La famiglia Neff si è costruita una mini-accademia nel terreno attorno all’abitazione. I figli si allenano a tempo pieno con un coach professionista e conducono già una vita da top-player.
Il giovanissimo Adam Neff durante una seduta "sull'uovo" reso famoso da Novak Djokovic
Di Riccardo Bisti – 13 giugno 2013
Guy ed Ann Neff sono una coppia di coniugi americani. Normali, benestanti. Hanno un figlio di 12 anni, Adam, che gioca a tennis ed è pure bravino. Vivono a Bradenton, Florida, stessa località dell’Accademia di Nick Bollettieri. Ma non volevano che Adam finisse nel campionificio IMG, e allora…si sono costruiti l’Accademia in casa! Si tratta di un terreno di circa cinque ettari, nei pressi di un mini-parco di uccelli (con polli, galli e pavoni), che i Neff hanno santificato al tennis. Attualmente ci sono due campi: uno in terra rossa (la stessa del Roland Garros, una rarità negli States) e uno in Laykold (la stessa superficie del Sony Open di Miami). Tra poco ne sarà ultimato uno in Decoturf, il cemento dello Us Open. Ma non finisce qui: accanto ai campi da tennis ce n’è uno di basket, una palestra nel verde e un trampolino gigante. Per non farsi mancare niente, hanno costruito una palestra coperta e un muro di allenamento. Ovviamente c’è un coach a tempo pieno. Si tratta di Lance Luciani, che si occupa di Adam Neff da mattina a sera. E’ stato lui a volere una “Recovery Room” che ospitasse il famoso “uovo” reso celebre da Novak Djokovic, la camerica iperbarica dove si simulano le condizioni d'alta quota e si favorisce il recupero dagli sforzi tramite l’assunzione di ossigeno. Dentro la stanza, che si trova accanto alla palestra, si possono cambiare pressione, densità e temperatura dell’aria. Tanto ben di Dio, ovviamente, non è destinato soltanto ai Neff. Si allenano altri bambini, tra cui il figlio dello svedese Peter Carnello, che ha definito l’Accademia “La Disneyland dei tennisti”.
Guy Neff fa l’epatologo e non ha peli sulla lingua. “La gente dice che siamo cogl… – ha raccontato al Wall Street Journal – ma non c’è problema, ce ne hanno dette di peggio. Se Adam non riesce a sfondare con il tennis, avrà mille altre strade. Può fare il medico, l’avvocato, il commercialista…tutto!” Gli fa eco la moglie Ann, che di professione fa il dermatologo. “Non ascoltiamo chi ci critica”. Durante il Roland Garros, Adam si è recato a Parigi per giocare il Longines Future Tennis, torneo a 16 giocatori con i migliori bambini del mondo (c’era anche il nostro Marco Furlanetto). Si era qualificato vincendo un torneo a Delray Beach. Non avrebbe potuto essere altrimenti: non molti bambini americani hanno un campo in terra rossa sul giardino di casa…. Non è andata troppo bene: ha perso subito contro il tedesco Rudolf Molleker, che poi avrebbe superato Furlanetto in semifinale e vinto il torneo. Adam ha le tipiche ambizioni del 12enne: “Vorrei diventare numero 1 al mondo. Entrare tra i primi cinque sarebbe bello, ma numero 1 sarebbe proprio cool”. Oh, yeah. E pensare che non doveva nemmeno giocare a tennis. Era fissato con il baseball, poi verso l’età di 7 anni i genitori lo hanno iscritto a un corso di tennis per migliorare la coordinazione occhio-mano. Qualche tempo dopo, hanno visitato un’Accademia in Francia, tanto che Adam voleva addirittura restarci a vivere. I genitori dissero di no, ma poi pensarono bene di trasferirsi in Florida (dove i genitori avevano studiato), lasciando il nativo Ohio. Arrivati a Bradenton, un amico comune li ha presentai a Luciani, ex coach dell’Accademia di Bollettieri. “E abbiamo pensato di investire in campi da tennis i soldi che avremmo speso per una bella casa” racconta la mamma.
Nel 2011, i Neff hanno acquistato i terreni intorno alla casa. Hanno ripulito tutto, perché era invasa da palme nane, scorpioni e serpenti. I tre campi, nel complesso, costano 160.000 dollari, mentre il CVAC Pod (la camera iperbarica) è stato preso in affitto per cinque anni al costo di 110.000 dollari. Non è dato sapere quanto intasca Luciani, ma si presume che sia una cifra importante, visto che si occupa a tempo pieno di soli tre bambini (Adam e Katarina Neff, nonché Lancelot Carnello). Decine di altri ragazzi frequentano l’Accademia, ma a ritmi da scuola SAT. A coadiuvarlo c’è la figliastra Emily Mowery. A breve si aggregherà al gruppo la più piccola dei fratelli Neff, Isabella, che ha 5 anni e ha già iniziato a colpire. “Ma non voglio più di otto allievi” dice Luciani, che evidentemente punta sulla qualità. Alcune scelte sembrano un tantino estremiste. Adam e Katerina, così piccoli, studiano già da privatisti. Studiano durante e dopo gli allenamenti, con il fratello maggiore già impegnato in francese e spagnolo. La giornata di Adam inizia alle 7.30 del mattino. Si allena con una macchina spara-palle e Luciani che gli dice: “Non acconentarti di essere bravo, devi essere impressionante!”. Gli piace urlare e non tollera piagnistei. “Ma guardate che sa essere divertente – dice il piccolo Neff – se sbagli, ti corregge. Ma se fai le cose per bene ti fa i complimenti”. In palestra lavorano su una serie di esercizi pilometrici e di coordinamento, pensati e studiati da un preparatore atletico. Per non farsi mancare niente, Adam si sottopone ad alcuni massaggi e una volta a settimana fa visita a uno specialista dello stretching. Dopo ogni giornata di allenamento, Adam si immerge nella CVAC tra i 40 e i 60 minuti. “Semplicemente è uno strumento che si avvale di un processo fisiologico per migliorare le capacità di allenamento e recupero” dice la madre. Di notte, Adam avvolge le gambe in uno strumento di nome NORMATEC, utilizzato dagli atleti professionisti per migliorare il flusso di sangue e il recupero. “Si, siamo molto attenti al recupero – conclude il padre – non voglio che mio figlio abbia la schiena a pezzi quando avrà 50 anni”. L'Accademia fatta in casa: sarà questa la rivoluzione del tennis?
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