Stakhovsky è diventato famoso per la vittoria a Wimbledon su Federer, ma è uno dei pochi giocatori ad avere idee scomode. E non ha paura di esprimerle. Eurosport Russia l’ha intervistato. 
Sergiy Stakhovsky ha conquistato la fama planetaria battendo Roger Federer a Wimbledon. "Adesso mi riconoscono anche in Svizzera…"

TennisBest – 22 agosto 2013

 
Leggere un’intervista di Sergiy Stakhovsky è un’esperienza quasi mistica. Abituati alle risposte precotte dei colleghi, ci nutriamo delle opinioni dell’ucraino. Il grande pubblico lo conosce per la bella vittoria a Wimbledon su Roger Federer. Lui è tornato nell’anonimato, tanto da dover giocare un challenger (vinto) a Kazan. Ma non è cambiato: gli è rimasto un vivo spirito polemico e il desiderio di migliorare le cose nel mondo del tennis. Ogni sua intervista offre informazioni interessanti: ad esempio, quanti sapevano che gli Open del Canada volevano cambiare data in modo permanente? O che Sergei Bubka jr. si sta allenando a pieno regime per tornare? Che l’Australian Open è lo Slam che offre ai giocatori più soldi in relazione agli utili? O che i college americani hanno strutture spettacolari per gli aspiranti tennisti? La versione russa di Eurosport ha effettuato una lunga intervista alla vigilia dello Us Open. Pensavamo di riportare solo gli estratti più interessanti, ma la chiosa di Stakhovsky è talmente interessante che abbiamo deciso di proporvela tutta. A fine lettura, provate a immaginare come sarebbe il tennis se fossero tutti come lui…
 
Sei tra i più vivi oppositori del rallentamento delle superfici. Chi ti supporta su questo argomento?
Non sto cercando supporto. Semplicemente ognuno ha la sua visione dell’argomento. Penso che neanche Federer sia molto felice del rallentamento dei campi. Questa è la mia opinione, ma non ho raccolto le firme, anche se avrei trovato il sostegno di almeno un paio di dozzine di giocatori. Al momento, la scelta della superficie è prerogativa esclusiva degli organizzatori dei tornei. I giocatori possono anche battere la testa contro il muro, ma non serve. Gli organizzatori possono scegliere la superficie e, nella maggior parte dei casi, i giocatori da ingaggiare. Per esempio, se riescono a ingaggiare Nadal, probabilmente il campo sarà più lento. E così via.
 
L’ATP non c’entra nulla con tutto questo?
No, riguarda solo gli organizzatori. Volevano un tennis più spettacolare, con scambi più lunghi.
 
Sei membro del Consiglio Giocatori ATP. L'attività porta qualche beneficio?
Si, ma più nel primo anno che adesso. Ognuno ha raggiunto gli obiettivi che voleva, le acque si sono calmate, e ognuno è più concentrato sul suo tennis che sulla risoluzione dei problemi globali. Ma penso che allo Us Open torneremo a lavorare. Venerdì ci sarà una riunione. Ci addentreremo sulle cose da fare per la prossima stagione.
 
Quali grandi obiettivi sono stati raggiunti?
L’aumento dei montepremi nei tornei del Grande Slam. Forse avremmo potuto fare ancora meglio e li avrebbero alzati ancora di più. C’erano alcune sfumature sul calendario, le Olimpiadi, le pause nel corso della stagione. Ad esempio, i tornei in Sud America. Li volevano spostare a dicembre, ma in quel caso ci sarebbe stata una stagione senza pause. Sono lieto che il Consiglio si sia comportato in modo responsabile. Abbiamo lasciato il sistema così com’è, lasciando un periodo di off-season, quando ci si può riposare o giocare alcune esibizioni, se utile o necessario. Ma non siamo andati a fondo al problema dei tornei obbligatori. Chi rispetta tutti gli obblighi (gli Slam, otto Masters 1000 e quattro ATP 500) e chiude la stagione tra i primi 12, ha diritto a un bonus. Ma sarebbe logico darlo a tutti quelli che lo fanno, e sono circa 40 giocatori. Poi ci sono tornei come Indian Wells e Miami che non sono per nulla popolari, ma sono obbligatori…
 
Perchè questi due tornei non piacciono?
A Indian Wells le condizioni sono migliorate, il prize money aumenta rapidamente. A Miami ci sono problemi in termini di alloggi e strutture per i giocatori. Lo stadio è vecchio e il prize money è il più basso di tutti i Masters 1000. Poi ci sono i tabelloni a 96: a Parigi Bercy guadagnamo lo stesso con un tabellone a 48.
 
