di Max Grassi – foto Getty Images
Non ci sta, Andy Murray. E lo ha detto a chiare lettere ai vertici dell’Atp (l’Associazione Giocatori Professionisti). Al giocatore scozzese non è andata giù che la televisione abbia trasmesso in diretta i suoi appunti privati (con tanto di note tattiche) durante la finale del China Open, finale che Murray ha vinto contro il bulgaro Grigor Dimitrov.
Il n.2 del mondo, quando ha saputo che le telecamere internazionali lo avevano spiato, rivelando oltre alla sua tattica anche alcuni “segreti” motivazionali, è – per usare un eufemismo – rimasto piuttosto turbato. Istruzioni su come “attaccare la sua seconda di servizio” o “mantenere la calma e respirare”, sono diventate di dominio pubblico.
“Non mi piace – ha fatto sapere Murray – quando vanno a sbirciare nel mio borsone per vedere cosa ho dentro oppure il fatto che la gente possa conoscere i miei appunti riservati altrimenti, se volessi renderli pubblici – non esiterei ad appenderli alla sedia dell’arbitro in modo che ognuno possa comodamente leggerli”.
La madre, Judy Murray, ha espresso attraverso un tweet la sua rabbia per quella che ha chiaramente descritto come una “violazione della privacy”.