Superba prestazione di Petra che domina il primo e il terzo set. Vika si arrende col punteggio di 6-1 3-6 6-2. Dopo 13 anni una ceca in finale…

da Londra, Giorgio Spalluto

 

Il tennis di domani ha dato un saggio delle sue potenzialità nella prima semifinale dei Championships. A trionfare in quella che potrebbe essere una delle rivalità più accese dei prossimi anni è Petra Kvitova, l’unica sopravvissuta delle 4 semifinaliste della scorsa edizione. La ceca ha sconfitto Victoria Azarenka con il punteggio di 6-1 3-6 6-2 in un'ora e 42 minuti.

 

Era dal 1998 che una tennista ceca non raggiungeva l’ultimo atto del torneo di Wimbledon quando Jana Novotna batté in finale Nathalie Tauziat. Per ritrovare un’altra mancina in finale a Wimbledon bisogna tornare al 1994, l’anno dell’ultima finale di un’altra connazionale di Petra, Martina Navratilova per la quale l’ultimo esemplare di una scuola inesauribile nutre un’autentica venerazione. Cresciuta nello stesso circolo di Berdych e della sua fidanzata Lucie Safarova, la ventunenne di Bilovec ha visto la sua ascesa nel gotha del tennis ritardata da qualche infortunio di troppo e dai consueti passaggi a vuoto che hanno caratterizzato la sua seppur giovane carriera.

Come quelli che, sia nei quarti che quest’oggi, l’hanno costretta a prolungare le sue fatiche al terzo set, dopo aver dominato le prime fasi dei rispettivi incontri.

 

Petra annulla in avvio una palla break chiudendo il primo game con un ace esterno. Saranno 6 gli “assi” al termine di un primo parziale in cui la Kvitova fa il vuoto dal 3-1 al 6-1 conclusivo.

Non solo servizio. Le gambe della boema vanno a mille come conferma l’ultimo punto del primo set in cui la ceca riprende tutte le accelerazioni della bielorussa, alzando un paio di lob difensivi, prima di trafiggere a rete l’impotente Vika.

 

La bielorussa è brava a sfruttare il primo passaggio a vuoto della sua avversaria e, con un parziale di 8 punti a uno, si porta sul 2-0. Nel terzo game Vika salva una palla break, trascina il game ai vantaggi e riesce a confermare il break.

La Azarenka fallisce per ben due volte l’occasione di azzannare alla giugulare il secondo set, fallendo una palla per il doppio break di vantaggio sul 3-0, e due consecutive sul 4-1. La Kvitova non è più quella ingiocabile del primo set, ma riesce comunque a incutere qualche timore alla sua avversaria, sul 4-2, quando si porta sul 15-30. Vika si salva e chiude il secondo parziale per 6-3.

 

Malgrado il “turnaround” della Azarenka, la partita continua a farla la Kvitova, autrice nel secondo set di 8 vincenti e 14 errori, contro un solo vincente e un unico gratuito della Azarenka.

 

Comincia il set più importante delle rispettive carriere. La 21enne di Minsk ha beneficiato nel secondo set di un piccolo calo della ceca che, in chiusura di parziale, è sembrata comunque dare segnali di risveglio preoccupanti. Non è una bella idea per la Azarenka inaugurare il suo primo turno di battuta dell’ultimo parziale con un doppio fallo. Sarà sempre un doppio errore a chiudere le ostilità una ventina di minuti più tardi.

 

Tornata a martellare sia di dritto che di rovescio, la Kvitova costringe la sua avversaria all’errore di dritto sulla palla break che consente alla ceca di ripartire di slancio (2-0). Sul 3-1 Petra salva due palle break salendo 4-1, poi sul 5-2 spreca un primo matchpoint, prima del suo secondo doppio fallo del set. Alla fine la Azarenka deve recriminare sulla scarsa percentuale di realizzazione sulle palle break: una sola sfruttata sulle 9 avute.

 

A contendere l'ultimo atto sarà una tra Sabine Lisicki e Maria Sharapova. Contro entrambe ha un bilancio negativo: 1-0 per la Lisicki che ha vinto a Miami nel 2009 (6-2 6-4) e 1-0 con la Sharapova che ha prevalso a Memphis nel 2010 (6-4 6-3).

 


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