Quali erano le sfumature sulle Olimpiadi?
Gli organizzatori dei tornei che si giocano in quelle settimane si sono resi conto che è difficile mettere insieme un buon parco giocatori, per questo cercano di allontanarsi dalla data delle Olimpiadi. Ma ci sono un mucchio di tornei e non è semplice spostarsi. Lo scorso anno, Washington ha ridotto il numero dei partecipanti e ha incrementato i premi. E’ un progresso. In generale, si tratta di un processo difficile, dobbiamo trovare un compromesso perchè i tornei vogliono ridurre i rischi. Ad esempio, il Canadian Open voleva spostarsi in una settimana completamente diversa, e su base permanente. Ma l’idea sembrava impraticabile e il consiglio l’ha respinta.
 
Perchè l’Australian Open offre più soldi degli altri Slam?
Ad essere precisi, lo Us Open offre di più, ma se prendiamo in considerazione il rapporto tra i guadagni del torneo e il prize money, l’Australian Open è avanti a tutti con un margine enorme. Trattano i giocatori in modo diverso: vogliono essere lo Slam dei giocatori. Si consultano sempre con noi su quello che vorremmo, quali campi costruire, se coperti o meno, palestre, e così via. C’è un progresso costante, sono i leader. Per questo molti giocatori dicono che l’Australian Open è il leader degli Slam.
 
Finalmente lo Us Open ha deciso di costruire un tetto…
Deciso…prima c’erano state un mucchio di chiacchiere sul fatto che era impossibile, poi improvvisamente hanno trovato il denaro che lo ha reso possibile. Sfortunatamente, lo Us Open pensa più allo sviluppo commerciale che a quello del tennis. I loro profitti sono doppi rispetto all’Australian Open. Dove finiscono tutti quei soldi? Adesso sembra che li abbiano conservati per costruire il tetto. La cosa notevole è che inizialmente si parlava di 500 milioni di dollari, mentre adesso si è ridotto a un centinaio (in realtà il solo tetto costa 100 milioni, mentre il progetto di sviluppo globale dell’impianto supera i 500 milioni, ndr). Il loro profitto annuale è di 200-300 milioni di dollari. Non solo possono permettersi di costruire un tetto, ma anche di farci una piscina sotto. In ogni caso, per i giocatori sarà una miglioria, visto che negli ultimi cinque anni la finale si è giocata di lunedì. Adesso sarà così in via ufficiale. Per fortuna solo fino al 2015, poi tornerà a giocarsi di domenica.
 
Com’è la storia della tua opposizione alla parità di montepremi tra uomini e donne? Hai avuto problemi con le tenniste?
Mai avuto conflitti con le giocatrici. Mai detto che le tenniste dovrebbero guadagnare meno. Il messaggio era diverso: gli uomini devono guadagnare di più. La penso ancora così. Non è il fatto che giochiamo al meglio dei cinque set, è un fattore marginale. Il punto è un altro. C’è un prodotto principale, che sono gli uomini. Perchè la gente viene a vedere noi. Noi offriamo uno show molto popolare. Per questo non capisco perchè uno spettacolo parallelo debba guadagnare lo stesso, pur registrando meno presenze. Non conosco un solo tipo di lavoro in cui le donne guadagnano così tanto solo perchè sono donne. I modelli maschi guadagnano per caso come le donne? No, ma avete mai sentito parlare di discriminazione? Nel calcio e nel basket la cosa è chiara. Nell’atletica, la Isinbayeva guadagna quanto Bolt? No, perchè Bolt offre una qualità più elevata e il prodotto è più popolare. Quindi spiegatemi perchè l’ATP, che offre un prodotto migliore rispetto alla WTA, debba avere gli stessi prize money.
 
La Sharapova non è d’accordo….

Si può essere d’accordo o meno, è un suo diritto. Certo, se lei gioca sul Centrale e io su un campo secondario, più gente andrà a vedere la sua partita. Ma non è questo il punto. L’essenza è il numero di spettatori generati da uomini e donne a ogni turno. Gli uomini hanno più pubblico. Poi ci sono diverse ragioni, non ho intenzione di litigare. Non sono un misogino come molti mi descrivono. Amo molto mia moglie. Semplicemente c’è qualcosa di sbagliato. Perchè i calciatori guadagnano molto di più rispetto agli altri sportivi? Perchè centinaia di migliaia di persone li vanno a vedere.
 
