INDIAN WELLS – Fognini continua a dare spettacolo. L’ennesimo match tra alti e bassi contro Monfils lo spinge agli ottavi. Il francese arriva sempre a matchpoint, ma ci ha perso tre volte su cinque! 
In cinque partecipazioni a Indian Wells, Fabio Fognini non era mai andato oltre il secondo turno

Di Riccardo Bisti – 11 marzo 2014

 
Fabio Fognini crea sempre più di un batticuore. Sembra che ci provi gusto. Se poi l’avversario si chiama Gael Monfils, è ancora più bello conquistare gli ottavi al Masters 1000 di Indian Wells. Ancora una volta, più che una partita, è stato un film. Per lunghi tratti, Fabio ha ‘scherzato’ il rivale, poi ha rischiato di perdere quando il francese è andato a servire sul 5-4 nel terzo set, peraltro procurandosi due matchpoint. Ma con Fognini in campo, si sa, non è mai finita. Sull’orlo del baratro, l’azzurro ha ritrovato se stesso e ha dominato gli ultimi tre game per imporsi con il punteggio di 6-2 3-6 7-5. Sullo Stadium 2, in un insolito ‘Italian Monday’, è stata una partita a più facce. Fabio ha dominato il primo set, mettendo in un angolo il francese. 5-1 in un attimo, poi 6-2. Fabio on Fire? Qualcosa del genere. Ma non sarebbe Fognini senza sofferenza, alti e bassi, un po’ di disperazione. Sciupava due palle break consecutive in avvio di secondo set e usciva mentalmente dal campo, lasciando al sole il suo fantasma. Il vero Fognini è tornato dagli spogliatoi soltanto a match quasi compromesso, quando Monfils era salito 2-0 al terzo. Come se niente fosse, ha giocato quattro game eccezionali. Finita? Puah. Monfils si è preso tre giochi di fila ed è salito 5-4 e servizio. E’ opportuno ricordare che il galletto ha commesso tre doppi falli quando ha servito per il match, bruciando due matchpoint (sul primo è stato bravo Fabio, sul secondo ha infilato un mortifero double fault). A quel punto, l’azzurro ha rotto gli indugi. Nell’ultimo game si è preso un break a zero, mostrando a tutti chi comanda. Chi è più forte.
 
Vincere contro Monfils è una gioia particolare, anche in virtù di alcuni precedenti non esattamente amichevoli. Per il francese, ormai, Fabio è un incubo. Si sono affrontati cinque volte, e gli head-to-head vedono Fognini avanti 3-2. Con un piccolo dettaglio: in tutti i match vinti da Fognini, il francese ha avuto almeno due matchpoint. Roba da ricovero. Ancora una volta, si accende il dibattito su Fabio. I critici continuano a condannare il suo atteggiamento, sostengono che la vittoria avrebbe dovuto essere più netta. La tesi regge, perchè Fabio ha mostrato una superiorità a tratti imbarazzante. Le fasi pro-Monfils erano tutte dovute ai momenti no di Fabio, che infatti ha terminato con un saldo negativo tra colpi vincenti (23) ed errori gratuiti (39). Tuttavia, non va dimenticata la base da cui è partito. Soltanto pochi mesi fa, tra agosto e settembre, ha collezionato tre brutte figure consecutive a Cincinnati, Us Open e San Pietroburgo. Qualcuno aveva temuto che il salto di qualità estivo fosse un fuoco di paglia. Ma la mente umana non è come l’interruttore della luce, che si può spegnere e accendere a piacimento. Fognini ha intrapreso un percorso di crescita serio, concreto. Ma ogni percorso, per definizione, è irto di ostacoli. Ci vuole tempo per raggiungere il traguardo. Magari non ci riuscirà nemmeno per la fine della carriera, ma di sicuro ha svoltato. Tempo fa avrebbe perso, sicuro. Invece continua a crescere e ad avvicinarsi ai primi 10. Negli ottavi se la vedrà con il vincente di Nadal-Dolgopolov. Chiunque sia l’avversario, la partita si può giocare.

FEDERER MR. TIE-BREAK, ZOPPICA MURRAY
Prosegue la serie positiva di Roger Federer, giunta a otto partite. Lo svizzero ha avuto qualche problema per superare Dmitry Tursunov con il punteggio di 7-6 7-6. Piccolo passo indietro rispetto alle eccezionali prestazioni di Dubai, tuttavia si sta mostrando un cecchino nei tie-break. “Mi sento in un’ottima posizione – ha detto Federer – so quanto sia buono il mio livello. Anche se ho avuto bisogno di due tie-break, sono rimasto calmo. Anche quando ho subito il break al momento di servire per il set, sono rimasto tranquillo. Sono quelli i momenti in cui emerge la fiducia”. In precedenza, aveva rischiato grosso Andy Murray. Lo scozzese dice di stare bene fisicamente, ma la forma è ancora lontana. Opposto al giovane Jiri Vesely, si è imposto 6-7 6-4 6-4 ma avrebbe meritato di perdere. Il ceco è stato avanti di un break sia nel secondo che nel terzo set. Clamoroso l’harakiri nel terzo, quando ha commesso qualsiasi tipo di errore sul 4-3 e servizio. “La cosa più importante è aver vinto – ha detto Murray – non sono contento di come ho giocato. Se avessi perso, non avrei avuto la possibilità di giocare fino a Miami”. Secondo Murray, non c’è stato un momento in cui entrambi i giocatori hanno espresso il massimo. “Per questo ci sono stati tanti break e ribaltamenti di fronte”. Murray si conferma un cecchino contro i mancini: Nadal a parte, ha vinto 48 match su 51 contro chi gioca con la sinistra. Adesso se la vedrà con Milos Raonic per un posto nei quarti.
 
MASTERS 1000 INDIAN WELLS – IL TABELLONE