Nomi importanti nella prova junior di Flushing Meadows: Sebastian Korda ha passato il primo turno e spera di ripercorrere le orme di papà Petr, che lo segue come coach. Brandon Holt è il figlio di Tracy Austin, già campionessa allo Us Open. I due si conoscono, sono amici e rappresentano un orgoglio (e una speranza) per i rispettivi genitori.

Gli Slam junior sono un’occasione sempre interessante per dare un’occhiata ai campioni del domani. Dando uno sguardo ai tabelloni si scoprono un paio di storie curiose: Sebastian Korda e Brandon Holt hanno passato il primo turno, ma di loro si parla perché sono figli d’arte. Il primo è figlio di Petr Korda (e della moglie Regina Rajchrtova, anche lei ex tennista), mentre la mamma di Holt è la mitica Tracy Austin. In tabellone grazie a una wild card per aver vinto i campionati nazionali sulla terra, Korda (nella foto in alto, ndr) ha superato con un doppio 6-4 il britannico Ryan James. La sua è una famiglia di sportivi, anche se le sorelle maggiori Jessica (23 anni) e Nelly (18) hanno scelto il golf. Jessica è già una golfista affermata, mentre Nelly sta provando a seguirne le orme. “Il mio cognome mi rende un po’ nervoso, però mi piace l’attenzione – ha detto Sebastian Korda – i miei genitori mi hanno sempre dato la possibilità di scegliere cosa fare. Mi avrebbero sostenuto qualunque sarebbe stata la mia scelta. E io ho scelto il tennis. Però lo Us Open è solo il quarto-quinto torneo che gioco fuori dalla Florida, perché in generale non faccio ancora attività internazionale su consiglio di mio padre”. Le cose stanno per cambiare, poiché a fine mese andrà a Budapest per rappresentare gli Stati Uniti nella Davis Cup Junior.

LIBERTA’ DI SCELTA
Un po’ diversa la vicenda di Holt (nella foto in home page, ndr), figlio della ex campionessa dello Us Open: in questo momento è una matricola presso l’Università del Sud della California e ha già seguito alcune lezioni prima dello Us Open. “Volevo fortemente andare al college perché penso che sia il luogo adatto per sviluppare il mio gioco”. Holt gode di una privacy maggiore, perché il suo cognome non è Austin, ma può già godersi i vantaggi della sua condizione. Grazie alla madre, ha avuto un accesso più semplice alla comunità del tennis. “Ci sono alcuni genitori un po’ folli che non conoscono il processo per diventare professionisti, mentre è un bel vantaggio avere una madre che lo conosce alla perfezione”. Nonostante i due anni di differenza, Korda e Bolt sono amici e hanno condiviso la stanza durante alcune trasferte. Tracy Austin è stata chiara. “Ho lasciato a Brandon la libertà di scegliere cosa fare. Sono presente nella sua carriera, ma non l’ho mai spinto a fare niente. Non ho neanche visto il suo match perché stavo lavorando. Sono orgogliosa di lui”. Stesse parole da parte di Korda, a New York nella doppia veste di coach del figlio e ospite dello Us Open, visto che può sfoggiare il badge riservato ai “Last Eight”, i giocatori che hanno raggiunto almeno una volta i quarti di finale. Lui l’ha fatto due volte e spera che Sebastian, anzi, “Sebby”, sappia fare meglio di lui.