ROLAND GARROS – Il lèttone torna nella seconda settimana di uno Slam dopo sei anni. Serve alla grande, poi dà spettacolo in conferenza stampa. E adesso può fare paura a Federer.
Di Riccardo Bisti – 30 maggio 2014
La migliore notizia del Roland Garros? Il ritorno a grandi livelli di Ernests Gulbis. A quasi 26 anni (li compirà il 30 agosto), il lèttone ha trovato continuità. E la Francia gli porta bene. L’ultima volta che aveva raggiunto la seconda settimana in uno Slam risaliva al 2008, proprio a Parigi. Perse nei quarti contro Djokovic, sul Campo Lenglen. Sembrava il match di “lancio” per due nuovi fenomeni, peraltro entrambi cresciuti presso l’accademia di Nikki Pilic a Monaco di Baviera. E’ andata così soltanto a metà. Djokovic è diventato il campione che conosciamo, mentre Gulbis si è fatto notare più per le dichiarazioni fuori dal campo che per le vittorie. Ma da quando si è affidato a Gunther Bresnik (e fa squadra con il giovane Dominic Thiem) ha trovato quello che gli manca: la continuità. Si è presentato a Parigi con il best ranking (n. 17 ATP) e due titoli vinti in stagione, entrambi in Francia, a Marsiglia e Nizza. Ha centrato gli ottavi con una convincente vittoria (6-3 6-2 7-5 lo score) su Radek Stepanek. Era favorito, per carità, ma il ceco aveva appena messo fine a lunga striscia perdente contro i top-20. “Finalmente sono tornato – ha detto il lèttone – nella mia carriera ho preso un sacco di decisioni sbagliate. Non ho prestato troppa attenzione a come curare il corpo, come allenarmi…ho avuto troppi alti e bassi e non ho lavorato nel modo giusto. Fino a un paio d’anni fa trovavo solidità per tre mesi, poi mi ammalavo, andavo in Lettonia e stavo dieci giorni senza far niente. Adesso sta passando l’ultimo treno, è la mia ultima occasione per fare qualcosa di importante”. Il ritorno di Gulbis è una grande notizia per il tennis. E’ l’unico giocatore che dice sempre ciò che pensa, anche se sa di esporsi a critiche. Non significa che nel tennis non ci siano personaggi, ma nessuno lo è fino in fondo come il Principe Ernesto.
UN SERVIZIO CHE FUNZIONA
“Per la prima volta mi trovo in questa sala protagonista e non da spettatore – ha scherzato in conferenza stampa, felice come non mai – oggi ho servito molto bene, gli ho concesso una sola palla break, ho servito 1-2 ace a game. Qualsiasi avversario avrebbe problemi con chi serve così bene. Mi ha sorpreso il fatto che lui non abbia provato a cambiare qualcosa in risposta, ma per me le cose hanno funzionato alla perfezione”. Con le sue prestazioni, Gulbis sta smentendo il teorema secondo cui non è una buona scelta giocare un torneo ATP alla vigilia di uno Slam. Lui ha giocato e vinto a Nizza ed è in serie positiva da sette partite. “Quando sono arrivato ero un po’ stanco, infatti ho avuto qualche difficoltà nel primo set contro Kubot. E’ stato molto importante vincere il primo turno. E avere un giorno di riposo tra un match e l’altro aiuta molto”. Quando gli hanno chiesto come mai è passato così tanto tempo dall’ultima volta che aveva tenuto una conferenza stampa importante a Parigi, ha nuovamente scherzato “Lo sai bene”, salvo poi fare le considerazioni di qualche riga fa.
LE DONNE E FEDERER
Non sono mancate le dichiarazioni discutibilI. A suo dire, le donne dovrebbero vivere di più la loro vita e concedersi una maternità. “Come fanno a fare un bambino a 27 anni se stanno ancora giocando? Dovrebbero pensare di più ai figli, alla famiglia…”. Il lèttone non ha ricordato i casi (rari, per la verità), di giocatrici tornate competitive dopo aver fatto un figlio. Il caso più famoso è quello di Kim Clijsters, ma ci sono stati anche Lindsay Davenport, Rossana De Los Rios e Sybille Bammer. In passato, anche Evonne Goolagong fu capace di vincere uno Slam dopo la maternità. L’affermazione può essere condivisibile o meno (forse è un po’ sessista, ma è innegabile che per le giocatrici sia molto più difficile mettere su famiglia), ma conferma il coraggio (e il fascino, perché no?) del personaggio Gulbis. Un Bad Boy senza gli eccessi di un Tomic, uno che fa ridere e riflettere più che indignare. E adesso c’è la prova del nove contro Roger Federer. Lo svizzero ha avuto bisogno di quattro set per battere Dmitry Tursunov e non sembra irraggiungibile. I precedenti dicono 2-1 per Federer, risalgono tutti al 2010 e sono stati molto combattuti. Molti ricorderanno l’impresa di Gulbis al Foro Italico. La sorpresa è possibile, il divertimento è assicurato. E abbiamo la certezza di averlo nuovamente in conferenza stampa.
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