Niente più exploit isolati: l'australiano è in semifinale a Dubai dopo aver intascato l'ottava vittoria consecutiva, la seconda in cinque giorni contro Berdych: “E' in grande fiducia” dice il ceco. Adesso sfida Wawrinka e Rafter è sicuro: “Diventerà numero 1”. 

Quando l'ATP dovrà nominare il giocatore del mese, beh, non ci saranno dubbi. Nick Kyrgios era molto atteso in Australia, ma si è incagliato al terzo turno contro Tomas Berdych. Di lui avevamo visto sprazzi, anche fenomenali, ma non c'era la continuità. A volte perdeva, a volte spariva dalla circolazione. E il ranking non lo vede ancora tra i protagonisti assoluti. Nick ci sta facendo ricredere: battendo proprio Berdych nei quarti a Dubai ha intascato l'ottava vittoria consecutiva. Una striscia devastante, spettacolare. La scorsa settimana si è preso il primo titolo ATP, vincendo sul cemento indoor di Marsiglia (battendo nel percorso grandi giocatori come Gasquet, lo stesso Berdych e Cilic). Non ha perso il servizio in tutto il torneo. Giusto il tempo di prendere un aereo ed eccolo in semifinale a Dubai, tappa intermedia verso Melbourne, dove nel prossimo weekend sarà il più atteso nel match di Coppa Davis tra Australia e Stati Uniti, esordio di Lleyton Hewitt nella panchina aussie. Le sue doti sono straconosciute, ma adesso c'è anche la continuità e un atteggiamento via via sempre più maturo. Negli ultimi otto match, l'unico a strappargli il servizio (ben quattro volte!) è stato Martin Klizan, in formissima dopo il successo all'ATP 500 di Rotterdam. Per il resto, dominio totale. E pensare che non stava bene, visto che mercoledì è stato vittima di una leggera intossicazione alimentare. “In effetti sono sorpreso della mia prestazione. Ho battuto un giocatore di qualità in condizioni molto difficili. Probabilmente è stata la mia miglior vittoria in queste due settimane. Contro Tomas è sempre difficile, pun giocatore molto professionale". Da parte sua, Berdych ha citato quella che secondo lui è la chiave dei successi di Kyrgios. “Sta giocando con grande fiducia, e il suo gioco ha bisogno di fiducia. Questo sta facendo la differenza”.


TAPPA DI PASSAGGIO

Settimana dopo settimana, Kyrgios sta seminando gli altri baby del tour mondiale. Solo Alexander Zverev e Hyeon Chung sembrano tenere il passo, sia pure a distanza, mentre da dietro spinge Taylor Fritz (che però deve ancora misurarsi nei grandi tornei, contro i più forti). Oltre a un tennis esplosivo, Kyrgios possiede personalità e carisma. In patria si sprecano le previsioni d'oro: Pat Rafter, ex capitano di Davis e attuale direttore tecnico di Tennis Australia, ha parlato senza mezzi termini: “Kyrgios diventerà numero 1 del mondo. Gioca pochi tornei, ma ha la capacità di raccogliere i punti quando ne ha bisogno”. Con i 180 punti già intascati negli Emirati, è già certo di accomodarsi al numero 26 ATP. Ciò che colpisce è la tranquillità con cui accoglie ogni successo. Non ha festeggiato a Marsiglia, non sta festeggiando a Dubai. Sembra consapevole che si tratta di un passaggio necessario verso l'eccellenza. Non potrebbe essere altrimenti per uno che ha già battuto Rafael Nadal, Roger Federer ed Andy Murray. Alla collezione manca Novak Djokovic, suo possibile avversario in finale a Dubai. Prima di arrivarci, tuttavia, dovrà battere Stan Wawrinka. E sarà il primo scontro diretto dopo l'incidente diplomatico di Montreal, uno degli episodi più clamorosi del 2015. In verità, i due sono stati compagni di squadra durante l'International Premier Tennis League. L'esibizione asiatica dovrebbe aver fatto il miracolo di un riappacificamento, ma ci sarà comunque curiosità.


IL TEMPO GIUSTO PER PRENDERSI UN COACH

Nel frattempo Nick continua a viaggiare senza un coach a tempo pieno. E' passato quasi un anno da quando ha dato il benservito a Todd Larkham. In questo momento il suo mentore è Lleyton Hewitt (ci mancherebbe…), mentre per il suolo di coach a tempo pieno si sono fatti i nomi di Pat Cash e Roger Rasheed. Sull'argomento, Rafter è piuttosto cauto. Il bicampione dello Us Open approva le scelte di Kyrgios, che si sta prendendo tutto il tempo possibile. “Nick ha bisogno di qualcuno che funzioni con lui e penso che abbia fatto bene a non prendere decisioni affrettate. Credo che debba rendersi conto chi è la persona giusta con cui trascorrere tanto tempo. Non è un problema di qualità tecniche, ma si tratta di alchimia emotiva – dice Rafter – è un po' come per il caddie nel golf. Nick ha un forte personalità, non è semplice da allenare. Lui ha un talento innato che gli consente di tirare il colpo giusto al momento giusto”. Secondo Rafter, il potenziale è infinito. Ma solo con il potenziale non si va da nessuna parte. “Bisogna lavorare giorno dopo giorno. Non è il caso di esaltarsi per un titolo ATP, ma non c'è dubbio che possa diventare numero 1 ATP. Lui può farlo”.  

ATP 500 DUBAI – Quarti di Finale
Novak Djokovic (SRB) vs. Feliciano Lopez (SPA)
Marcos Baghdatis (CIP) b. Roberto Bautista Agut (SPA) 7-5 6-0
Nick Kyrgios (AUS) b. Thomas Berdych (CZE) 6-4 6-4
Stan Wawrnka (SUI) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 7-5