Negli ultimi anni, l’ATP registra continuamente nuovi record di presenze. Si parla soprattutto dei tornei del Grande Slam: dal tuo punto di vista, avverti un maggiore entusiasmo attorno al tennis?
Succede soprattutto negli Slam. Negli ultimi anni, un gruppo di giocatori ha mostrato un tennis di livello altissimo. Per due settimane, Federer, Nadal e company sono al top. Dove puoi vederli, se non negli Slam? Mi piacerebbe che ci fosse più interesse anche nei tornei più piccoli: i 500, i 250 e così via. Anche lì c’è un grande tennis, a dispetto di mille difficoltà, ma passa spesso inosservato.
 
Per non parlare dei challenger. A Kazan quanta gente c’era?
Era vuoto. Molti sono così.
 
L’irlandese James McGee, intorno al numero 300 ATP, ha recentemente descritto il dietro le quinte del tennis, raccontando i sacrifici che devono fare i giocatori di secondo piano per sopravvivere. Ha detto che alcuni top 100, anche top 50, devono giocare le gare a squadre per poter andare avanti.
Conosco McGee, abbiamo anche giocato contro. Molti giocano i campionati a squadre, anche alcuni top-20. Le leghe più popolari sono tre: la Bundesliga tedesca, il campionato francese e il World Team Tennis americano. La paga è buona. Negli ultimi due anni ho giocato sia in Francia che in Germania. A volte le situazioni sono molto difficili. Quando ero giovane  e vincevo un future, portavo a casa 3 punti ATP. Lo trovavo inaccettabile. Nelle qualificazioni dei challenger ottieni 3 o 5 punti ATP per aver vinto tre partite. Nella mia carriera ho giocato un totale di sette futures, poi sono passato ai challenger quando ero numero 500-600 ATP. Spesso ho passato le qualificazioni e questo mi ha permesso di non sprofondare economicamente. Ma c’è un punto importante: vivevo in Slovacchia, e all’epoca il dollaro era fortissimo. Ci volevano 50 corone per un dollaro. Visto che nel paese i prezzi erano bassi, ho guadagnato abbastanza soldi per continuare ad allenarmi.
 
Tuo fratello Leonard pensa ancora di fare il professionista?
Ha appena finito il primo anno di College. Ne deve fare ancora tre. Potrà sempre riprendere quando si sarà laureato. Lo hanno fatto molti giocatori: Kevin Anderson, John Isner, James Blake. Sono arrivati a un certo punto nel college, poi sono diventati professionisti. Secondo me, il sistema di istruzione negli Stati Uniti è fantastico, soprattutto per gli sportivi. Se hai 18 anni, hai finito le superiori, giochi bene a tennis ma non hai molti soldi, ti consiglio di sostenere l’esame per entrare in un college americano. Sono andato a vedere mio fratello in Ohio e sono rimasto sbalordito: in tutta l’Ucraina non c’è un solo centro d’addestramento come quello. Per non parlare dell’enorme palestra per gli studenti. Hanno otto campi da basket, la piscina di 25 metri e la pista d’atletica. Inoltre ci sono spazi per lo yoga e l’aerobica. E queste sono solo le aree comuni: ogni sport ha i suoi spazi e le sue strutture. Inoltre gli atleti non devono pagare niente perchè hanno a disposizione tutta l’attrezzatura: incordatori, fisioterapisti, palline, pasti…è tutto incluso nella borsa di studio. Devi soltanto studiare e allenarti. Ovviamente è dura, soprattutto se hai un grande obiettivo. Tuttavia, alla luce del fatto che puoi farlo in un grande paese e in ottime condizioni, credo che sia la cosa giusta da fare.
 
Come mai il tennis americano sta faticando nel ricambio generazionale?
E’ semplice: se fai un giro nei college, ti accorgerai che solo poche borse di studio vanno agli americani. C’è un grande numero di stranieri, molti immigrati dall’Europa e da altre parti del mondo. Questa è gente che vuole lavorare duro. E così scopri che gli americani formano con le loro mani i giocatori di altre nazioni. Nel 2010 ho giocato con Harrison allo Us Open. Anche allora dissi che il ragazzo doveva lavorare, non doveva esserci troppo clamore su di lui, perchè gli americani hanno “sepolto” molte stelle junior, rendendoli personaggi ancora prima che diventassero qualcuno. La USTA guadagna un mucchio di soldi e questo si traduce in un ambiente lussuoso che, in un certo senso, può essere deleterio.  I giovani tennisti hanno anche il supporto dei media senza aver ottenuto ancora niente. Capisco che la USTA voglia attirare spettatori nei tornei. Ma non è opportuno esagerare. E i giocatori stessi non ne beneficiano.
 
