In vista del big match contro Djokovic, lo spagnolo ha un amico in più: il Campo Philippe Chatrier. Con i suoi enormi “out” aiuta il suo tennis fisico e difensivo. Djokovic: “A volte sembra impossibile fargli un punto”. Secondo Guga Kuerten, può essere decisivo. 

Rafael Nadal contro Novak Djokovic. Uno contro l'altro nei quarti di finale per un curioso dispetto del ranking e della sorte. Sarà una grande occasione per entrambi: Djokovic per dare la definitiva spallata al muro che gli impedisce di vincere a Parigi, Nadal per confermarsi un extraterrestre, come l'ha definito Gustavo Kuerten. E per mantenere la nomea di Re della Terra che si è costruito anno dopo anno, partita dopo partita, trionfo dopo trionfo. Per Djokovic sarà un vero e proprio esame: Nadal ha una forza mentale eccezionale e un fisico che sulla distanza dei 3 set su 5 è un'arma importante. Tuttavia, lo spagnolo ha un altro segreto: il Campo Philippe Chatrier. Motivo? Gli enormi spazi. Su un'arena così grande (“Che ricorda lo Stadio Maracanà” ha aggiunto Kuerten), le sue straordinarie capacità difensive si esaltano ancora di più. Questo vantaggio potrebbe dare a Nadal un piccolo vantaggio nella sfida più attesa del torneo. L'enorme spazio sullo Chatrier consente a Nadal di fare quello che gli riesce meglio: piazzare i piedi parecchi metri dietro la linea di fondo e giocare palle profonde e angolate, nonchè rispondere da lontano in modo dare ancora più rotazione. Più in generale, frustrare i giocatori offensivi. “Se giochi contro Nadal sullo Chatrier hai l'impressione di fare il doppio della fatica, perchè c'è così tanto spazio che hai la sensazione di non poter tirare un colpo vincente – ha detto Djokovic nei giorni scorsi – Rafa dà l'idea di arrivare su qualsiasi palla”. In effetti, i numeri sono terrificanti. Rafa è 70-1 al Roland Garros (curiosamente ha perso l'unica partita proprio sullo Chatrier, la tanto romanzata sconfitta del 2009 contro Robin Soderling), che diventa 93-1 se consideriamo tutti i match su terra rossa al meglio dei cinque set.


32 PIEDI DI FANTASIA

Era da parecchio che non gli capitava di giocare un paio di match sul Suzanne Lenglen, dove lo spazio è molto inferiore. Dopo il terzo turno contro Andrey Kuznetsov, ha ammesso che gli sarebbe piaciuto giocare ogni match sul campo che esalta il suo istinto, dove può scivolare ed esaltare la sua esplosività. “E' ovvio: un campo molto grande aiuta il mio gioco e per il mio avversario è un po' più complicato attaccare, tirare un vincente pulito”. Lo stadio intitolato a Philippe Chatrier è stato inaugurato nel 1928, teatro ideale per le imprese dei Quattro Moschettieri del tennis francese. Resiste ancora oggi anche se è il meno capiente dei quattro campi centrali degli Slam: contiene circa 14.800 spettatori. La capienza non trascendentale è compensata dagli enormi “out”, i più spaziosi in assoluto. Dalla riga di fondo alla base ci sono 32 piedi (quasi 10 metri), più o meno quanti la Rod Laver Arena, molti più dei 27 di Wimbledon e Us Open. Lo spazio laterale, invece, è secondo a quello del centrale australiano (circa 6,7 metri), mentre è sostanzialmente uguale a Wimbledon e maggiore rispetto all'Arthur Ashe Stadium di New York. Questi dati sono influenti soprattutto sulla terra battuta, dove lo spazio aiuta chi gioca un tennis più difensivo, o semplicemente fisico. “In effetti sembra che ci sia un miglio di spazio” ha chiosato Mike Bryan. Insieme al fratello Bob, hanno vinto “soltanto” due volte a Parigi. Sensazioni empiriche a parte, lo Chatrier è certamente più secco e veloce del Lenglen: essendo costruito su un parcheggio, il secondo campo parigino tende a trattenere l'umidità e la palla rimbalza meno alta, altro piccolo svantaggio per Rafa Nadal (che adora i rimbalzi alti, come ci ha spiegato Jacopo Lo Monaco nel giustificare dove e perchè lo spagnolo giocherebbe il match della vita). Inoltre, sullo Chatrier c'è anche una vivace ventilazione che aiuta i suoi colpi ben alti sopra la rete. “Rafa è il giocatore più forte di sempre sulla terra e lo Chatrier è il suo campo – ha detto Fabrice Santoro – in effetti è perfetto per lui”. Senza dimenticare che vi ha acquisito una familiarità eccezionale: ci ha giocato 55 partite su 71, con la percentuale dell'80%.


IL FATTORE DI GUGA

Un altro che gioca spesso e volentieri sullo Chatrier è Roger Federer, campione nel 2009 “Ammetto di aver impiegato un po' di tempo per abituarmi agli spazi dello Chatrier. Ancora oggi devo ricordarmi, di volta in volta, di tenere alto il baricentro del mio gioco. Essendoci così tanto spazio hai la tendenza naturale a tornare indietro, è una sensazione strana da spiegare”. Curiosamente, il big match si giocherà il 3 giugno, giorno del 29esimo compleanno di Nadal. Rafa cercherà di spegnere le candeline nel modo migliore, sul campo che gli ha ridato fiducia dopo una brutta stagione sulla terra europea, la peggiore degli ultimi 12 anni. Non ha intascato neanche un titolo nel vecchio continente (a febbraio aveva vinto a Buenos Aires, ma il campo di partecipazione era mediocre) e ha raccolto ben cinque sconfitte, più di quante ne avesse intascate nel quinquennio 2006-2010. Ma a Parigi si è ripreso, destando una buona impressione nei primi quattro turni. Ok, ha perso un set contro Jack Sock, ma l'americano serve alla grande e ha uno splendido dritto. E poi non si è giocato sull'amato Philippe Chatrier, ma sul più piccolo Lenglen. Insomma, Novak Djokovic è favorito dalle sensazioni e dalle quote dei bookmakers, ma Rafa un alleato in più. Chissà se il compianto Philippe Chatrier, uno dei più grandi dirigenti di sempre, sarebbe contento di essere associato così intensamente a Rafael Nadal. “Non c'è dubbio: nella corsa alla 'Decima', il Campo Chatrier sarà un fattore”. E se lo dice Guga Kuerten, uno che ci aveva disegnato un cuore….