Il giocatore racconta al “The Australian” le vicende vissute negli ultimi mesi: “Non riuscivo a mangiare per l’infiammazione alla gola, ho perso 10 kg”
Kokkinakis confessa: “Ho perso 10 kg”
Avrà probabilmente un mirino puntato sulla schiena Thanasi Kokkinakis. Un bersaglio facile da centrare dalla sfortuna che continua a perseguitarlo e a tenerlo lontano dai campi da tennis. Perché di sfortuna si tratta quando, per una volta, il suo problema non è dovuto a un infortunio muscolare ma a una brutta mononucleosi infettiva. “Avevo la gola costantemente infiammata, ho anche smesso di respirare mentre dormivo – ha raccontato in un’intervista al quotidiano “The Australian” – Durante gli allenamenti a fine dicembre avevo il fiato corto ma pensavo fosse una conseguenza del fumo per gli incendi in Australia. Poi ho iniziato ad avere febbre, a cambiarmi diverse magliette a notte con il letto bagnato di sudore. Il dolore alla gola continuava, come se avessi delle spade nella faringe e per questo ho deciso di andare per la prima volta in ospedale a Melbourne. Sono poi tornato a casa ma non riuscivo a mangiare, nemmeno a deglutire l’acqua e ho perso 10 kg perciò sono tornato in ospedale”. Il peggio sembra ormai alle spalle per il povero Thanasi, mai sceso in campo in questo scorcio di 2020 in cui aveva dovuto rinunciare ancora una volta allo Slam di casa. Lui, che prima di affrontare la mononucleosi, aveva annunciato con grande felicità di poter lavorare per la prima volta in off season senza alcun infortunio. Le ultime parole famose.
L’inizio del calvario per mostrare i bicipiti
Sono sempre stati mesi particolari quelli invernali per Kokkinakis. L’australiano, 24 anni da qualche giorno, ha iniziato il suo calvario fisico alla fine del 2015 per un motivo che potrebbe sembrare assurdo: mettere in bella mostra i bicipiti. “Sono stato un idiota – dichiarò tempo fa in un’intervista – Avevo sentito che la Nike stava passando alle magliette senza maniche e quindi mi sono detto che dovevo mettere su un po’ di pesi. Ma è stata un’idea terribile perché mi sono spezzato la spalla mentre facevo panca. Mentre tornavo a casa, non riuscivo a sollevare il braccio per dare i soldi all’autista“. Dopo qualche settimana di cortisone, Kokkinakis capì di non poter sfuggire a un’operazione chirurgica. Il recupero inizialmente fissato in tre-quattro mesi, tuttavia, si allungò a un anno e fu costretto a rinunciare a Roland Garros e Wimbledon nel 2016: “Mentre servivo ho sentito che la spalla si stava dislocando di nuovo e ho spaccato la racchetta“, confessò Thanasi che giocò un solo match in quella stagione, il primo turno alle Olimpiadi perso in due tie-break contro Elias. Le cose sembravano andare meglio ma, in preparazione agli Us Open, un’altra beffa: stiramento al petto dopo aver colpito troppo forte un dritto. Chiunque, a questo punto, avrebbe cessato ogni attività per dar pace a un fisico di cristallo ma martoriato dagli infortuni. Non Kokkinakis, che decise di correre per dodici km al giorno per tenersi in forma. Il risultato? La pubalgia. Una nuvola di Fantozzi che lo segue ormai da diversi anni e che ha deciso di non dargli pace. Dopo una sfolgorante carriera a livello junior con tanto di finale tutta australiana a Melbourne contro Nick Kyrgios, Kokkinakis ha parzialmente mantenuto le promesse nel salto tra i pro nei pochi periodi senza problemi fisici. Tra gli highlights figura sicuramente lo scacco nel 2018 a Federer a Miami ma anche in quel caso si cantò vittoria troppo presto. All’esordio a Montecarlo l’australiano inciampò su un pannello pubblicitario a fondocampo nel tentativo di colpire una palla e si fece male alla caviglia, restando fuori dai giochi per altri due mesi. Se è vero che in alcuni casi Thanasi se la sia cercata, non si può non fare il tifo per un ragazzo che a 19 anni pareva già lanciato verso la top-50 (best ranking di numero 69 nel 2015). Dopo la mononucleosi, Kokkinakis sembra però aver imparato la lezione: “Al momento penso solo a tornare in forma, non voglio bruciare le tappe. Tornerò solo quando sarò pronto”.