Cilic è stato sospeso perchè gli hanno trovato sostanze illegali a causa di un prodotto acquistato in farmacia. Tu, da professionista, puoi andare a comprare uno sciroppo per la tosse?
Non lo faccio mai. Ho sempre con me le mie due medicine: Brufen e Flector. So che un sacco di farmaci per varie malattie sono vietati, perchè al loro interno ci sono prodotti dopanti. La gente che lavora in farmacia non può sapere cosa può e non può prendere un tennista. Gli elenchi delle sostanze ammesse e proibite cambiano con il tempo: come puoi immaginare che un farmacista sia a conoscenza di tutti questi dettagli?
 
Come fai a curarti, se hai solo due farmaci con te? Se hai tosse, raffreddore…che fai? Lo ignori? Aspetti che passi tutto da solo?
E’ meglio restare a letto e prendere tè e miele.
 
Sembri una persona socialmente attiva. Hai intenzione di scendere in politica come Marat Safin?
Penso che la politica abbia un cattivo effetto sulla psiche delle persone. Per questo non ne farò. Certo, mi piacerebbe rimanere nel mondo dello sport e fare qualcosa per svilupparlo in Ucraina. Forse potrei diventare un membro del comitato olimpico nazionale. Mi piace quello che ha fatto Sergei Bubka. Lo conosco da molto tempo, da quando giocavo i tornei giovanili con suo figlio. La sua famiglia ha dato una grande educazione ai figli, con valori importanti. Per me è un esempio. Si sono resi conto che in questo mondo bisogna fare qualcosa anche per gli altri, e non solo per se stessi.
 
Come sta Sergei Bubka jr.?
Si sta allenando a pieno regime. Ha bisogno di ancora quattro mesi per un recupero a tempo pieno, forse cinque. Deve sistemare alcune cose con la gamba. Comunque è già in grado di scendere in campo e colpire la palla. E’ un’ottima cosa.
 
Conosci bene Bubka jr, Il tuo migliore amico nel circuito è Mikhail Youzhny. Come si può combinare l’amicizia con la rivalità sportiva? Murray e Federer hanno detto che non si può essere amici nel tour.
E’ possibile. Se i caratteri sono compatibili, se condividi alcuni valori morali, si può essere amici a prescindere. Ad essere onesti, le partite psicologicamente più difficili della mia vita sono state proprio contro Bubka e Youzhny. E’ stata dura. Durante la partita ci vuole una certa passione, ma è dura mantenerla se affronti qualcuno che conosci e rispetti. Non potrei mai essere troppo arrabbiato con loro.
 
Dicci il segreto: cosa intendevi quando hai detto che giocare contro Federer era come affrontare due avversari: Roger e il suo ego? Poi ti sei rimangiato la parola.
Non me la sono rimangiata, ma mi sono espresso nel modo sbagliato. Il punto è questo: quando giochi contro Federer, nei momenti importanti pensi all’avversario che stai affrontando. E’ la stessa persona che ha vinto Wimbledon su questo stesso campo, per sette volte! Tre sconfitte in 10 anni! E solo senza pensare al resto dei suoi titoli…volevo dire semplicemente questo.
 
Quindi la stretta di mano con Federer dopo la partita non ha nulla a che vedere con questo?
No, ovviamente no, di che stai parlando? Intendevo la scala della sua persona, come atleta e come uomo. Onestamente non so cosa ho detto dopo il match. Ero completamente annebbiato.
 
Dopo aver battuto Roger, sei più riconosciuto?
Si. Di recente ero all’aeroporto di Zurigo. Molte persone sono venute da me. Molti di loro erano svizzeri, ma non c’era negatività nei miei confronti. E’ stato simpatico.
 
Forse la gente non ti scambierà più per Kohlschreiber…
Lo spero. Succede ancora. Ma non solo con lui, anche con Soderling. Ma poi un po’ meno, perchè Robin non gioca da parecchio. Onestamente non capisco come possa essere scambiato per lui…
 
Su Twitter hai risposto a una domanda sul giocatore più divertente, dicendo “Benoit Paire”. Perchè?
Sono due: Paire e Michael Llodra. Sono entrambi pazzi, offrono match molto divertenti. Mi piace il tennis di Llodra: è aggressivo, scende a rete, tirà volèe pazze…è qualcosa di speciale. Le partite di Paire spesso sono diverse in termini di intrattenimento. E’ un esibizionista, gioca per il pubblico. Spesso il risultato è sorprendente.