CASO SCOMMESSE – Interrogato dal PM, l’aretino avrebbe “ammesso alcune cose e negate delle altre” secondo quanto riporta AP. Quello scambio di SMS con Bruni e “l’appartamento venduto per 300.000”. Sempre secondo AP, possibili audizioni per Starace e Santangelo.
Di Riccardo Bisti – 6 novembre 2014
La vicenda è delicata e bisogna scriverne con attenzione. L’inchiesta sulle presunte partite combinate, messa in atto dalla Procura di Cremona, guidata dal PM Roberto Di Martino, ha sconvolto il piccolo mondo del tennis italiano. Tra intercettazioni pubblicate, verbali secretati, persone che parlano e altre che mantengono il più stretto riserbo, è difficile ricostruire i fatti. Ed è ancora più complicato se a distanza di poche ore leggiamo titoli diversi tra loro. Nell’edizione di mercoledì della Gazzetta dello Sport, infatti, un trafiletto era intitolato “Scommesse, Bracciali nega coinvolgimenti”. In giornata, poi, è uscito un lancio dell’agenzia AP, una delle più importanti a livello mondiale. Viene utilizzato come titolo un virgolettato dello stesso Di Martino, in cui dice che “Bracciali ha confermato alcune cose e ne ha negate altre”. E allora è opportuno partire da qui, dalle poche parole rilasciate dal Pubblico Ministero che ha un compito molto delicato. Dovrebbe essere certo che sono stati ascoltati prima Manlio Bruni (l’ex commercialista di Beppe Signori) e poi Daniele Bracciali. Pare che siano stati ascoltati rispettivamente il 29 e il 30 ottobre, come riportato da tutti i giornali (solo la Gazzetta dello Sport parla del 3 e 4 novembre). “Bracciali ha ammesso alcune cose e ne ha negate altre” avrebbe detto Di Martino ad AP. Poche parole che aprirebbero un pozzo senza fondo. Il tennis è finito nella famosa inchiesta “Last Bet”, scattata nel 2011 con il coinvolgimento delle Procure di Cremona, Napoli e Bari. Ci si occupava di presunte combine nel mondo del calcio, con l’inchiesta arrivata addirittura a Singapore. “Nel tennis è la stessa storia che nel calcio – ha detto Di Martino – ha raggiunto una dimensione internazionale, in tutto il mondo”. Oltre 100 persone sono finite nel registro degli indagati, e da lì sono emerse le intercettazioni pubblicate qualche settimana fa e che hanno messo in subbuglio il tennis italiano. Pare che la procura stia seguendo con attenzione la figura di Tomas Nydahl, ex numero 72 ATP, che avrebbe “reclutato” alcuni giocatori (5 o 6) per perdere alcune partite in cambio di soldi. Sempre parlando con AP, De Martino ha detto che nessun altro giocatore straniero è coinvolto nell’inchiesta.
"APPARTAMENTO VENDUTO PER 300.000"
Avevano fatto scalpore le conversazioni Skype tra Bracciali e Bruni nel 2007, in cui si parlava di una presunta combine (poi non concretizzatasi, almeno secondo le intercettazioni) per un match al torneo ATP di Newport. Un’altra conversazione di quache anno dopo, con protagonista un allibratore e un personaggio non identificato, parlava della finale di Casablanca tra Potito Starace e Pablo Andujar, il cui risultato sarebbe stato combinato. Potito perse effettivamente quella partita. Il Corriere dello Sport ha diffuso uno scambio di SMS tra Bruni e Bracciali del 10 aprile 2011, giorno della partita. Lo riportiamo.
BRUNI: "Mi sono arrivate voci strane su contratto di oggi, vabbè speriamo che non siano vere"
BRACCIALI: "Ma voci di chi?…Impossibile, tranquillo…"
BRUNI: "Ma è gente che non sa che io conosco il tipo. Mi hanno detto che ha venduto appartamento per 300.000. Pazzesco".
BRACCIALI: "Non ci credo…Per me sono balle…"
E’ importante segnalare che Di Martino ha confermato l’autenticità delle conversazioni, mentre non ha fornito alcun dettaglio sulle recenti udienze con Bruni e Bracciali, i cui verbali sono rimasti secretati. Tuttavia è probabile che a breve ci saranno nuove audizioni con altre persone i cui nomi sono emersi nelle intercettazioni. Tra loro Potito Starace e Mara Santangelo. AP conclude il suo lancio scrivendo che Angelo Binaghi ha promesso “provvedimenti severi” da parte della FIT se i fatti risultassero veri, e ha aggiunto che nè Bracciali, nè Starace, nè Santangelo, hanno rilasciato commenti sulla vicenda. Non è del tutto vero per Starace: il campano ha rilasciato qualche dichiarazione sul “Mattino” del 16 ottobre. "Niente da nascondere. Sono un tennista onesto e pulito. Continuerò a giocare l'ATP di Mosca e la Serie A italiana (…) Dicono che avrei perso volutamente la finale ATP di Casablanca? Follia. Ci tenevo più della mia vita. E' come affermare che Baggio sbagliò il rigore col Brasile al Mondiale apposta". Molto energiche anche le dichiarazioni del manager Corrado Tschabuschnig, anch’esse tratte dal Mattino. "Abbiamo consegnato gli articoli dei giornali ai nostri legali. Vedremo se ci saranno gli estremi per le querele. E' comodo tirare in ballo Starace che è famoso e che ha dato tutto per l'Italia del tennis. Se Bracciali ha sbagliato pagherà, ma è assurdo tirare in ballo altri tennisti, solo perchè ne hanno parlato persone che Starace nemmeno conosce (…) Poto è un tennista italiano esemplare: nei momenti d'oro della sua carriera poteva andare via dall'Italia e non l'ha fatto, come tanti sportivi suoi colleghi. Avrebbe risparmiato tantissimi soldi versati regolarmente al fisco. Per difendere il buon nome di Starace andremo fino in fondo. Costi quel che costi".
INCHIESTA DIFFICILE
Secondo quanto riporta la stampa italiana, a dicembre si ultimerà l’inchiesta sul calcio, mentre col tennis si andrà avanti. Ribadiamo la nostra politica: fino a quando non ci saranno le (eventuali) sentenze di condanna, è valida la presunzione di innocenza per tutti, anche quelli la cui posizione sembra più compromessa di altri. E’ certamente una pagina molto triste che getta una cattiva immagine sul nostro tennis, ben più grave rispetto alle squalifiche che avevano colpito i giocatori italiani nel 2007-2008. Bracciali, Starace, Galimberti, Di Mauro e il povero Federico Luzzi avevano subito squalifiche di varia entità, ma le indagini avevano evidenziato colpe lievi e soprattutto la non intenzione di voler alterare artificialmente i risultati degli incontri. Sostanzialmente, i giocatori avevano scommesso su eventi sportivi dai propri account personali. Lo stesso “Braccio78” (si pensa che sia Bracciali), in una conversazione con Bruni dice di non “giocare mezzo euro” da due anni e nove mesi, ma che in passato aveva un account su Interwetten. L’impressione è che, in assenza di rivelazioni e/o ammissioni, sarà molto difficile provare l’eventuale colpevolezza di chi non ha lasciato tracce. Le accuse non possono certo basarsi su spifferi, indiscrezioni e “sentito dire”. E di questi ultimi, credeteci, ne abbiamo sentiti pure troppi.
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