Dall'inviato a Ginevra, Riccardo Bisti – 13 settembre 2014
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)
Qualcuno ha scherzato, dicendo che gli svizzeri hanno fatto giocare Marco Chiudinelli per preservare una notte in più di prenotazioni alberghiere. Forse Severin Luthi non ha fatto questo ragionamento, ma non c'è dubbio che i tasselli del puzzle si stiano mettendo insieme, uno dopo l'altro. Al Palexpo è pieno di tifosi giunti da ogni parte del mondo per tifare Roger Federer. E' una specie di pellegrinaggio laico che ha – casualmente – assunto i colori della Svizzera. Fosse stato olandese, bulgaro o bielorusso, queste persone non avrebbero mai acquistato gadget su gadget del team svizzero di Coppa Davis. E così, con il 7-5 3-6 5-7 6-3 6-2 che ha regalato all'Italia il punto del 2-1, nella terza giornata potranno festeggiare il trionfo del proprio idolo. Naturalmente, da italiani, ci auguriamo di no. Ma i precedenti, lo stato di forma e l'inevitabile stanchezza accumulata da Fabio Fognini fanno pensare che ci voglia più di un miracolo per battere King Roger, che in questo sabato pomeriggio ha fatto da semplice spettatore, tifando per Stan Wawrinka e per l'amico d'infanzia Marco Chiudinelli, nato un mese dopo di lui e che qualche giorno fa ha compiuto 33 anni. Ha avuto la possibilità di festeggiare in modo inatteso e forse esagerato per le sue qualità: regalare alla Svizzera la seconda finale di Davis della sua storia. Invece no, l'Italia ha giocato con coraggio e abnegazione, allungando la pugna fino al terzo giorno, che poi era l'obiettivo realistico alla vigilia. Ma adesso, finchè siamo in ballo, vestiamoci a festa e proviamo a ballare.
CHIUDINELLI BERSAGLIO MOBILE
In mattinata si era diffusa la voce che avrebbe giocato Michael Lammer, invece Luthi ha optato per Wawrinka-Chiudinelli, stessa coppia battuta nel 2009 da Bolelli-Starace, e sconfitti un anno fa da Berdych-Rosol nel doppio più lungo nella storia della Davis. Il merito degli azzurri è stato quello di pressare Chiudinelli a dovere, facendolo crollare a cavallo tra il quarto e il quinto set. E così ci siamo presi un pizzico di gloria, con la soddisfazione che domani Svizzera-Italia sarà l'unica sfida ancora sensata, visto che la Francia ha annullato la Repubblica Ceca in due giornate e aspetta solo se ospitare gli svizzeri (pare a Lille, in uno stadio di calcio appositamente approntato) oppure venire in Italia. Ma il pensiero, nonostante la vittoria in doppio, ci sembra un tantino ardito. Fognini-Bolelli non si sono disuniti, soprattutto quando hanno capito che Chiudinelli non aveva intenzione di fare la comparsa. Il match diventava ben presto una bolgia, più o meno con questa trama: Bolelli e Wawrinka erano i più solidi al servizio, Chiudinelli si barcamenava e Fognini lottava tra alti e bassi. Trovava un picco sul 5-5, quando sulla palla break procurata da Bolelli cambiava l'inerzia dello scambio e chiudeva bene a rete. Con l'Italia avanti di un set, e senza più la pressione iniziale, Chiudinelli ha dato il meglio di sè. Non mostrava i guizzi che avrebbe potuto avere Roger Federer, ma era più che dignitoso. Il match girava nel secondo set, quando Bolelli si trovava 0-40 sul suo turno di battuta. Rimontava fino al 30-40, ma sbagliava una volèe in lunghezza. Nel game successivo potevamo recuperare, ma Fognini commetteva un paio di errori che scatenavano il suo nervosismo e i fischi del pubblico, totalmente maldisposto verso suoi gesti di stizza. L'Italia aveva una chance di rimettere in piedi il set anche nell'ultimo game (30-40 sul servizio di Wawrinka), ma tre prime vincenti di Stan riportavano il match in parità.
SPERANZA RINATA O AGONIA PROLUNGATA?
Il clima era caldo e pittoresco: quattro tifosi svizzeri si sono travestiti da…figli di Federer, indossando canottiere bianche con i nomi dei quattro eredi di Roger (Charlene Riva, Myla Rose, Leo e Lenny) e mostrando uno striscione con scritto “Alè Papà”. Il terzo set era deciso da un break su Fognini, sul 5-5 (in realtà, senza particolari colpe per il ligure). La Svizzera era ad un set dalla finale, ma a metà del quarto Fabio ha trovato la scossa che non era arrivata nel singolare del primo giorno: Due risposte fulminanti (più una fortunosa di Bolelli) ci regalavano la palla break, trasformata da un'ottima guardia sottorete del bolognese, nel complesso il migliore in campo. Visto che l'anno scorso avevano resistito per sette ore, si pensava che Chiudinelli-Wawrinka avrebbero lottato fino all'ultimo. Invece il break azzurro arrivava già al terzo game grazie a due bei punti di Fognini (bravissimo in difesa sulla palla break), poi la vittoria era suggellata dal game successivo, in cui Fognini arrancava, provocato anche dalla folla, e doveva fronteggiare quattro palle break. Gli azzurri ne salvavano due a testa: due servizi vincenti per Fabio, due ottime volèe per Simone. Era l'ultima botta psicologica per gli svizzeri. Chiudinelli non ne aveva più e perdeva nuovamente il servizio, regalandoci un altro giorno. Se di speranza o agonia, beh, dipende dai punti di vista.
COPPA DAVIS 2014 – SEMIFINALI
FRANCIA-REPUBBLICA CECA 3-0
Richard Gasquet (FRA) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-2 6-3
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Lukas Rosol (CZE) 6-2 6-2 6-3
Tsonga / Gasquet (FRA) b. Berdych / Stepanek (CZE) 6-7 6-4 7-6 6-1