. Manco a farlo apposta, il protagonista (involontario) è Bernard Tomic. Ok, l’australiano non è un esempio di buona condotta, ma forse stavolta hanno esagerato. In due parole, gli hanno fatto le pulci per una parola – una singola parola – pronunciata in conferenza stampa dopo la vittoria in cinque set su Fernando Verdasco. “Retard” è il termine che ha fatto imbestialire l’ente benefico “Mencap”, che si occupa di persone con difficoltà di apprendimento. Ma cosa è successo? In una giornata piena di interruzioni per pioggia, hanno chiesto a Tomic come mai abbia dovuto aspettare il suo avversario per otto minuti, visto che le norme non scritte del tennis prevedono l’arrivo contemporaneo dei giocatori. “Penso che sia dovuto al fatto che lui si stava mettendo una fasciatura negli spogliatoi, così ho pensato che stesse uscendo. A quel punto sono andato in campo, ma purtroppo sono rimasto ad aspettarlo come un ritardato”.
Apriti cielo: la signora Ciara Lawrence, che lavora per “Mencap” e i ragazzi, appunto, “ritardati”, ha definito il linguaggio di Tomic “dannoso e offensivo”. “Mi piacerebbe che che Tomic chiedesse scusa e lo incoraggerei a conoscere persone con difficoltà di apprendimento come me. Non sto bene e sono stufa di vedere persone di alto profilo che non capiscono quanto sia sconvolgente e offensivo dire queste cose a persone in difficoltà. Troppe volte ho ascoltato questo termine come se fosse normale. La gente ascolta i personaggi pubblici e pensa che dire certe cose vada bene, ma non è così. L’unico effetto è che le persone con difficoltà di apprendimento non vengono viste come esseri umani, ma come cittadini di secondo piano. E’ lo stesso tipo di discriminazione che viene adottato verso i neri o gli omosessuali”. In effetti l’uscita di Tomic non è stata elegante, ma siamo certi che nemmeno un “bad boy” come lui avesse intenzioni offensive verso chicchessia. Tuttavia, sarà interessante vedere la sua reazione. Di sicuro glielo faranno presente: con un bel gesto, magari, potrebbe riabilitare la sua immagine.
L’uscita (molto) infelice di Tomic
Dopo la vittoria contro Verdasco, l’australiano parla della lunga attesa prima che arrivasse il suo avversario: “Ho aspettato come un ritardato”. Il termine ha mandato in bestia un ente benefico che si occupa di persone con difficoltà di apprendimento. “La gente pensa che usare certi termini vada bene, ma non è così. E’ una discriminazione”.