di Giorgio Valleris – foto Getty Images
In una parola: ingiocabile. Petra Kvitova "encanta" Madrid; dopo aver annichilito (non semplicemente battuto) la numero uno del mondo Serena Williams nella semifinale di ieri, oggi mette una gustosa ciliiegina sulla torta e supera nettamente in finale Svetlana Kuznetsova per 6-1 6-2. Fin dalle prime battute, la ceca ripropone il copione recitato con la statunitense: piedi saldamente dentro il campo, servizi bomba e vincenti a ripetizione. Quello che è riuscita a fare ieri, in un certo senso, un record. Già, perché la numero uno del mondo non aveva ancora perso un match. Un record, non un exploit. Perché quando è in fiducia, la campionessa di Wimbledon 2014 può battere chiunque, Queen Serena compresa.
La rediviva russa, già numero 2 del mondo nel 2007, si presenta ai nastri di partenza nella capitale spagnola con un tabellone di ferro, eppure supera, una dopo l'altra, tenniste di livello come Makarova, Muguruza, Stosur, Safarova (al termine di un'autentica battaglia) e Maria Sharapova in semifinale. Con un curriculum madrileno di questo tipo non c'è spazio per timori reverenziali. Anche perché 6 anni fa Kuznetsova è riuscita a laurearsi campionessa al Roland Garros non per caso. Ma Kvitova oggi è quasi ingiocabile.
Lotta generosamente Svetlana, che nei primissimi scambi è brava a contenere l'avversaria e a "leggere" le giocate della Kvitova. Sotto 0-40 già nel secondo game, trova 5 punti di fila e si salva incredibilmente. Ma la sfida, di fatto, finisce qui. Quello a cui si assiste dopo è un monologo assoluto della ceca che attacca con colpi precisi e profondi che fanno breccia nelle difese della russa, peraltro dolorante alla gamba destra. Non c'è partita. 16esimo titolo in carriera per Kvitova, secondo stagionale dopo quello di inizio anno a Sidney. Se mantensse questo livello di forma, Petra potrebbe arrivare molto lontano a Roma e Parigi. Ma la continuità non è mai stato il suo forte, quindi con lei il condizionale è sempre d'obbligo...