Francesca cerca i punti per entrare in tabellone all'Australian Open. Dovesse farcela, eguaglierebbe il record di presenze consecutive (62) di Ai Sugiyama. A Limoges non sarà facile, ma il tentativo merita ammirazione. E poi ci saranno sempre le qualificazioni… 

C'è molto di romantico in questa storia. Una leggenda che in pieno novembre sale in macchina per giocare un torneo ITF. Per carità, a Limoges c'è un tabellone di tutto rispetto. Ma se ti chiami Francesca Schiavone potresti anche buttare le racchette nel borsone e mandare tutti al diavolo. Nessuno le porterà via l'emozione del 5 giugno 2010, quando è diventata la prima italiana a vincere un torneo del Grande Slam. Fino a un paio di mesi fa era ragionevolmente certa di essere la migliore italiana di sempre. Adesso si può discutere, ma non è questo il punto. Ciò che impressiona è quella foto pubblicata su Instagram: Francesca in macchina verso Limoges, con la stessa grinta di sempre. Com'è possibile giocare con cotanta passione a 35 anni e mezzo? Cosa ti spinge ad allenarti ancora come una pazza quando la Pennetta dice addio e la Vinci anticipa che tra dodici mesi sarà il suo turno? E pensare che sono entrambe più giovani di lei. Ma forse non hanno la passione che brucia nell'anima tennistica della “Schiavo”. Lei vuole un record, a tutti i costi. Vuole raggiungere il primato di partecipazioni consecutive in uno Slam. Allo Us Open è arrivata a quota 61 e le basterà scendere in campo a Melbourne Park per agganciare Ai Sugiyama, ferma per sempre a 62. Ma Francesca arriva dalla sua peggior stagione. Quest'anno ha giocato 41 partite e ne ha vinte appena 15, compreso il successo su Krystina Pliskova al primo turno del WTA 125 francese, categoria “ibrida” tra i WTA e gli ITF. Nessuno si è permesso di criticarla, perché Francesca si è guadagnata un credito infinito, ma i numeri parlano di una stagione disastrosa. Per 17 volte ha perso al primo turno e la classifica piange. Oggi è numero 121 WTA e in questo momento non avrebbe il diritto di giocare 'sto benedetto Australian Open. E questa Schiavone, ahinoi, non offre alcuna garanzia di vincere tre partite nelle qualificazioni.


A CACCIA DELLA SUGYAMA

Lei è la prima a saperlo. Per questo, dopo una vita, è tornata a giocare nel circuito minore. Qualche settimana fa l'abbiamo vista a Poitiers, dove ha raccolto il secondo turno. Limoges è il torneo decisivo per conquistare la certezza dell'Australian Open. Ma bisogna andare avanti, molto avanti. Probabilmente vincere il torneo. In questo momento dista 115 punti da quota 600, laddove si trovano Donna Vekic, Klara Koukalova e Su We Hsieh, appaiate al numero 106. Il limite da raggiungere è più o meno quello: tra qualificate e wild card, infatti, l'accesso diretto al tabellone sarà limitato a poco più di 100 giocatrici. Anche considerando qualche forfait, il ranking attuale non le consentirà di entrare in tabellone. In questo momento, tra play-off interni e wild card “di scambio” già assegnate a Francia e Stati Uniti, sembra difficile che gli organizzatori offrano un invito a Francesca, che pure nel 2011 ha giocato uno dei match più belli nella storia del torneo, quando impiegò 4 ore e 44 minuti per battere Svetlana Kuznetsova. “Certo che noi offriamo sempre grandi emozioni…” ha sussurrato a chi gli stava accanto, mentre si dirigeva in sala stampa per raccontarle, queste emozioni. Si spiega così, con la voglia irrefrenabile di emozionarsi, il disperato tentativo di Francesca di azzannare l'Australian Open. E poi sarebbe un aggancio simbolico, perché acciufferebbe una tennista con cui ha condiviso uno dei match più importanti della sua carriera. Us Open 2003, ottavi di finale: Giove Pluvio non ne voleva sapere di lasciare in pace Francesca Schiavone e Ai Sugiyama: il loro match, eterno, fu stoppato nove volte per pioggia. Talmente mitico che Francesca finì sulla prima pagina del New York Times.


UN VIAGGIO LUNGO PIU' DI 1.000 PARTITE

La giapponese si è ritirata nel 2009, a 34 anni, ma tra un paio di mesi le loro strade potrebbero incrociarsi di nuovo, simbolicamente. Per avere la certezza di arrivarci, la Schiavone deve battere Mandy Minella negli ottavi e poi andare ancora più avanti, possibilmente fino al successo. Non dovesse farcela, inizierà a sperare in qualche forfait di troppo e nel frattempo lavorerà duro, più che mai, per giocarsi al meglio le eventuali qualificazioni. Sarebbe complicato perché troverebbe avversarie giovani, fameliche, pronte a tutto. Francesca lo ha provato sulla sua pelle, quando a Indian Wells è stata letteralmente derubata dalla cinese Lin Zhu. E dopo il match le ha dato una lezione di sportività. Ciò che piace della nuova Schiavone, l'ultima in versione tennistica, è una personalità finalmente esplosa. Ha avuto bisogno di qualche anno per prendere le misure al mondo esterno, i media, i giornalisti. Oggi è diventata ancora più brillante, estroversa, persino simpatica. I suoi account social piacciono perché sono sinceri, spontanei e trasmettono allegria nonostante le sconfitte sul campo. 17 uscite al primo turno non sono facili da digerire, ma Francesca mantiene la stessa passione da oltre 1.000 partite, traguardo raggiunto un paio di mesi fa nell'indifferenza generale. A quota 1.004, è al primo posto (insieme alla francese Stephanie Foretz) tra quelle ancora in attività, mentre e settima nella classifica generale. Numeri che dicono tanto, ma lei vuole ancora qualcosa. Vuole un record che vale mille volte meno di quel successo parigino. Ma quando c'è di mezzo la passione, provarci è sempre giusto.