Rispettando le indicazioni del CIO, la federazione internazionale ha ritenuto sufficienti i 205 controlli antidoping su sangue e urine cui si sono sottoposti i tennisti russi “olimpiaci”. Per questo, Kuznetsova e compagni hanno avuto il via libera per Rio. A meno che il loro nome non venga associato al Rapporto McLaren.

Gli otto giocatori che avevano ottenuto la qualificazione per le Olimpiadi potranno regolarmente partecipare. Lo ha confermato la Federazione Internazionale con una nota a seguito della decisione del CIO, per il quale tutti gli atleti russi “puliti” potranno regolarmente partecipare. Pur manifestando un certo sgomento per il Rapporto McLaren, in cui è emerso l’utilizzo diffuso e sistematico del doping nella Federazione Russa, l’ITF ha apprezzato la decisione del CIO. In due parole, il Comitato Olimpico Internazionale ha lasciato alle singole federazioni internazionali il compito di determinare l’ammissibilità degli atleti russi nelle varie discipline. Per questo riguarda il tennis, i russi si sono regolarmente sottoposti al programma antidoping ITF (effettuato secondo i parametri WADA), risultando sempre negativi. I dati statistici sembrano rassicuranti: dal 2014 a oggi, i russi si sono sottoposti a 205 prelievi antidoping, così suddivisi:

83 durante le competizioni (40%)
122 al di fuori delle competizioni (60%)

111 campioni di urina (55%)
94 campioni di sangue (45%)

L’ITF ritiene i dati sufficienti per rispettare i parametri richiesti dal CIO. Da parte sua, la Federazione Internazionale cercherà di avere conferma dalla WADA sul fatto che nessuno dei tennisti sia stato messo in relazione con il Rapporto McLaren. Se tutto dovesse essere confermato, a Rio de Janeiro vedremo anche Andrey Kuznetsov, Evgeny Donskoy, Teymuraz Gabashvili, Svetlana Kuznetsova, Anastasia Pavlyuchenkova, Daria Kasatkina, Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina. Proprio le ultime due, impegnate nel doppio femminile, sembrano avere le migliori chance di medaglia.