Dopo il bel successo di Donati, nelle “quali” degli Internazionali hanno perso 13 italiani su 14. Tutti tranne Volandri, a Roma in veste di giocatore e commentatore per Sky Italia. A sedici anni dal suo esordio al Foro, il livornese ha battuto Jaziri e sogna il main draw, in una sfida d’altri tempi con Radek Stepanek.

– “Volandri ancora gioca?”. “Sì signora, e sarà uno dei pochi italiani a vincere oggi”. Uno scambio di battute qualsiasi, nel parco del Foro Italico, fra uno dei tanti spettatori che il tennis lo seguono poco, ma all’appuntamento con gli Internazionali non mancano mai, e un altro invece attento, e pure bravo nei pronostici. Già, perché ci ha azzeccato in pieno, con l’unico errore che gli italiani al secondo turno delle qualificazioni non sono pochi, ma pochissimi: solo due su quindici. Un bilancio ingeneroso tenuto a galla solo dalle vittorie di Matteo Donati e Filippo Volandri: il più giovane dei nostri (o quasi, Vavassori è nato un paio di mesi dopo) e il più vecchio, oltre che gli unici due del lotto a non aver disputato le pre-qualificazioni. Volandri è passato 6-4 4-1 e ritiro contro il tunisino Malek Jaziri, dominato sul piano tecnico prima che decidesse di abbandonare il Pietrangeli per problemi alla schiena. Guardando giocare Filippo, oggi numero 222 del mondo, non si direbbe che i campi del Foro Italico li ha calcati la prima volta nel 2000 e la sua carta d’identità è pronta a salire a 35. A sedici anni da quella sconfitta col costaricano Juan Antonio Marin (noto per il record di 17 presenze Slam senza mai un successo) il livornese ha ancora la voglia di un ragazzino, malgrado i tempi migliori siano alle spalle da un po’, e già da qualche tempo si divida fra il ruolo di giocatore e quello di commentatore per Sky Italia, come avverrà anche dagli Internazionali non appena il campo gli dirà “game over”. “È strano perché sono ancora un giocatore – ha raccontato il mese scorso alla sezione Challenger del sito ATP – e voglio ancora disputare tanti tornei, ma mi piace anche questa possibilità. Qualche telecronaca, qualche intervista ai giocatori, mi piace. Spero possa diventare questo il mio futuro dopo il ritiro”. Anche la foto sul suo profilo ATP è curiosa: tutti i giocatori sono in veste “da gara”, lui è in camicia. Come se fosse già passato dall’altra parte, come numerosi suoi ex colleghi. Invece, per il momento fa ancora il tennista ed è pure competitivo.

MATCH DA CENTRALE CON RADEK STEPANEK
La vittoria con Jaziri, il cui nome ha fatto il giro del mondo a gennaio per una dichiarazione di Goran Ivanisevic (“non ha un allenatore, non si allena, non va in palestra, ma è comunque numero 70 del mondo perché ha un talento incredibile”), è solo la conferma di un’ottima prima parte di stagione, nei Challenger italiani. Volandri ha giocato tre dei primi quattro sulla terra battuta, ed è stato il miglior azzurro in tutti: quarti a Napoli, quarti a Torino e semifinale – persa ieri col britannico Edmund – al Garden di Roma. Forse che il miglior italiano sia stato un 34enne avviato verso fine carriera non è una buona notizia per il futuro del nostro tennis, ma fa piacere trovare ancora competitivo uno di quelli che negli anni più difficili hanno tirato avanti la carretta. Roma gli ha regalato “la sua miglior settimana in carriera” nel 2007, quando batté niente meno che Roger Federer e si spinse fino in semifinale, ma al Foro Italico non vinceva una partita dal 2011. A (quasi) 35 anni ha disputato per la seconda volta le qualificazioni, quindici anni dopo la prima, e si è regalato un duello “old fashioned” con Radek Stepanek, affrontato la prima volta nel 2000. Il 37enne ceco è un altro vecchietto delle qualificazioni, un altro che a Roma vanta vittoria con Federer e semifinale, ed è stato uno dei protagonisti della prima giornata, su un Campo 4 gremito di spettatori. L’hanno applaudito mentre faceva letteralmente impazzire la baby promessa americana Taylor Fritz (19 anni più giovane di lui), con un mix di qualità ed esperienza che nel circuito possono vantare in pochissimi. Ma se nelle “quali” ce n’è uno che ha la le qualità mentali per tenerlo a bada, quello è proprio Filippo, pronto a calcare di nuovo la terra del Campo Centrale con la serenità che ne sta accompagnando l’ultima parte di carriera. “Il tennis per me è una grande passione. Non ho bisogno di continuare a giocare, non ho più nulla da dimostrare. Lo faccio solo perché adoro giocare. Quindi non ho pressione, scendo in campo solo per divertirmi”. Un gran bel punto di partenza verso un main draw dai mille significati.

INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni maschili
Matteo Donati (ITA) b. Santiago Giraldo (COL) 4-6 6-3 7-6
Aljaz Bedene (GBR) b. Omar Giacalone (ITA) 4-6 6-3 6-1
Rajeev Ram (USA) b. Matteo Viola (ITA) 1-6 6-3 6-3
Inigo Cervantes (ESP) b. Thomas Fabbiano (ITA) 6-4 6-3
Lucas Pouille (FRA) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 6-2 6-3
Mikhail Kukushkin (KAZ) b. Federico Gaio (ITA) 6-7 6-4 6-4
Denis Kudla (USA) b. Alessandro Giannessi (ITA) 7-6 6-4
Filippo Volandri (ITA) b. Malek Jaziri (TUN) 6-4 4-1 ritiro
Robin Haase (NED) b. Lorenzo Giustino (ITA) 6-2 6-4
Damir Dzumhur (BIH) b. Andrea Vavassori (ITA) 6-4 6-1
Ernests Gulbis (LAT) b. Luca Vanni (ITA) 6-2 6-4

INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni femminili
Su-Wei Hsieh (TPE) b. Alberta Brianti (ITA) 2-6 6-1 6-4
Lara Arruabarrena (ESP) b. Martina Di Giuseppe (ITA) 6-2 6-4
Monica Puig (PUR) b. Martina Colmegna (ITA) 6-3 6-0
Heater Watson (GBR) b. Nastassja Burnett (ITA) 6-3 2-6 6-3