WIMBLEDON, IL PUNTO – La vicenda di Matthew Barton non ha avuto la stessa risonanza di quella di Marcus Willis, ma è altrettanto affascinante. Ha incassato 56 ace, ma ha battuto l’ex “invalido” Albano Olivetti. Ferrer tocca il fondo, Fognini la tocca alla grande, Tomic si scusa, Troicki impazzisce.

. Non riusciva a rispondere al servizio di Milos Raonic. Frustrazione pura, incapacità di giocare, di mettere in atto schemi studiati a tavolino. Fino alla frase, buttata lì come una battuta ma con un fondo di verità. “Se giocassero tutti come Raonic, di sicuro smetterei”. Per quelli come il canadese, il tennis non è questione di tecnica o tattica. L’obiettivo è demolire l’avversario, impedirgli di giocare. Seppi ha fatto match pari per due set, poi è andato fuori fase. E ha riportato d’attualità un tema nato 25 anni fa, quando il pubblico di Parigi Bercy fischiava Goran Ivanisevic dopo ogni ace. L’evoluzione del tennis, per fortuna, ci ha insegnato che il rischio di essere travolti dagli uomini-robot non è così concreto. In fondo 43 Slam sono andati al divino Federer, al guerriero Nadal e al gran colpitore Djokovic. Nessuno di loro ha fondato le proprie glorie sul servizio. E i bombardieri di estrazione moderna vantano appena un paio di semifinali Slam, colte dallo stesso Raonic. Karlovic e Isner, ad esempio, non sono mai andati oltre i quarti. Ma c’è del vero nei timori di Seppi, specie quando Wimbledon avrebbe potuto ospitare un secondo turno tra John Isner e Albano Olivetti. Quella sì, che sarebbe stata una sparatoria. L’incubo è stato evitato da Matthew Barton, numero 248 ATP, versione 2.0 della storia vissuta da Marcus Willis. Lui è più forte, vanta un palmares migliore, ma ha avuto gli stessi dubbi del britannico. Ad esempio, si è preso una pausa dal tennis per dedicarsi all’insegnamento. Provenendo dall’Australia, capita spesso di vederlo in estremo oriente: India, Corea, Taiwan, ogni tanto gli Stati Uniti. “Ci sono stati parecchi momenti in cui ho nutrito dubbi sulle mie capacità e su me stesso – ha detto Barton, che adesso cercherà il miracolo contro Isner dopo aver reso innocui i 56 ace di Olivetti – è stata dura, ma alla fine ho sempre trovato qualcosa che mi convincesse ad andare avanti”. Classe 1991, ha definito la vicenda di Willis come una di quelle che riescono…”una su un milione”. Che non è la canzone di Alex Britti, ma le percentuali di successo nel tennis professionistico.

Ascoltare le parole di Barton ha fatto tornare in mente lo studio ITF di un paio d’anni fa, quando emerse che la metà di quelli che giocano da professionisti (o meglio, ci provano) non guadagnano assolutamente niente. E ci sono due confini ben precisi: n. 336 tra gli uomini, numero 253 tra le donne. Al di sotto di queste soglie si va in passivo. Willis è abbondantemente sotto, Barton ci sta dentro per un pelo. “Ma questa vittoria mi potrebbe cambiare la vita. Con il prize money di Wimbledon potrò pianificare un anno di tennis, forse anche di più”. Per lui, che spende circa 35.000 dollari all’anno, i 67.000 lordi di cui è già certo saranno manna dal cielo. Se il destino si è mostrato a Willis con le morbide sembianze della bionda Jennifer, la vicenda di Barton è meno poetica ma altrettanto affascinante. L’australiano era fuori dal “cut off” delle qualificazioni, ma cinque ritiri dell’ultim’ora (ultim’ora nel vero senso della parola) gli hanno consentito di entare in extremis. Poi si è meritato il main draw battendo Karen Khachanov, numero 1 delle qualificazioni. Fino alla maratona di tre giorni contro Olivetti, un altro con parecchie cose da raccontare. Qualche anno fa aveva fatto parlare di sé per aver sparato un servizio a 257 km/h durante le qualificazioni del Challenger di Bergamo, dopodiché era salito fino al numero 161, con buone prospettive di crescita sui campi veloci. Poi è stato vittima di un incidente stradale che gli ha provocato un’invalidità dell’80%. “Durante la riabilitazione non avevo niente, soltanto una piccola assicurazione” ha raccontato il francese, oggi aiutato dalla FFT con un coach che gli dà una mano in cambio dell’8% del suo misero prize money. Ha ragione Roger Federer: Wimbledon sta offrendo storie particolari, curiose, provenienti dall’altra faccia del tennis. Ma resteranno inutili se cadranno nel dimenticatoio. Il rischio c’è, speriamo non sia così. Noi non le dimenticheremo.


