successo a Wimbledon, la Peng fu piuttosto dura, dicendo che non considerava Taiwan come una nazione. Hai voglia a dire che tra loro parlavano solo di sport. Allo Us Open hanno già perso.
IL CUORE MATTO DI SHUAI
Quindici anni fa, la sua carriera ha rischiato di non partire neanche. Shuai aveva appena 12 anni quando fu operata per risolvere un problema congenito al cuore. Rimase ferma per un anno, poi i dottori le diedero l'ok. Ed è nata una giocatrice interessante, un po' riservata, forse soltanto per la barriera linguistica che la separa dagli occidentali. “Quando Na Li ha detto che non avrebbe giocato i tornei sul cemento americano, in Cina la notizia ha avuto una grande risonanza – ha detto la Peng – forse era meglio se ci fosse stata lei, così avrei avuto meno pressione”. Alla fine, tuttavia, i risultati le hanno dato ragione. E anche se contro la Wozniacki ci vorrà un miracolo, la cinese ha almeno le armi per fare match pari.