WIMBLEDON – Karin vola agli ottavi la ma la Giorgi va KO. Sfuma così l’occasione di vedere un derby azzurro negli ottavi. Brava l’altoatesina, ancora grezza Camila.
Camila Giorgi non è riuscita a confermare gli ottavi di finale colti nel 2012
Di Lorenzo Baletti – 29 giugno 2013
Karin Knapp non poteva farsi un regalo più bello. Nel giorno del 26esimo compleanno ha conquistato per la prima volta gli ottavi in uno Slam. L'altoatesina ha superato 7-5 6-2 la portoghese Michelle Larcher De Brito, strozzandole in gola gli urli che le avevano permesso di battere Maria Sharapova al secondo turno. Si pensava che, con l'eliminazione di Federer, il risultato passasse meno sotto la luce dei riflettori (il tutto a danno della Knapp), invece l'azzurra ha giocato un match quasi perfetto e si è resa conto che la sua potenza le torna molto utile sull'erba, superficie dove non ha mai combinato granchè. Karin sembra aver ritrovato il tennis che nel 2008 l'aveva portata al numero 35 WTA e adesso può sognare un insperato quarto di finale, giacchè troverà negli ottavi una Marion Bartoli tutt'altro che irresisitibile.
Avrebbe potuto esserci un derby tutto italiano, con la garanzia di un'azzurra tra le prime otto, invece Camila Giorgi si è arresa alla francese. 6-4 7-5 è un risultato bugiardo. La vittoria della Bartoli non è pienamente meritata, ma il risultato è ciò che conta. L’azzurra manca l’appuntamento con il secondo ottavo di finale consecutivo a Wimbledon, ma ha molto da recriminare, e anche qualcosa di cui lamentarsi. La Giorgi gioca un tennis spumeggiante, sempre in spinta, ma pare non conoscere le mezze misure. Qualche colpo interlocutorio in più non guasterebbe, e un po’ di lavoro sul servizio, che pure oggi ha funzionato meglio del solito, è vitale per compiere il salto di qualità. Anche oggi l’italiana di origine argentina ha perso la partita per un pugno di punti, proprio quelli che avrebbe dovuto giocare con più attenzione. La Bartoli ha trovato il primo break grazie a un nastro transalpino che le regala il 4-2. Ma la battuta non è stata certo un fattore, e i punti si giocano solo nello scambio da fondo. Ecco che allora va di scena il festival del break: Giorgi recupera sul 4-3, ma cede di nuovo il servizio e scivola 3-5. La risposta di Camila, gracile e con la faccia da bambina ma forte e pesante nei colpi a rimbalzo, funziona però bene, ed ecco che l’ennesimo contro break riporta la situazione sul 5-4. Quando la Giorgi ha la palla del 5-5 sembra che la striscia di break sia finita, ma Camila non sfrutta l’occasione e cede il set. Un set che sfuma quasi per caso, senza eccessivi meriti della Bartoli, che ringrazia ed esulta iperattiva e sovraeccitata come sempre.
Nel secondo, la Giorgi annulla una palla del 3-1 e poi sale 3-2 con break. Una bella reazione, frutto della grinta che di certo non le manca. La Giorgi non è ancora esplosa, forse anche a causa di un problema alla spalla che l’ha tormentata nei primi mesi del 2013. Sul 4-3 in suo favore, come per fatalità, quasi uno scherzo del destino beffardo, comincia a piovere debolmente. Camila deve affrontare una palla break sul 30-40. Piove, ma si può giocare. La Bartoli però non è d’accordo, e si avvicina all’arbitro chiedendo la sospensione della partita. “Sulla palla break?” sembra dire lo sguardo della Giorgi. Ma l’esperto Keothavong cede alle pressioni della francese, antipatica come sempre, e interrompe la partita. A Wimbledon la pioggia si diverte così, a creare situazioni al limite e a caricare di pressioni i giocatori. Dopo due ore di stop, la Giorgi torna a servire sulla palla break e guarda caso cede subito la battuta. Non si scompone, prova a reagire e in parte ci riesce, issandosi sul 5-5. Ma quando va a servire di nuovo sul 6-5 commette due errori banali e regala game, partita e ottavi alla Bartoli. Adesso Karin proverà a vendicarla.
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