E’ possibile che David Ferrer possa perdere da Nicolas Mahut sull’erba. Ma il modo in cui lo ha fatto, senza lottare, getta un allarme rosso sul futuro dello spagnolo. Di solito il matrimonio fa bene ai tennisti, ma dopo i quarti in Australia non ne ha azzeccata una. Dopo il 6-1 6-4 6-3 incassato dal francese, ha ammesso di aver bisogno di staccare da tutto e da tutti. “Sono molto lontano dal mio miglior livello, soprattutto mentalmente. Non riesco a concentrarmi per tutta la partita. Fisicamente sto bene: il problema è che non so qualche sia il problema. Non ho forza, atteggiamento competitivo. Faccio fatica a giocare ed è qualcosa di nuovo per me”. Professionista dal 2000, negli ultimi cinque anni ha tenuto un livello che nessuno gli avrebbe pronosticato. Semplice logorio? “Non so quale sia la soluzione, ma so di aver toccato il fondo. Tuttavia, il tennis mi motiva ancora, altrimenti non sarei qui”. Dopo Wimbledon giocherà a Bastad (niente Davis per lui), ma non vuole fare programmi a lungo termine. “Voglio staccare da tutto e da tutti, trovare la soluzione per ripartire daccapo”.

 

QUANTI DUBBI SU DEL POTRO
Peccato che il suo match non sia stato trasmesso da Sky, perché Fabio Fognini ha finalmente vinto un match e ha giocato uno dei colpi migliori del torneo. Un classico pallonetto-tweener che ha sorpreso Federico Dellbonis in una partita che sembrava quasi persa, ma che Fabio ha ripreso per i capelli. In conferenza stampa si è parlato anche di Davis, di Italia-Argentina e di Juan Martin Del Potro. “Onestamente non so se sarà in grado di giocare una partita di cinque set. Per voi sì, ma non so se giocherà tre partite. Di sicuro sarà molto faticoso per lui. Credo che Juan Martin sia un campione e gli auguro tutto il meglio. E’ un amico e siamo cresciuti giocando insieme, ma non so come giocherà a Pesaro”. Anche Seppi ha qualche dubbio sull’eventuale utilizzo di Del Potro: secondo lui, difficilmente lo vedremo in campo nella prima giornata. Di sicuro sarà spettacolo nel venerdì di Wimbledon, dove proverà a infilare un exploit contro Stan Wawrinka. I due apriranno il programma sul Centre Court.


Come era prevedibile, sono arrivate le scuse di Bernard Tomic per la frase pronunciata il giorno prima, dopo il successo su Verdasco. “L’ho aspettato in campo come un ritardato” aveva detto l’australiano, facendo arrabbiare alcune associazioni che si occupano di persone con difficoltà di apprendimento. Acciuffato il terzo turno al termine di un match complicato contro Radu Albot, ha detto: Mi scuso se ho offeso qualcuno. Mi dispiace, la frase è uscita nel modo sbagliato”. L’incidente dovrebbe essere chiuso, anche perché – rivedendo il filmato della conferenza stampa – era chiaro che Bernard stesse scherzando. Non ha dovuto scherzare per battere il moldavo in quattro set. Avanti di due set e 4-2 nel terzo, ha dovuto giocare il quarto. “Non pensavo giocasse così bene, si è trovato alla grande con la mia palla”. Per Tomic è la vittoria numero 150 nel tour: un successo che lo proietta al terzo turno per la quarta volta nelle ultime sei edizioni. “Contro Roberto Bautista Agut sarà un match difficile, negli ultimi sei mesi sta giocando alla grande, poi ha usufruito di un ritiro al secondo turno. Però non affronterò Djokovic, e non è nemmeno la riproduzione di Federer”.


Osservando queste immagini, viene la curiosità di sapere come aveva reagito Viktor Troicki quando lo squalificarono per aver violato una norma doping. Il serbo ha dato vita a una scenata clamorosa contro il giudice di sedia dopo il match perso contro Albert Ramos. Sotto 5-3 al quinto e 30-30, ha incassato un servizio vincente di Ramos. Lui l’ha vista fuori, ma il giudice di sedia non ha effettuato l’overrule. “Cosa stai facendo? Perché? Perché? Sei il peggior arbitro del mondo!” ha detto Troicki mentre si è diretto, minaccioso, verso l’arbitro. Ovviamente non ha trovato soddisfazione e ha scagliato la palla lontano dal campo. Dopo essersi preso un warning, ha sbagliato l’ultima risposta e ha continuato il suo show dopo la stretta di mano. Ha continuato a strillare in modo isterico contro l’arbitro. “Ma sai quello che hai fatto? Sai quello che hai fatto???”. Alla fine, gli ha detto che aveva commesso una trentina di errori. “Ma non solo a mio sfavore, anche per lui”. Vale la pena rivedere la scena….