Karin Knapp ha un grosso credito con la sorte almeno dal 2008, quando fu costretta a saltare le Olimpiadi di Pechino per un problema cardiaco che ne aveva messo in dubbio persino il futuro agonistico. Come se non bastasse, è stata anche vittima di un lungo stop per un infortunio a un ginocchio. Insomma, sembrava persa. Più che mai persa. Piano piano, invece, è tornata forte come prima. E negli ultimi mesi si è aggiudicata due tornei WTA, a Tashkent e Norimberga. Il tris era più che meritato, quasi doveroso. Invece la sorte le ha voltato la spalle ancora una volta. La pioggia battente di sabato l'ha obbligata a giocare due match nella giornata di domenica. Karin ha firmato un piccolo grande record: è rimasta in campo oltre 5 ore tra la semifinale contro Sara Errani e la finale contro Samantha Stosur. Per oltre quattro ore ha tenuto alla grande, scavallando le difficoltà fisiche e quelle psicologiche. Eppure, a pochi punti dal traguardo, è finita la benzina. E così il Nurnberger Gastein Ladies finisce nelle mani di Samantha Stosur, all'ottavo titolo in carriera. Erano le 17 passate quando l'ultima risposta di Karin è uscita di qualche centimetro e ha sigillato il 3-6 7-6 6-2 finale. Il problema è che l'azzurra non aveva più forza nelle gambe, poiché la sua giornata era iniziata alle 10. Sia lei che Sara Errani hanno dato tutto, in una battaglia furibonda e senza sconti. Anche sotto 5-2 nel terzo, Sarita non ha mollato e ha riagganciato la compagna di Fed Cup. Ma Karin ha fatto valere una potenza impressionante e ha acciuffato la finale. 90 minuti dopo era di nuovo in campo.
BAD GASTEIN RISPETTA LE REGOLE
Qualcuno si è lamentato, sostenendo che gli organizzatori avrebbero dovuto concedere più tempo a Karin. Pur ammettendo la grande sfortuna, va detto che sono rimasti ampiamente nei limiti del regolamento. L'articolo 12 della sezione “Players” del regolamento WTA (496 pagine di cavilli) spiega quanto tempo spetta alle giocatrici se devono giocare più match in un giorno. Detto che possono giocarne addirittura tre (di cui uno deve essere un doppio), il regolamento prevede una pausa di 30 minuti se il secondo match è un doppio, che diventano 60 se si tratta di un singolare. Giusto o meno che sia, ma gli austriaci le hanno dato mezz'ora in più rispetto al minimo previsto. Viste le buone condizioni meteorologiche, non c'era alcun appiglio regolamentare per spostare la finale al lunedì, tenendo conto che Karin è in tabellone al torneo WTA di Baku, al via in queste ore (è stata sorteggiata contro Stefanie Voegele).
SCONFITTA CON QUALCHE RIMPIANTO
Bad Gastein le consentirà di tornare tra le top-40 WTA, a due passi dal best ranking conquistato sette anni fa, subito dopo la prestigiosa finale ad Anversa, appena prima che il cuore le facesse uno scherzo. Può batterlo, e non sarebbe un semplice dato statistico. Sarebbe una rivalsa, una ribellione al destino, uno splendido lieto fine. Insieme ai fratelli Piccari ha sviluppato un tennis molto potente che sa esaltare. Quando spinge col dritto, è una delle poche a lasciar totalmente ferma l'avversaria. Ha le sue lacune, ci mancherebbe, ma le top-30 sono più che mai alla portata. E non le manca il cuore, inteso non come muscolo cardiaco ma come coraggio, voglia e capacità di soffrire. Peccato per le tre palle break che le avrebbero consentito di salire 6-3 5-2, con il servizio a disposizione. Tra un “come on!” e l'altro, la Stosur è rimasta in partita perché sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il calo. Karin ha lentamente perso continuità, si è fatta prendere sul 4-4, ha trovato un break che l'ha portata a servire sul 5-4, ma la spia della benzina era pericolosamente in rosso. Dal 3-3 del tie-break, nonostante ci abbia provato fino all'ultimo, non è più stata in grado di fare match pari. Si è anche inginocchiata dopo no scambio particolarmente duro. Ma l'applauso più sentito l'hanno riservato a lei. “E' stato un match duro, nel primo set non ero in partita – ha detto la Stosur – nel secondo, anche se ero in svantaggio, le cose andavano meglio. Non è ideale giocare semifinale e finale in un giorno, poi un match di due ore e mezzo non l'ha certo aiutata. Però ogni tanto queste cose succedono. E poi è arrivata a servire per il match…”. Da parte sua, Karin non è parsa troppo delusa. “Non è stato facile giocare cinque ore, ma ho lottato duro. Io ho perso alcune chance, lei le ha sfruttate. E' stata comunque una buona settimana e penso già ai prossimi tornei”. Finisce a Bad Gastein la stagione sulla terra battuta: per rivedere il mattone tritato, almeno nel circuito WTA, dovremo aspettare il 2016.
WTA BAD GASTEIN – Semifinali
Karin Knapp (ITA) b. Sara Errani (ITA) 7-6 4-6 7-5
Finale
Samantha Stosur (AUS) b. Karin Knapp (ITA) 3-6 7-6 6-2