Ancora un ritratto del nostro «biblo-tennista» Ludwig Monti da Halle. Il protagonista è ovviamente Kyrgios, che in Germania sta dando spettacolo
Nick, Nick, Nick…
Questo il nome che mi risuona in testa alla fine della giornata di quarti di finale ad Halle. Tralasciamo il primo match, tra Otte e Khachanov, due ore e mezzo a suon di botte alla pallina, con vittoria del beniamino di casa sostenuto dal pubblico manco fosse Boris Becker, o Shascha Zverev. Si è già detto del profeta Elia-Daniil, che oggi si è confermato con il regolarista spagnolo Bautista Agut, sconfitto per la prima volta in carriera. Il quarto incontro, tra Auger-Aliassime e Hurkacz, giustiziere del Re nela sua ultima partita, poco meno di un anno fa a Wimbly, me lo sono risparmiato. Perché? Perché appunto avevo da poco visto Nick, Nick, Nick, uno e trino. E dopo di lui e Daniil, la qualità non può che scendere.
In poco più di un’ora ha sconfitto lo spagnolo Carreno Busta, che lo sopravanza di parecchie posizioni nel ranking. E uno si chiede: come fa un talento del genere, il ventisettenne australiano Nick Kyrgios, a essere solo numero 65 del mondo, al massimo 30 se vincerà il torneo? Uno baciato incredibilmente dal talento, che per lungo tempo non ha avuto un allenatore, e non so se al momento lo abbia. In campo, oltre ai fondamentali perfetti (con una battuta letale), fa colpi sotto le gambe del tutto inutili a prima vista, mima la risposta vicina a rete coniata da Roger (la SABR), a volte batte da sotto, quasi irridendo il rivale, fa smash in terzo tempo, osa tocchi di fino che lasciano sbigottiti l’avversario… Un campionario sconfinato, che meriterebbe altri numeri tennistici. Ma lui è così. Ricorda i profeti biblici, uomini di Dio che facevano gesti sconcertanti per risvegliare le coscienze, i cosiddetti “mimi”. Cercateli tra le pagine profetiche, non ve ne pentirete… Intendiamoci, non credo Nick abbia di sé tale consapevolezza religiosa. Ma resta un personaggio unico, irreplicabile, impossibile da incasellare. Quasi ineffabile. E, come tale, capace di accennare ad altro, a un oltre.
Se proprio vogliamo restare in ambito “spirituale” (aggettivo che detesto, ma ci capiamo), il paragone più prossimo mi pare quello con i “folli in Cristo”. Chi erano costoro? Cristiani di ogni tempo, uomini e donne che, soprattutto dopo l’editto con cui Costantino proclamava il cristianesimo religione dell’impero, facevano gesti sconcertanti agli occhi del mondo, talvolta addirittura blasfemi, per ricordare che i seguaci di Cristo non possono mai installarsi in sicurezze e poteri mondani. Che “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”, copyright Gesù di Nazaret. Che “Cristo crocifisso è scandalo per i giudei e follia per i pagani … Ma ciò che è follia di Dio è più sapiente degli uomini e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”, questa volta musica e parole di Paolo di Tarso. Dall’antichità fino agli jurodivyj della chiesa ortodossa russa del XVIII secolo e ancora oltre. Rigettando i conformismi e le ideologie mondane, nonché ogni ipocrisia dei professionisti della religione, presenti in ogni tempo e a ogni latitudine, questi uomini e donne sono stati presenza profetica e urtante al cuore della cristianità.
Ma non facciamola troppo lunga, non esageriamo. Resta un fatto: nel godermi Nick intento a muoversi in campo, balbettare tra sé, accennare a un litigio con l’arbitro anche in un match semplice, toccarsi nervosamente il cappellino indossato al contrario, ammiccare a qualche spettatore, mi è venuto in mente questo parallelo. In fondo siamo sempre nella linea di un tennis un po’ diverso, non solo muscolare (ah, nel frattempo vedo che il bombardiere polacco Hurkacz ha vinto in due tie-break, immagino a suon di ace). Un tennis la cui follia fa rima con bellezza e alterità, che poi sarebbe la santità. Nick, Nick, Nick, irreplicabile folle in Cristo, se ti applicassi un po’ di più…
Cari saluti a tutti e tutte da Halle, dove spero di tornare l’anno prossimo, se è vera la promessa di Roger di giocare anche nel 2023. Ma ci risentiamo ben prima con altre puntate de La Bibbia del Tennis: il viaggio è solo all’inizio, e non mancheranno occasioni per godere insieme dei paralleli tra il meraviglioso sport del diavolo e le ineffabili Scritture divine.