L'ATP ha svelato i progetti per l'immediato futuro: possibile spostamento del Masters e grande attenzione ai Challenger: “Anche se i giocatori non devono passarci una carriera intera e guadagnarci”.

Di Riccardo Bisti – 15 ottobre 2014

 

E' passato quasi un anno dall'insediamento di Chris Kermode alla guida dell'ATP. Scelto dopo un breve periodo di “buco” dopo la terribile morte di Brad Drewett (ucciso dalla SLA), ha trascorso il 2014 svolgendo una serie di colloqui per cercare di inquadrare il futuro del circuito. Adesso sembra avere le idee chiare e, durante il torneo di Shanghai, ha esposto alcuni punti del suo programma. Tra le prime cose da fare c'è da stabilire il prize money delle tre categorie di tornei del circuito (Masters 1000, ATP 500 e ATP 250) e stabilire il calendario per le prossime quattro stagioni. “In modo da creare un periodo di calma in cui potremo rivedere a fondo il nostro progetto di business”. Kermode ha intenzione di dare una svolta al modello: se in passato le questioni del tour erano affrontate individualmente, adesso ogni decisione sarà presa osservando la situazione nel suo complesso. Potrebbero esserci alcune sorprese anche su aspetti che sembravano ormai definiti, come il sistema delle classifiche. In particolare, l'ex direttore del torneo del Queen's ha spiegato vantaggi e svantaggi di una reintroduzione dei bonus point. Per chi non li ricordasse, erano dei punti extra assegnati ai giocatori in base alla classifica degli avversari sconfitti. Tra gli altri argomenti “caldi” della nuova ATP c'è la durata della stagione, con i giocatori che chiedono da anni un accorciamento per avere un maggior periodo di offseason, la sede delle ATP World Tour Finals e i prize money dei tornei challenger, rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi 15 anni mentre le tappe del circuito sono cresciute in modo esponenziale.


DOVE SARA' IL NUOVO MASTERS?

L'ATP dovrà stabilire se mantenere a Londra il Masters di fine anno oppure trasferirlo altrove. Per natura, il Masters è itinerante, ma sembra aver trovato nella 02 Arena una sede perfetta, capace di accogliere oltre 1 milione di spettatori in cinque edizioni. “Si tratta di un evento molto importante sul piano finanziario – ha detto Kermode – è l'unico evento di cui siamo proprietari. Abbiamo trovato la giusta combinazione tra la sostenibilità economica e l'attrattiva. Allo stesso tempo, se dovessimo spostarlo, vogliamo andare in un mercato in crescita, con tanti appassionati e una forte richiesta per un evento del genere. Stiamo valutando le varie opzioni e penso che ad aprile 2015 avremo la risposta”. Tuttavia, la decisione potrebbe richiedere ancora più tempo, poichè Kermode desidera esaminare a fondo tutte le opzioni. In passato si era parlato del Brasile come potenziale sede delle Finals. Non hanno giocatori di livello (salvo ottimi doppisti), ma il mercato è in forte crescita. Sia pure tra qualche scandalo, hanno ospitato i Mondiali di Calcio e nel 2016 Rio de Janeiro sarà la sede delle Olimpiadi. La stessa città organizza un ATP 500, portato via a Memphis (c'era Rafael Nadal, ma non è stato un successone di pubblico). Se le ATP World Tour Finals non hanno certo problemi economici, non si può dire altrettanto per i Challenger. Diversi tennisti di bassa classifica si lamentano degli scarsi prize money, spesso insufficienti a coprire le spese. Su questo punto, Kermode è stato abbastanza tranciante. “Sono d'accordo sul fatto che i montepremi debbano aumentare, ma il reddito per tennisti di quel livello dovrebbe essere limitato. Dobbiamo definire quale sia il ranking ATP minimo per guadagnarsi da vivere con il tennis. Per il resto, è corretto dire che i montepremi devono aumentare. E' facile a dirsi, ma è meno facile capire da dove possono provenire i soldi”.


CHALLENGER DA RIVALUTARE

I giocatori spingono per raggruppare il maggior numero di tornei in località vicine tra loro, o comunque facilmente raggiungibili, in modo da ridurre le spese. Anche su questo l'ATP cercherà di intervenire. “Sarà probabilmente il traguardo più importante da raggiungere. Credo che il calendario sia un tema ancora più importante rispetto alla crescita del montepremi”. Nel 2014 sono in calendario ben 151 tornei challenger, più del doppio dei tornei ATP. La responsabile del Comitato dedicato ai Challenger, Alison Lee, si è occupata dell'argomento durante la stagione. Intervistata da Sports Illustrated, ha detto che stanno provando a far crescere i tornei con il prize money più basso. Attualmente, il minimo è 40.000 dollari (o 42.500 euro) più ospitalità. Questo limite è in vigore per i soli nuovi tornei, mentre quelli di montepremi inferiore ma già esistenti, hanno potuto mantenere il vecchio prize money. Entro tre anni, l'ATP vorrebbe aumentare a 50.000 dollari più ospitalità il montepremi minimo. Come ha ricordato la Lee, sarebbe il doppio rispetto a quando l'ATP ha preso in mano il circuito Challenger. “Inoltre, nei tornei da 75.000 dollari in su, stiamo già inviando gli arbitri di categoria superiore, così come fisioterapisti e tour manager. Avranno il compito di educare i giovani tennisti in modo da educarli e insegnare loro come funziona l'ATP. In questo modo, saranno preparati quando faranno il grande salto nel tour”.