AUSTRALIAN OPEN – Thanasi Kokkinakis fa una buona figura contro Nadal: “E’ già pronto per il circuito ATP”. Se è così per lui, perché non può essere altrettanto per Quinzi?
Kokkinakis: "Ho cercato di dire meno parolacce. Sapete, ero in TV…"
Di Riccardo Bisti – 16 gennaio 2014
Lo hanno riempito di elogi. Thanasi Kokkinakis non ha ancora l’età per frequentare la scuola guida, eppure ha giocato un Australian Open eccezionale. Al primo turno ha battuto i crampi ancor prima che Igor Sijsling, poi si è goduto la Rod Laver Arena e ha fatto una buona figura contro Rafa Nadal. Ehi, contro Nadal, l’uomo che non concede neanche le briciole. E’ finita 6-2 6-4 6-2 ma bisogna andare oltre il risultato. Il complimento più bello, tuttavia, gliel’ha rivolto indirettamente un giornalista durante la conferenza stampa di Nadal. Lo spagnolo ha dovuto rispondere a 2-3 domande sul baby australiano, ma a un certo punto si è sentito chiedere quali fossero stati i suoi match più importanti quando aveva 17 anni. Significa che ritengono Kokkinakis degno di un accostamento. E non crediamo che sia soltanto una questione di nazionalismo. Nadal ha ricordato un paio di match: la prima vittoria su Roger Federer a Miami, primo episodio della loro eterna rivalità, nonché il successo in Coppa Davis a Brno contro la Repubblica Ceca. Già allora si capiva la sua forza: vinse un match importante e due giorni dopo era a Milano per il defunto torneo ATP del Palalido. Per carità, Rafa era molto più avanti. I paragoni sono forzati ma ci stanno, perché tra Nadal e Kokkinakis ci sono 10 anni di differenza. E proprio 10 anni fa, sul vecchio Rebound Ace, lo spagnolo giocò il suo primo match sulla Rod Laver Arena. Perse contro Lleyton Hewitt, ma era già un top-50. L’ultimo vero baby-fenomeno del tennis. Kokkinakis è molto indietro rispetto al Nadal di allora, ma è molto più avanti di quanto dicano le apparenze. Ad esempio, anche se l’affermazione può sembrare anti-patriottica, è il miglior junior al mondo.
“Ma come? E Gianluigi Quinzi?”. Ci arriviamo. Nadal è stato chiaro. “Ovviamente vale molto più del numero 570 ATP. Quando affronti un junior, non sai mai cosa aspettarti. Ha battuto il numero 70. Ha un gran futuro davanti a sé, credo che abbia già il livello per provare a giocare nel tour entro breve. Continui a lavorare e accadrà presto”. Nadal è convinto che la nuova generazione in arrivo sia molto competitiva. “E’ normale, presto arriveranno. Nello sport è sempre così. Curiosamente, negli ultimi anni non c’è stato un grande ricambio, ma prima o poi succederà di nuovo”. In questo momento, Kokkinakis è più forte di Quinzi. Non significa che tra qualche anno sarà ancora così, o che a fine carriera avrà vinto di più. Ma certe sensazioni valgono più dei numeri. Quinzi gli sta davanti nel ranking ATP, e anche di parecchio. Gianluigi è numero 327, Thanasi 570 (ma dopo Melbourne salirà). Tuttavia, il canguro ha avuto un grave infortunio che lo ha bloccato per tutta la prima parte del 2013. Dopo la finale all’Australian Open junior si è fermato per sei mesi a causa di una frattura da stress alla parte sinistra della schiena (tre anni fa aveva avuto un problema simile alla parte destra). Ha saltato un mucchio di tornei che gli hanno fatto perdere il contatto con il “gemello” Nick Kyrgios. Ma oggi il fisico è finalmente formato, quindi meno soggetto a infortuni, e la programmazione è già fissata. Dopo i doppi australiani, farà da sparring partner in Coppa Davis in Francia, e proprio in Francia giocherà il torneo ATP di Marsiglia, dove gli hanno riservato una wild card.
Oltre al paragone con Nadal, ci sta anche quello con Quinzi. I due si conoscono bene. Lo scorso anno si sono affrontati due volte, sempre a livello di quarti di finale, in altrettanti Slam junior. Ha sempre vinto Kokkinakis: 3-6 6-2 6-2 in Australia, 7-6 2-6 8-6 allo Us Open (dove peraltro hanno giocato il doppio insieme). Partite combattute, sul serio. Significa che Quinzi ha più o meno quel livello (almeno, lo aveva fino a settembre). Per questo, GQ deve guardare con ottimismo ai verdetti dell’Australian Open e magari lanciarsi il prima possibile in tornei un filo più impegnativi rispetto ai futures e i challenger frequentati fino ad oggi. Senza bruciarsi, per carità. Il 2014 dell’azzurro dovrebbe scattare tra un paio di settimane fa al challenger indiano di Chennai, dove attualmente è fuori di 12 posizioni dal main draw. Crescere gradualmente e con umiltà è importante, ma se il livello è già elevato, perché non provarci? Kokkinakis è sceso in campo senza problemi contro i migliori: “Ma si, non è certo una sfida contro Nadal che rischia di bruciarti. Vale lo stesso per la Barty contro Serena Williams” ha detto il ragazzone mezzo greco. Secondo Nadal, l’assenza di Under 20 di livello negli ultimi anni non è una tendenza, ma una parentesi. Una parentesi che può essere chiusa da un gruppo di ragazzi guidati da questo ragazzo di Adelaide, figlio di immigrati greci, proprio come Mark Philippoussis. “Scud” ha giocato un paio di finali Slam ed è entrato tra i top-5 ATP. Sarebbe interessante chiedere a Thanasi se firmerebbe per fare altrettanto. Di sicuro non sembra destinato a raccogliere le olive a Kalamata, città del Peloponneso da cui proviene suo padre. Al massimo, raccoglierà trofei.
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...