Nell'ultimo torneo di Lleyton, i canguri si affidano a una russa che ha scelto il loro paese per amore di un ragazzo…e del cibo di mare. Daria Gavrilova lotta proprio Hewitt e si è presa i suoi complimenti a distanza dopo l'exploit sulla Kvitova. “Nella battaglia mi esalto”.  

C'è una curiosa simbologia nello Slam più chiacchierato degli ultimi anni. No, non stiamo parlando delle scommesse o di alcune impudenze giornalistiche. Stavolta si parla di tennis giocato. Nel torneo che sancirà l'addio di Lleyton Hewitt (probabilmente accadrà domattina contro David Ferrer), gli australiani si stanno innamorando di una Hewitt in gonnella. Battendo Petra Kvitova con un doppio 6-4, Daria Gavrilova ha definitivamente conquistato il popolo australiano. Sono strani, i cangurotti. La loro fierezza li rende diffidenti verso i nuovi australiani, quelli che hanno conquistato la loro cittadinanza pur arrivando da fuori. Lei è russa, moscovita doc. Ma fu galeotto il Messico: qualche anno fa si trovò a San Luis Potosi per la Fed Cup Junior, dove rappresentava la Russia. Si giocava anche la prova maschile e nel team australiano c'era un bel ragazzo, di nome Luke Saville. Colpo di fulmine, fidanzamento immediato e da lì la folle idea: diventare australiana come lui, passare più tempo possibile a Melbourne, dove il clima è decisamente migliore rispetto a Mosca e dove ci si può ingozzare di cibo di mare e sushi. E così, nel dicembre 2014 è arrivata la cittadinanza, buona solo per l'ITF ma non per la WTA. Finalmente, giusto un mese fa, le hanno consegnato il passaporto. Oggi Daria è australiana a tutti gli effetti, ma non dimentica la ragione che l'ha spinta a fare tutto questo. “Non so se lo sapete, ma ho un fidanzato australiano, stiamo insieme da molto tempo – ha detto quando le hanno chiesto perché ha scelto l'Australia – sono arrivata qui quando avevo 15 anni e mi è sempre piaciuto starci, inoltre lui è di qui…insomma, credo sia un ottimo motivo”. Nonostante la giovane età, la loro sembra una storia ben più solida di quelle vissute dalla slovacca Jarmila Gajdosova, che si è sposata un paio di volte con altrettanti australiani (il primo fu il tennista Sam Groth):


I COMPLIMENTI DI HEWITT

Della Gavrilova colpisce lo spirito combattivo, quella voglia di lottare come una dannata fino all'ultima palla. La sua ispirazione si chiama Kim Clijsters, in qualcosina la ricorda, ma nella patria dei canguri e dei koala ha fatto bingo grazie a un atteggiamento"alla Hewitt". In questi giorni, la popolarità di Rusty è ai massimi livelli. A partire dalla polo patriottica, gli australiani sono letteralmente impazziti per lui. Per questo, l'investitura di Lleyton vale tantissimo. Specialmente ora. “Ho visto che Dasha ha colto una buona vittoria – ha detto Hewitt – mi piace il modo in cui lavora. L'ho vista spesso in palestra durante la preparazione. E' una tosta, lavora duro. Penso che abbia tante buone cose davanti a sè”. Non sappiamo se diventerà numero 1 o vincerà un paio di Slam come Lleyton, ma indubbiamente ne ricorda lo spirito. Lotta su ogni palla, ha una presenza agonistica notevole nonostante sia alta appena 166 centimetri. “Quando vedrò Lleyton lo ringrazierò personalmente. E' bello sapere che abbia detto queste cose perché è un modello per molte persone, soprattutto per me. Ha trascorso qualche settimana a Melbourne durante la preparazione e ci siamo sostenuti a vicenda”. Senza avere un colpo davvero straordinario, “Dasha” sta cogliendo risultati di spessore: lo scorso anno ha battuto Ivanovic, Sharapova e Safarova e adesso ha colto il suo migliore successo Slam. “Ma il terzo turno contro la Mladenovic sarà molto complicato. Ci conosciamo sin da quando avevamo 12 anni, una volta mi ha battuto al Roland Garros junior”. Va detto che la Gavrilova è stata aiutata dagli errori della Kvitova, ben 35 in due set, ma non si è disunita nel momento peggiore. Quando ha servito per il match sul 5-3 ha incassato il break e la partita poteva girare. “A quel punto ho pensato di trovarmi sotto 5-3 e non in vantaggio. E mi son detta 'Ok, che vogliamo fare?'. Ha funzionato”. Così come hanno funzionato gli appunti che le avevano lasciato i due coach: Craig Tyzzer e Nicole Pratt. “Niente di particolare, solo le cose che dovevo fare. Ho dato una letta per non dimenticarlo”. Meglio non lasciare nulla al caso.