Nuove regole per il 2015: la sanzione per la prima violazione antidoping può essere estesa a 4 anni contro i 2 attuali. Chi vuole rientrare dopo il ritiro dovrà avvisare 6 mesi prima. E guai a fotografare la raccolta dei campioni!

Di Riccardo Bisti – 5 gennaio 2015

 

Anno nuovo, regole nuove. Non sempre è così, ma la WADA ha deciso di impacchettare alcune normative per il 2015 e rendere ancora più severe le sanzioni. Si riassume così il documento di tre pagine in cui sono elencate le novità del nuovo codice antidoping del tennis, che va ad uniformarsi alla direttive della WADA. Vediamo cosa ci aspetta nella nuova stagione.

  • I giocatori dovranno rivelare eventuali violazioni del passato. La norma serve per rendere più facili le procedure. Si tratta di un'aggiunta all'articolo 1.12.
     

  • I giocatori che tornano dopo essersi ritirati devono avvisare le autorità anti-doping con un anticipo di 6 mesi. Ad oggi, il preavviso era fissato in 3 mesi. Cosa significa? Quando un tennista si ritira, firmando i documenti necessari, non è più soggetto alle norme antidoping. Ma se ha intenzione di tornare deve avvisare. Da oggi in poi, sarà soggetto alle norme con 6 mesi d'anticipo sulla data del rientro.
     

  • Nuove regole per le persone al fianco dei giocatori (coach, manager, preparatori atletici, ecc…). Devono rivelare eventuali violazioni del passato e non possono possedere o utilizzare sostanze proibite senza una regolare esenzione. Curiosamente, il codice precedente ne vietava il possesso ma non l'utilizzo. In altre parole, non solo il giocatore deve essere pulito, ma anche chi gli sta accanto.
     

  • Cambio importante nell'articolo 2.4: per essere incriminati a causa di test mancati bisogna commettere 3 violazioni nell'arco di 12 mesi. Molti ricorderanno i casi di Yanina Wickmayer e Xavier Malisse, condannati e poi graziati per aver saltato alcuni controlli. In passato il limite temporale era di 18 mesi.
     

  • I giocatori che si assoceranno con una persona “di supporto” (coach, preparatore atletico, medico) che stia commettendo una violazione antidoping, o che in passato sia stata condannata, commetteranno una violazione del codice antidoping.
     

  • Ancora più precise le norme sull'esenzione medica. Capita, infatti, che i giocatori ottengano l'autorizzazione a usare qualche sostanza vietata per ragioni terapeutiche. Le esenzioni saranno concesse soltanto se ITF e WADA si troveranno d'accordo. Nei casi in cui ci sia discrepanza tra l'ITF e le agenzie antidoping nazionali, qualsiasi diatriba sarà risolta dalla WADA o – in ultima istanza – dal CAS di Losanna.
     

  • Obblighi di reperibilità: quando un giocatore partecipa a un torneo non è tenuto a dire dove si trova e dare i famosi “whereabouts”, ma è obbligato a farlo dal giorno successivo fino al giorno precedente al torneo successivo. Un tennista è definito “in competizione” nelle date di un torneo, salvo i tornei in cui sia richiesta la sua presenza con un giorno d'anticipo. In quel caso, è considerato “in competizione” con un giorno d'anticipo.
     

  • Da oggi, l'ITF sarà l'unica responsabile per gli errori di archiviazione e i test mancati. In precedenza non lo era per i test effettuati da altre organizzazioni antidoping.
     

  • In caso di positività a un controllo antidoping, un giocatore ha la possibilità di chiedere un'esenzione medica retroattiva.
     

  • La sospensione preventiva sarà obbligatoria nei casi in cui la violazione deriverà dall'analisi del passaporto biologico. Al contrario, la sospensione preventiva non si applica se la positività è arrivata con il consumo di un prodotto o di un integratore contaminato. In questo caso, esiste maggiore discrezionalità per ridurre le sanzioni. Andrà valutata l'eventuale negligenza del giocatore.
     

  • Se tutte le parti (giocatori e ITF) trovano un accordo, si possono saltare i processi di primo grado e passare direttamente il caso al CAS di Losanna e farlo giudicare direttamente.
     

  • La squalifica per il primo caso di positività viene aumentata da 2 a 4 anni. L'aumentodipenderà da alcuni fattori, come l'intenzionalità della violazione o l'assenza di prove a testimonianza della buona fede. Allo stesso tempo, tuttavia, non ci sarà la possibilità di inasprire la sanzione sulla base di “fattori aggravanti”.
     

  • Discrezionalità più ampia nello stabilire eventuali sconti alle sanzioni nel caso in cui il giocatore fornisca “assistenza sostanziale” all'antidoping. Molti ricorderanno il caso di Wayne Odesnik, la cui squalifica è stata ridotta da 24 a 12 mesi perchè ha collaborato con l'antidoping. Ma nessuno sa in cosa abbia consistito esattamente la sua testimonianza. Prevista la stessa discrezionalità se i giocatori ammetteranno rapidamente le proprie colpe.
     

  • Nuove regole per i casi di recidività. D'ora in poi, la seconda sanzione non potrà mai essere inferiore ai sei mesi (è opportuno ricordare che le attuali norme, senza attenuanti, prevedono la squalifica a vita per la seconda positività).
     

  • Negli ultimi due mesi della squalifica (o nell'ultimo quarto, se la durata è inferiore) i giocatori potranno riprendere a utilizzare le strutture ufficiali dei tornei e allenarsi con altri tennisti.
     

  • Le sentenze del CAS di Losanna non devono essere pubblicate se è coinvolto un minore.
     

  • Le norme delle agenzie antidoping nazionali saranno cancellate dalla costituzione dell'ITF. Da oggi in poi, si farà riferimento esclusivamente al codice mondiale WADA. Inoltre, la prescrizione per le violazioni al codice antidoping è stata portata da otto a dieci anni.
     

  • I giocatori non potranno fotografare o registrare qualsiasi raccolta di campioni per un controllo antidoping.