L’altoatesina vince un delicato match contro Christina McHale e regala l’1-0 all’Italia. Nel momento del bisogno, Karin ha tirato fuori il meglio di sé: promossa.
L'abbraccio tra Karin Knapp e Corrado Barazzutti
Di Riccardo Bisti – 8 febbraio 2014
E’ iniziata nel modo giusto. Karin Knapp ha raccolto un fondamentale successo su Christina McHale e ha dato all’Italia il punto dell’1-0 nel complicato weekend di Cleveland. Il Public Auditorium è un impianto bellissimo, utilizzato per rappresentazioni teatrali e quindi eleganti. Chi voleva la raffinatezza applicata al tennis, beh, sarà rimasto deluso. L’azzurra e l’americana si sono prese a randellate per un paio d’ore. Tensione agonistica: tanta. Spettacolo tecnico: pochino. La superficie piuttosto lenta non ha sfavorito la Knapp, anche se tra era lei a prendere più spesso l’iniziativa. Non avrà mostrato lo stesso rendimento offerto in Australia contro la Sharapova, ma nel primo set è bastato. La McHale ha geni ispanici da parte delle madre, che si vedono nitidamente nel suo atteggiamento: è una lottatrice, mai doma, ma senza particolari guizzi. Con il dritto, in particolare, cercava di alzare la traiettoria per tenere la Knapp più lontana possibile dalla linea di fondo. Traduzione: se lo scambio si chiudeva in pochi colpi, il punto andava all’azzurra. Se invece riusciva a tessere un po’ di ragnatela, se lo aggiudicava lei. Nel primo set era la Knapp a dominare, poi la McHale emergeva nel secondo, peraltro dopo aver rimontato un break di svantaggio. Il numero di errori dell’altoatesina saliva paurosamente, e così arrivava il break decisivo all’ottavo game. Sul 5-3 e 30-30, le due hanno dato vita a uno scambio durissimo, di oltre 20 colpi, chiuso con un errore della Knapp. E’ stato il simbolo del secondo set, ma si temeva che potesse esserlo dell’intero match.
L’avvio del terzo era preoccupante. Nonostante l’ampio gesticolare di Corrado Barazzutti al cambio campo, Karin ha dovuto fronteggiare due palle break in avvio. Era il momento della verità, e lei lo ha gestito alla grande, cancellando la prima con un ace e la seconda con un gran dritto vincente. Sono i momenti in cui una giocatrice deve dimostrare di valere la Fed Cup. Sulla Knapp, onestamente, c’era qualche dubbio. Sei anni fa, schierata titolare contro l’Ucraina in uno spareggio salvezza, perse una brutta partita contro la Bondarenko. Da allora, problemi fisici anche piuttosto gravi l’hanno tenuta lontana dal giro. Ma si temeva che potesse patire la pressione di essere la numero 1. Invece ha mostrato un certo cuore, lo stesso muscolo che tanti guai le ha dato in passato. E questa vittoria potrebbe essere molto importante per evitare quello spareggio giocato sei anni fa. E’ presto per guardare avanti, perché ci sono ancore due partite da vincere, ma un’eventuale semifinale contro la Spagna (che dovrebbe battere la Repubblica Ceca falcidiata dalle assenze) sarebbe molto meglio che uno scivoloso spareggio contro le ringhianti formazioni provenienti dal World Group II. Ma da oggi abbiamo una certezza: dovunque giocheremo, Karin sarà pronta.
FED CUP – PRIMO TURNO
STATI UNITI – ITALIA 0-1
Karin Knapp (ITA) b. Christina McHale (USA) 6-3 3-6 6-1
SPAGNA – REPUBBLICA CECA 1-0
Carla Suarez Navarro b. Barbora Zahlavova Strycova 6-1 6-4
SLOVACCHIA – GERMANIA 0-2
Andrea Petkovic (GER) b. Dominika Cibulkova (SVK) 2-6 7-6 6-2
Angelique Kerber (GER) b. Daniela Hantuchova (SVK) 7-6 6-1
AUSTRALIA – RUSSIA 2-0
Casey Dellacqua (AUS) b. Irina Khromacheva (RUS) 6-0 6-2
Samantha Stosur (AUS) b. Veronika Kudermetova 6-4 6-0
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