Dopo 7 anni l’Olanda sfata il tabù grazie a Robin Haase che batte in finale Albert Montanes per 6-4 4-6 6-1. In doppio successo per Bracciali…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Dopo 7 anni l’Olanda sfata il tabù e torna a trionfare nel circuito maggiore grazie a Robin Haase che, a 24 anni, riesce finalmente a far fruttare lo straordinario talento a disposizione, spesso frustrato dai tanti infortuni patiti nel corso di questi anni. L’ultimo “orange” a sollevare un trofeo era stato Martin Verkerk nel 2004, un anno dopo la stupefacente semifinale colta al Roland Garros.

 

Haase coglie il suo primo alloro a Kitzbuhel, su una superficie come la terra che, per caratteristiche tecniche, non dovrebbe esaltarne appieno le sue qualità. Lo fa, battendo in finale un vecchio volpone dei campi rossi come Albert Montanes, sconfitto con il punteggio di 6-4 4-6 6-1.

 

Come si può ben intuire dallo score, dopo due set decisi in volata, è giunto il crollo verticale del tennista catalano, davvero molto falloso per i suoi standard nel corso di tutto l’incontro. Chissà cosa sarebbe accaduto, se avesse sfruttato una delle cinque palle break concesse in apertura dal tulipano. Forse si sarebbe assistito a un altro film.

 

Haase, infatti, fatica inizialmente a tenere i suoi turni di battuta ma in qualche modo riesce a cavarsi d’impaccio. Col passare del tempo, l'olandese acquisisce sempre maggiore fiducia e, quando lo scambio si allunga, è paradossalmente lui a uscirne vincitore. A premiarlo sono i numerosi errori gratuiti dello spagnolo, lontano parente del regolarista che abbiamo imparato ad ammirare negli ultimi anni. Ne approfitta Robin che, ripristinato il servizio, piazza la zampata vincente nel decimo game, grazie alla complicità di un avversario irriconoscibile che completa un game disastroso con un errore gratuito di dritto.

 

Montanes non ci sta e, avvalendosi di un calo repentino del suo avversario, esce vittorioso da una sequela di cinque break consecutivi (dall’1-1 al 4-3), abbastanza emblematica della qualità non eccelsa di un incontro che si decide così al terzo set. Un parziale, quello decisivo, che però non viene giocato dallo spagnolo, probabilmente stanco per le fatiche dei giorni scorsi. Montanes subisce due break senza riuscire a fare nemmeno un punto sul suo servizio. Haase ringrazia e vola sul 5-0, prima di chiudere senza alcun patema con il punteggio di 6-1.

 

Robin diventa così l'ottavo giocatore a rompere il ghiaccio nel 2011, aggiudicandosi il primo torneo in carriera. L’olandese va a fare compagnia a Kevin Anderson (vincitore a Johannesburg), Ivan Dodig (Zagabria), Milos Raonic (San José), Pablo Andujar (Casablanca), Ryan Sweeting (Houston), Andreas Seppi (Eastbourne) e Alexandr Dolgopolov (Umago).

 

In una stagione costellata di successi iberici (12 vittorie e 16 finali), Albert Montanes rimane così uno dei pochissimi a mancare all’appello, fallendo l’opportunità di diventare l'ottavo differente tennista spagnolo ad aggiudicarsi un titolo nel 2011.

 

Buone notizie per quando riguarda il nostro tennis giungono dal torneo di doppio con Daniele Bracciali che, in coppia con il messicano Santiago Gonzalez (teste di serie numero 4), ha battuto in finale i brasiliani Franco Ferreiro e Andre Sa per 7-6 (1) 4-6 11-9.

Per il Davisman aretino, attualmente numero 34 della classifica mondiale di doppio, si tratta del quarto titolo di doppio in carriera nel circuito maggiore, il secondo in stagione dopo quello conseguito a s’Hertogenbosch. In precedenza si era imposto nel 2010 a San Pietroburgo e a Milano nel 2005.


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