La battaglia legale sta entrando nel vivo. A un mese dalla causa promossa dagli avvocati di Eugenie Bouchard, la USTA ha presentato una memoria difensiva sull'incidente occorso alla canadese lo scorso 4 settembre a New York. La storia è nota: dopo aver giocato il doppio misto con Nick Kyrgios, è scivolata nello spogliatoio dello Us Open (si è poi scoperto che si trattava della sala di fisioterapia), battendo la testa e procurandosi una commozione cerebrale. Gli avvocati della Bouchard sostengono che l'incidente sia avvenuto a causa della negligenza degli organizzatori, ovvero USTA e Billie Jean King National Tennis Center. Secondo l'accusa, la Bouchard sarebbe scivolata a causa di una sostanza scivolosa presente sul pavimento. Semplicemente, un detersivo. Tale situazione doveva essere per forza conosciuta agli organizzatori, che però non avrebbero avvisato della situazione di pericolo. Le conseguenze, inoltre, sarebbero state piuttosto gravi per la Bouchard: oltre alla commozione cerebrale sarebbe stata vittima di gravi lesioni alla testa, con evidenti ripercussioni sulla sua carriera. In effetti, da allora ha giocato solo un match a Pechino, ritirandosi dopo appena un set. Tali asserzioni sono respinte dalla USTA, che in 16 pagine di memorie si è focalizzata su due aspetti: la Bouchard non avrebbe seguito il protocollo e avrebbe rifiutato l'assistenza medica.
"GENIE NON HA RISPETTATO I PROTOCOLLI"
Pur senza quantificare la richiesta di risarcimento, lo studio legale che assiste la Bouchard in passato ha strappato risarcimenti multimilionari. La USTA non ha gradito le deduzioni sulle conseguenze dell'incidente, spiegando che le affermazioni sui mancati guadagni della canadese siano “incerte e speculative”, inoltre la sua recente attività sui social network non sarebbe in alcun modo compatibile con le pretese risarcitorie. In effetti, non sembra che Genie abbia ancora problemi. Tra l'altro, una settimana fa ha postato un'immagine in cui informa di aver ottenuto la patente di guida per la Florida. Ha anche pubblicato un paio di filmati e ha informato di essersi scambiata qualche messaggio con Billie Jean King “che utilizza le emoticon più di me”. I difendenti non hanno negato la presenza della “sostanza scivolosa”, ma hanno sostenuto che la stanza fosse “parzialmente illuminata” quando la Bouchard vi ha messo piede. Più in generale, l'ingresso nella sala di fisioterapia avrebbe violato i protocolli perché non aveva ottenuto né il consenso né era accompagnata dal personale autorizzato. Per questa ragione, si sarebbe assunta ogni rischio in modo “consapevole e volontario”. Tale affermazione ha fatto arrabbiare Benedict Morelli, uno degli avvocati della Bouchard. “E' un tentativo di incolpare la vittima – ha detto – l'assunzione del rischio avviene soltanto quando fai una cosa pericolosa come sciare o saltare da un aereo. Entrare in una stanza significa assumersi un rischio?”. Insomma, la battaglia è appena cominciata. La posta in palio sono i soldi. Tanti soldi.