L'australiano gioca tre tie-break con Federer, ne vince due e intasca il secondo grande successo in carriera. Hanno impressionato la sua personalità, il modo di stare in campo e la gestione tattica del match. Spiragli romani per Roger? 

Non sappiamo se Nick Kyrgios vincerà più Slam di Victoria Azarenka. Ma se qualcuno vuole scommetterci su, dopo la folle giornata al Masters 1000 di Madrid, avrà ottimi motivi per pensarlo. Mentre Vika ha buttato via il successo contro Serena Williams (che le avrebbe rilanciato la carriera), l'australiano si è preso lo scalpo di Roger Federer al termine di un match splendido, chiuso col punteggio di 6-7 7-6 7-6. Un capolavoro di tecnica, ma soprattutto di maturità. D'altra parte le stimmate del campione le avevamo già viste a Wimbledon, quando battè Nadal. Adesso si è confermato, ed anche se il successo sullo spagnolo valeva qualcosa di più, lui ha già definito questa vittoria “la più grande della mia carriera, contro un idolo. Ero un po' nervoso, ieri notte non ho dormito bene perchè sapevo che avrei potuto giocarmela. In campo avevo la sensazione di essere uno spettatore, più che un protagonista. Una cosa simile a quella vissuta contro Nadal”. Il risultato ha una valenza storica, poiché è diventato il quinto ventenne ad aver collezionato una vittoria su Federer e una su Nadal. Prima di lui c'erano riusciti Mario Ancic, Tomas Berdych, Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro. In un drammatico tie-break finale, Kyrgios ha cancellato due matchpoint e ne ha dovuti giocare sei prima di alzare le braccia al cielo in un clima non così entusiasta: nonostante la rivalità con Nadal, gli spagnoli hanno un debole per Federer. Già privi di Djokovic, non l'hanno presa benissimo.


PER KYRGIOS E' TUTTO UGUALE

“A un certo punto ho pensato a tagliare il traguardo – ha detto Kyrgios – e non è la cosa giusta da fare, soprattutto contro Federer. Lui ne ha tratto vantaggio. Poi ho solo cercato di trovare la giusta posizione in risposta e a fare di tutto per vincere”. A parte il risultato, comunque clamoroso, ha colpito quel che si è visto: raramente Federer deve adattare la sua tattica in base all'avversario. Di solito è lui a scegliere, a dettare i ritmi. Stavolta, oltre a venire martellato dal servizio-bomba dell'australiano (“Non riuscivo a rispondere, in generale ho fatto una cattiva prestazione in risposta”), doveva evitare con cura il dritto. Con quel colpo, Nick fa i buchi per terra. Ma ha sorpreso per la regolarità con il rovescio, oltre per la personalità con cui ha gestito la situazione. Un conto è fare il bullo a Wimbledon, quando sei ancora uno sconosciuto. Un contro è farlo in Australia, dove ti perdonano tutto. Un conto è farlo dove tutti si augurano una tua sconfitta. Per lui è tutto uguale, ed è forse la sua più grande qualità. Una caratteristica che gli tornerà molto utile. E se gli avversari devono giocargli sistematicamente sul rovescio per tenere lo scambio, significa che Nick può fare davvero sfracelli. In tutto il match, ha concesso Federer la miseria di 18 punti in risposta.

FEDERER E I VENTENNI
Come detto, una sconfitta che fa storia: era dal 2009 che Federer non perdeva contro un ventenne (finale Us Open contro Del Potro) ed è soltanto la terza sconfitta contro un giocatore nato negli anni 90. Le precedenti sono arrivate contro Delbonis (Amburgo 2013) e contro Raonic (Parigi Bercy, sempre nel 2013). Mentre Isner proverà a superare la prova del nove contro John Isner, gli appassionati bramano dalla curiosità (e dal desiderio) di sapere se Federer verrà a Roma. Sembrava un'ipotesi quasi esclusa, invece adesso è possibile. Lui non ha dato certezze, spiegando che la moglie Mirka è in ospedale (infatti il suo clan a Madrid era ai minimi termini). Tra l'altro, dopo la vittoria a Istanbul ha fatto una sortita in Svizzera per festeggiare il primo compleanno dei gemelli Leo e Lenny. Insomma, l'impressione è che deciderà all'ultimo. Ma se prima non avevano speranze, oggi i romani possono almeno incrociare le dita.  

MASTERS 1000 MADRID – IL TABELLONE