La ceca chiude il suo splendido 2011 battendo per 7-5 4-6 6-3 Vika Azarenka. Il n. 1 della Wozniacki dista soli 115 punti per Petra…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images


 

Su e giù. Giù e su. Petra Kvitova termina vittoriosamente lo splendido viaggio sulle montagne russe che l’ha vista protagonista in una settimana che non dimenticherà mai. Il successo nella prima edizione turca delle Wta Finals, la consacra definitivamente nell’olimpo del tennis mondiale, dopo che il post Wimbledon aveva fatto storcere il naso a quanti iniziavano a considerarla una delle tante “One-hit wonder” che in queste ultime stagioni hanno spadroneggiato nel circuito. In tante si sono esclissate dopo la vittoria di uno slam. Petra no. Aveva già manifestato i prodromi della cavalcata trionfante di Istanbul a Linz due settimane fa, confermando una predilezione per le superfici indoor che la vede chiudere la stagione 2011 con 19 vittorie su altrettanti incontri.

 

L’ultimo successo è giunto ai danni di un’avversaria comunque degna come Viktoria Azarenka. La bielorussa, infatti, ha dimostrato anche in finale i miglioramenti palesati nel corso di questa settimana, tenendo testa alla Kvitova per quasi due ore e mezza, prima di arrendersi con il punteggio di 7-5 4-6 6-3.

In barba alle discussioni un po’ sterili sulla formula del Masters, sono giunte in finale le due migliori tenniste del momento che, data la giovane età, potrebbero aver inaugurato sulle rive del Bosforo, una rivalità che ci accompagnerà nei prossimi anni.

 

Nel primo set c’è tutta la Petra Kvitova che abbiamo imparato a conoscere in questa esaltante stagione. Cinque giochi dominati in appena 20 minuti, prima di farsi riacciuffare, cedendo a zero il servizio sul 5-1 e sul 5-3 in suo favore. Come spesso le accade, gli errori, quando arrivano, giungono tutti condensati nello stesso frangente del match.

Dopo aver fallito due setpoint sul 5-2, la ceca subisce un parziale di 12 a 1, in cui l’unico punto in suo favore è rappresentato da un ininfluente smash affondato in rete dalla Azarenka, lo stesso che inaugura il dodicesimo game, in cui la bielorussa è chiamata per la quarta volta a servire per rimanere nel set. L’errore iniziale conferma i limiti psicologici della tennista di Minsk che, dopo aver riagganciato la sua avversaria, vanifica l’incredibile rimonta, con un dritto che scappa lungo sul quinto setpoint.

 

Si chiude con un bilancio di 16 vincenti e 16 errori il primo set della Kvitova che, in apertura di seconda frazione, conferma le difficoltà in risposta già riscontrate nel finale di prima partita.  

Rispetto ai suoi standard, Petra fatica a ottenere “cheap points” con il servizio e, nel terzo game, perde la battuta per la terza volta negli ultimi 4 turni.

Il suo tallone d’Achille è rappresentato dalle palle un po’ più corte e senza peso che la bielorussa le offre sempre più spesso e che la ceca mostra di non saper gestire.

 

Vika approfitta solo in seconda battuta del momento no nella sua avversaria. Nel quarto game, infatti, si accontenta di mettere in campo una prima solida, senza provare a incidere. Un invito a nozze per Petra che opera il controbreak a 15 (2-2).

La Azarenka si riprende immediatamente il break nel gioco successivo, consolidando il suo vantaggio (4-2), non prima di aver annullato una palla del controbreak con uno splendido dritto inside-out chiuso a rete con uno smash.

La Kvitova rimane, seppur a fatica, attaccata nel punteggio, ma non fa più male. Non riuscendo a fare punto nel giro di due colpi, finisce per allentare la pressione sulla sua avversaria che, con un dritto sulla riga, chiude il secondo parziale sul punteggio di 6-4.

 

Con l’inerzia tutta dalla sua parte, la Azarenka si porta sullo 0-40 in apertura di terzo set. Alle corde, Petra tira fuori nel momento più importante i cromosomi della campionessa. Recupera lo svantaggio, annulla la quarta palla break con una splendida stop volley di dritto, e sulla parità, mette a segno il primo ace dal quinto gioco del primo set. E’ il segnale della riscossa della ceca che completa quello che gli anglosassoni chiamano “turn-around” con il break messo a segno nel gioco successivo.

Avanti 30-0, la Azarenka cede quattro punti di fila, l’ultimo dei quali con un dritto da metà campo clamorosamente scentrato.

La bielorussa, già capace di una mezza impresa nel primo set, non riesce a risollevarsi da questo uno-due folgorante della sua avversaria che, sulle ali dell’entusiasmo, s’invola verso il suo primo successo al Masters. La Azarenka può solo posticipare l’epilogo annullando un matchpoint sul 5-2, arrendendosi poco più tardi alle urla gracchianti della 21enne di Bilovec che, 14 anni dopo Jana Novotna, riporta in Repubblica Ceca il titolo di “Maestra”.

 

Con questo successo, colto al termine di un percorso netto (5 vittorie e zero sconfitte che le valgono 1500 punti), la Kvitova sale al numero 2, a soli 115 punti da Caroline Wozniacki: un gap che potrà facilmente colmare all’inizio della prossima stagione, lei che aveva iniziato il 2011 al numero 34 del ranking.

La tennista ceca è la terza giocatrice ad aggiudicarsi le Wta Finals all’esordio. Prima di lei c’erano riuscite le sole Serena Williams e Maria Sharapova che, analogamente alla Kvitova, aveva trionfato a Wimbledon prima di chiudere il suo annus mirabilis (2004) con il Masters.

 

Da oggi l’eterno dilemma che ci ha accompagnato in questo 2011, su chi sia la giocatrice in grado realmente di rimpiazzare nobili decadute come le Williams e le belghe, ha un nome e cognome. E il bello, per la Kvitova, è che siamo solo all’inizio.

 


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