Daniel Koellerer, radiato dal tennis per aver cercato di truccare alcune partite, è convinto che Nadal sia dopato. Quanto può essere attendibile la sua voce? 
Daniel Koellerer a Losanna nel giorno in cui è stato definitivamente radiato

Di Riccardo Bisti – 26 settembre 2013

 
Daniel Koellerer è uno dei personaggi più discussi degli ultimi 10 anni. L’austriaco, squalificato a vita per aver cercato di truccare alcune partite (la sentenza definitiva è arrivata dal CAS di Losanna nel marzo 2012), ha rilasciato una lunga intervista al settimanale SportWoche, con alcuni stralci pubblicati online. Le dichiarazioni più rumorose riguardano Rafael Nadal, attuale numero 2 ATP e prossimo a tornare in prima posizione. Koellerer è convinto che Rafa sia dopato. “Il tennis è sporco e oggetto di manipolazioni – ha detto – ma quest’anno cosa è successo? Niente. Solo io ho pagato per tutti. Adesso ci sono i casi di Viktor Troicki e Marin Cilic. Perchè? Prendiamo Nadal: è impossibile che risulti negativo. Stare fermo sette mesi per infortunio, tornare e vincere 10 tornei su 13…è impossibile. Impossibile! Questo dice tutto. E poi ci sono le voci su falsi infortuni per mascherare squalifiche silenziose. Guarda, nessuno crede che non prenda nulla! Pensa cosa significherebbe per il tennis la notizia di una positività di Nadal”. Frasi da bar sport, senza alcuna prova. Non è da escludere che gli avvocati di Nadal stiano analizzando a fondo i virgolettati dell’austriaco. I media spagnoli hanno immediatamente contattato Toni Nadal, zio-coach di Rafa, per una replica. Toni è inizialmente caduto dalle nuvole, non sapeva nulla. Quando l’hanno informato del contenuto delle accuse, ha tagliato corto. “Koellerer ha ben poca credibilità”. Sul merito, TennisBest ribadisce la sua posizione: in assenza di prove, ogni accusa è da ritenersi priva di fondamento. Ognuno può avere la sua opinione, anche la meno garantista possibile, ma va sempre espressa senza cadere in diffamazione. Le frasi di Koellerer sembrano al limite.
 
L’austriaco non ha parlato solo di Nadal. Ha citato anche David Ferrer, impegnato in questi giorni a Kuala Lumpur. “E’, o almeno era, un fumatore incallito. Quando abbiamo giocato contro, l’ho visto fumare fino a 10 minuti prima del match. Poi nel terzo set correva come un pazzo mentre io avevo la lingua di fuori”. Detto che dallo staff del valenciano non arriveranno repliche, l’austriaco allude al match di Umago 2009, perso 6-1 6-7 6-3. Anche qui, sebbene le accuse non siano troppo esplicite, gli appigli sembrano un tantino deboli. Koellerer ha anche parlato di se stesso, raccontando il periodo durissimo trascorso dopo la squalifica: "Sono entrato in depressione, ero frustrato. Ho sofferto e ho perso tutto. Ho perso la carriera, la donna, e ho anche rischiato di perdere la casa. Probabilmente non sarei più vivo se non ci fosse stata mia figlia”. Ovviamente, Koellerer ha detto la sua sul mondo delle scommesse illegali, ragione della sua squalifica a vita. Su questo argomento, l’austriaco è stato un po’ evasivo. “E’ un segreto di pulcinella tra i giocatori. Capita soprattutto d'estate che i tennisti perdano nei primi turni di un torneo in modo da essere liberi nel weekend per giocare le gare a squadre, e così guadagnare per due volte in una settimana. Ovviamente, i tennisti hanno informazioni privilegiate sui colleghi per scommettere centinaia di euro”. Nella sua replica, Toni Nadal ha detto che Koellerer non ha alcuna credibilità. Perchè dice questo? E’ opportuno capire le ragioni per cui l’austriaco è stato squalificato a vita. Anni fa, aveva subito una breve squalifica per una scazzottata con il povero Federico Luzzi. L’episodio avvenne durante il challenger di Genova: Luzzi, esasperato dal comportamento dell’austriaco, lo colpì e nacque una rissa da saloon. “Che Koellerer vada radiato è pacifico – disse Luzzi – io l’ho attaccato ma hanno squalificato lui!”. Nel 2005, i colleghi scrissero una lettera all'ATP chiedendone la squalifica a vita. In effetti, l’austriaco aveva un comportamento fuori dalle righe: insulti all’avversario, scene ai limiti del patetico, urla, sputi, parolacce…veniva spesso a giocare in Italia, dove ormai si era costruito l’immagine del clown. E funzionava, visto che i suoi match riempivano le tribune. Nel 2009 ha vissuto il suo anno migliore, portandosi a ridosso dei top-50 e giocando un gran match allo Us Open contro il futuro vincitore Juan Martin Del Potro.
 
