Tomas Berdych si scaglia contro l’attuale sistema: “Che senso ha dire dove mi trovo ogni giorno se poi sono venuti a controllarmi due volte in quattro anni? Qualsiasi cosa facciano, sarà una miglioria”.
Anche Tomas Berdych crede che l'antidoping sia da cambiare
TennisBest – 22 aprile 2013
Ecco la bomba: secondo Tomas Berdych, le attuali norme antidoping sono un “disastro”. A suo dire, l’introduzione del passaporto biologico può solo migliorare le cose. Il ceco, numero 6 ATP, si è espresso in un’intervista con l’agenzia Reuters. “Il sistema attuale? Non so come funziona con gli altri, ma con me non funziona affatto”. Berdych ha spiegato la stituazione: “Ogni singolo giorno devi dire dove ti trovi. Lo sto facendo da 3-4 anni e ho avuto soltanto due controlli fuori dalle competizioni. Allora mi faccio una domanda: perché devo fare tutto questo se poi vengono così raramente?”. L’allusione è ai famosi “whereabouts” imposti da WADA e ITF, da quando il tennis ha aderito al programma dell’agenzia mondiale antidoping. Ogni giocatore deve far sapere dove si trova, per 365 giorni l’anno, in una fascia oraria di 60 minuti. “Se qualcuno è stato assunto per pensare a queste cose, e poi ha tirato fuori questa idea, gli avrei immediatamente sparato” ha detto Berdych, scherzando ma non troppo. “Questo sistema è un completo disastro. Quindi, qualunque cosa abbiano intenzione di fare, è positiva”.
Lo scorso mese, l’ITF ha annunciato l’introduzione del passaporto biologico già a partire dal 2013, uniformandosi ad altre discipline come il ciclismo. Nel 2012, il tennis ha effettuato appena 63 controlli sul sangue fuori dalle competizioni, contro gli oltre 3.000 condotti dall’UCI. E pensare che sono stati triplicati rispetto al 2011, quando furono appena 21. Ma non basta. Tanti giocatori hanno apprezzato la novità del passaporto: tra loro Roger Federer ed Andy Murray. Tomas Berdych si è aggiunto alla lista. “Certo, io la penso così. Dovrebbero esserci più test”. Anche Richard Gasquet ha elogiato il nuovo sistema. “Abbiamo ancora i test sulle urine: mi sembrano un po’ indietro rispetto ai tempi e sappiamo che i potenziali trucchi sono sempre molto avanti”. Le urine sono in grado di rilevare diverse sostanze, tra cui la famigerata EPO presa da Lance Armstrong (che pure riuscì a sfuggire ai controlli). Al contrario, solo gli esami sul sangue consentono di individuare l’ormone della crescita. Si parla da tempo di un incremento dei test sul sangue, tanto che a inizio 2013, il capo della WADA John Fahey ha invitato i funzionari del tennis ad aumentarne il numero.
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