Martin Klizan e l’inquinamento di Pechino
La netta sconfitta con Fabio Fognini all’esordio dell’ATP 500 di Pechino non è andata giù allo slovacco Martin Klizan, furioso con il torneo. O meglio, con il clima della Capitale cinese, che nei giorni scorsi ha creato problemi a più di un giocatore a causa dell’alto tasso di smog. Che Pechino fosse fra le città più inquinate al mondo non è una novità, a causa della nube di polveri sottili che la circonda, ma nelle scorse edizioni non aveva mai dato troppo fastidio ai giocatori. Quest'anno, invece, non sta risparmiando nemmeno loro. “Dopo mezz’ora dall’inizio del match (perso 6-2 6-1, ndr) ho iniziato a sentirmi male, tossendo dopo ogni punto, e al termine della sfida ho vomitato", ha raccontato il ventiseienne di Bratislava. "L’aria era veramente tossica. Per il bene della la mia salute, dovrò escludere per sempre il China Open dal mio calendario”. Per gli organizzatori l’assenza di Klizan non sarà una grande perdita, ma il problema rimane, e quest’anno non è il primo. Anche se le loro colpe sono ben poche.La netta sconfitta con Fabio Fognini all’esordio dell’ATP 500 di Pechino non è andata giù allo slovacco Martin Klizan, furioso con il torneo. O meglio, con il clima della Capitale cinese, che nei giorni scorsi ha creato problemi a più di un giocatore a causa dell’alto tasso di smog. Che Pechino fosse fra le città più inquinate al mondo non è una novità, a causa della nube di polveri sottili che la circonda, ma nelle scorse edizioni non aveva mai dato troppo fastidio ai giocatori. Quest'anno, invece, non sta risparmiando nemmeno loro. “Dopo mezz’ora dall’inizio del match (perso 6-2 6-1, ndr) ho iniziato a sentirmi male, tossendo dopo ogni punto, e al termine della sfida ho vomitato", ha raccontato il ventiseienne di Bratislava. "L’aria era veramente tossica. Per il bene della la mia salute, dovrò escludere per sempre il China Open dal mio calendario”. Per gli organizzatori l’assenza di Klizan non sarà una grande perdita, ma il problema rimane, e quest’anno non è il primo. Anche se le loro colpe sono ben poche.