Non giocava affatto male, questo Koellerer. Poi però ha subito un’altra sanzione perchè sul suo sito personale era comparsa la pubblicità di un’agenzia di scommesse, pratica vietata dalla Tennis Integrity Unit. Adesso quel sito non esiste più, quindi non è più possibile acquistare i gadget di “Crazy Dani” e addirittura un paio di vini griffati. E’ finito tutto per le follie compiute tra l’ottobre 2009 e il luglio 2010. Vicende senza senso, ma logiche se il protagonista è un personaggio come lui, Dottor Jekyll e Mister Hyde. Nel suo momento migliore, al torneo ATP di Vienna 2009, chiese a Jarkko Nieminen di perdere apposta il loro match. Il finlandese rifiutò, andò a spifferare tutto alle autorità, ma perse lo stesso. Secondo i racconti di Wayne Odesnik, altro elemento-rubbish del circuito ATP, in quella settimana l’austriaco si avvicinò anche a lui e gli disse più o meno questo: “Ehi, amico, se vuoi truccare qualche partita sai a chi devi rivolgerti: io sono la persona giusta”. Per inciso, il tribunale non gli ha creduto neanche un po’. Così come non ha creduto a Martin Slanar, modesto giocatore austriaco che avrebbe ricevuto da Koellerer un'offerta simile. Al contrario, hanno dato credito allo spagnolo Daniel Munoz de la Nava: Koellerer lo avrebbe cercato un paio di volte nel luglio 2010, chiedendogli se fosse interessato a guadagnare qualche soldo extra tramite i suoi match. A leggere i verbali, pare che “Collera” Koellerer si fosse inventato una seconda vita da allibratore abusivo, forse perchè a tennis non giocava più tanto bene e si era dovuto persino operare a un polso. Il giudice Tim Kerr lo ha radiato sulla base delle accuse di Nieminen e Munoz de la Nava. Prove? Poche. Registrazioni? Zero. Documenti? Niente. Lo stesso giudice, nella sentenza, ha ammesso di aver utilizzato la soglia più bassa per dare valore a una prova. Altrimenti sarebbe stato molto difficile condannarlo. Difficile associare l’aggettivo “povero” a Koellerer, ma l’impressione è che non fosse così simpatico ai giudici. Il CAS di Losanna ha confermato la radiazione, togliendo solo i 100.000 dollari di multa, "Perchè non ha tratto alcun vantaggio economico dalle sue attività illegali". Anche per questo,  quando dice: “Ho pagato io per tutti”, vien quasi da pensare che non abbia tutti i torti. Dopo di lui, sono stati squalificati a vita i soli carneadi David Savic e Sergei Krotiouk.
 
Questo è il profilo di chi ha pubblicamente accusato Nadal come forse non era mai stato fatto da un tennista. Ognuno può ritenerlo credibile o meno. Le dichiarazioni di Koellerer, tuttavia, hanno un merito: poichè ha parlato di squalifiche silenziose, ha fatto tornare alla ribalta le dichiarazioni di Pedro Munoz, ex presidente della federtennis spagnola. Secondo un suo racconto di un mese fa, nella seconda metà degli anni 90 un giocatore spagnolo (di cui non ha fatto il nome) sarebbe risultato positivo a un controllo antidoping e lo avrebbe personalmente accompagnato a un’udienza. “Aveva preso un prodotto per curare un infortunio alla spalla e si sono limitati a dargli una multa di 5.000 euro, senza rendere pubblica la notizia”. Un episodio che confermerebbe l’atteggiamento tenuto nei confronti di Andre Agassi e da lui stesso rivelato su “Open”. Va detto che all’epoca i controlli antidoping erano gestiti dall’ATP (la stessa associazione giocatori, in un clamoroso caso di conflitto di interessi), mentre adesso se ne occupa l’ITF, che ha sottoscritto il codice mondiale antidoping della WADA. L’ITF ha le sue pecche, ma sembra molto difficile che si possano verificare casi di insabbiamento come avveniva – pare – ai tempi della gestione ATP. Le dichiarazioni di Koellerer vanno ad aggiungersi a quelle di Cristophe Rochus, che in gennaio gettò più di un’ombra sul rendimento dei top-players, facendo i nomi di Rafael Nadal e Robin Soderling. Tante parole, ma i fatti non emergono. Delle due l’una: o vengono nascosti egregiamente, oppure non ci sono. Chissà se un giorno avremo una risposta certa.