Nadal batte Fognini con un doppio 6-2, condizionato dai problemi fisici dell’azzurro, sfociati in un atteggiamento auto-distruttivo. Il pubblico non ha gradito. 
Fabio Fognini ha patito una botta alla costola durante il match contro Bautista Agut

Di Riccardo Bisti – 26 marzo 2014


Il confine tra colpevolismo e innocentismo è molto sottile. Entrambe le correnti avrebbero ottime ragioni per discutere della batosta rifilata da Rafael Nadal a Fabio Fognini. Non ci sono altri modi per definire il 6-2 6-2 con cui lo spagnolo ha centrato i quarti del Sony Open. L’attesa era enorme, dunque la delusione è tanta. E qualche segnale del passato autorizzava a sperare in un match equilbrato. “E’ una buona occasione per fare bella figura” ha detto Elena Pero su Sky, mentre Fabio entrava in campo dopo aver dato il “cinque” a un piccolo tifoso. 62 minuti dopo ha percorso il tragitto al contrario, accompagnato dai fischi dei “latinos”. Dietro l’apparente indolenza c’è qualcosa di più complesso: tuttavia, l’effetto non è gradevole. Quando una partita è così a senso unico, i numeri lasciano il tempo che trovano. Ma c’è un dato significativo: Fabio ha raccolto appena tre punti in risposta (compreso un doppio fallo di Nadal). Fognini aveva problemi fisici (“Mi fa male la costola” ha confessato a Nadal alla stretta di mano), ma certi atteggiamenti non piacciono al pubblico. La partita non c’è stata: Nadal è salito 4-0 in pochi minuti, sfruttando i tanti errori di Fabio nei turni di servizio. Entrambi i break sono maturati con tre errori consecutivi dell’azzurro. Una volta in svantaggio, ha iniziato a giocare benino. Gli appunti registrano due buoni colpi con cui ha tenuto i turni di servizio dell’1-4 e del 2-5.
 
Ma i bei punti valgono esattamente come gli erroracci. Il tennis non è una gara a chi gioca il punto più spettacolare, ma uno sport complesso, fatto di mille componenti. E l’ingranaggio di Rafa Nadal è ideale per affrontare le mille problematiche di una partita. Il secondo set iniziava esattamente come il primo: tre errori di diritto mandavano Rafa avanti, con Fognini che trovava nemici ovunque. Ad un certo punto, Paolo Bertolucci ha detto: “Sta lottando più con il colletto che con l’avversario”. Sullo 0-2, Fabio giocava il miglior game della partita. Finalmente era solido negli scambi da fondocampo e si portava sull’1-2. Nel game successivo saliva 15-30 sul servizio di Nadal, ma vanificava tutto con una risposta lunga e due rovesci in rete. Ed ecco i primi fischi per un body language negativo. Sull'1-3 provava a restare in scia, ma la frustrazione di non potersi difendere al meglio lo faceva scivolare in altri atteggiamenti negativi. Se poi ci aggiungiamo che Nadal si procurava la palla break con il miglior scambio della partita, il lancio di racchetta era quasi inevitabile. “Non ce la faccio, è inutile che mi dici cosa devo fare!” ha detto nel finale a Josè Perlas. Da lì a poco, avrebbe citato la “costilla” a Nadal.
 
Vincere contro Nadal è un’impresa, farlo con qualche problema fisico (aveva una fasciatura alla coscia sinistra, ma il problema riguardava soprattutto la costola) diventa impossibile. Il match è stato preceduto da aspettative troppo grandi. Nadal (come Djokovic in Australia) hanno dimostrato di essere ancora molto lontani. Il proissimo passo che deve compiere Fognini non è stare vicino ai top 5, ma guardare a chi gli sta più vicino, come Milos Raonic, Richard Gasquet, John Isner. O ai talenti che ormai lo inseguono da vicino come Alexandr Dolgopolov, Grigor Dimitrov ed Ernests Gulbis. Vincere 19 partite nei primi 3 mesi resta comunque un ottimo risultato, che non va oscurato dalla brutta partita con Nadal. Ora starà a lui – e al suo staff – rimettersi a posto fisicamente e farsi trovare pronto a Napoli come lo fece a Mar Del Plata. E poi sfruttare la stagione sulla terra battuta e i tornei di Monte Carlo, Barcellona, Madrid, Roma e Parigi per rilanciarsi verso una corsa alla top 10 che sarà infuocata, visto che ci sono almeno 15-16 giocatori che possono tranquillamente ambire a quel traguardo. Fabio è tra questi ma per riuscirci dovrebbe vedere Nadal come un esempio, ancor prima che come un avversario. Il maiorchino è uno dei pochi amici veri di Fabio nel circuito ATP e, anche per questo, deve cercare di imitarlo negli atteggiamenti. Altrimenti, c’è il rischio che a fine carriera possa avere il dubbio di non aver ottenuto tutto quello che il talento gli avrebbe consentito. Onestamente, sarebbe un peccato.

MASTERS 1000 MIAMI – OTTAVI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Fabio Fognini (ITA) 6-2 6-2
MilosRaonic (CAN) b. Benjamin Becker (GER) 6-3 6-4
Alexandr Dolgopolov (UCR) b. Stanislas Wawrinka (SUI) 6-4 3-6 6-1
Tomas Berdych (CZE) b. John Isner (USA) 6-3 7-5
Roger Federer (SUI) B. Richard Gasquet (FRA) 6-1 6-2
Kei Nishikori (GIA) b. David Ferrer (SPA) 7-6 2-6 7-6
Andy Murray (GBR) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 6-4 6-1
Novak Djokovic (SRB) b. Tommy Robredo (SPA) 6-3 7-5