Il tennis, specialmente quello femminile, è sempre più standardizzato. Sono sempre meno le specialiste di una singola superficie. Per le poche che sono rimaste, può essere un vantaggio. Kiki Bertens può esprimersi bene su tutte le superfici, ma ha un feeling eccezionale con la terra battuta. La recente vittoria a Charleston l'ha riportata tra le top-20, ma a Madrid sta esprimendo un livello di gioco mai visto prima. Battendo Caroline Garcia con un duro 6-2 6-2, ha raccolto la settima finale in carriera, la più importante. Non c'è stata storia: un break al terzo game ha messo in chiaro le cose, poi è filata via liscia. Anche nel secondo set, il primo strappo è arrivato nel terzo gioco. La Garcia le ha provate tutte, chiamando un paio di volte il papà-coach, ma non c'è stato nulla da fare. Troppo forte, troppo brava la Bertens. Il tennis dell'olandese si sta basando su un paio di qualità: un servizio preciso e puntuale, nonché una mobilità notevole, specie se relazionata a una stazza importante. È cresciuta sulla terra battuta e si vede nella disinvoltura con cui effettua la scivolata. A molte donne non piace: non sono abituate, conoscono soltanto un certo tipo di movimento. Il tennis di Kiki è stato ben descritto dall'ex giocatore olandese John Van Lottum: “Sulla terra, riesce a mascherare con efficacia i suoi punti deboli. Kiki può farsi prendere da stress e panico, ma sulla terra c'è più spazio per gli scambi lunghi ed è meno probabile che esca dalla sua zona di comfort”. Ci sono stati momenti in cui la Garcia non trovava soluzioni. Doveva tirare 2, 3, 4 vincenti per raccogliere un punto. Questo le ha tolto lucidità e l'ha portata a commettere brutti errori, soprattutto nel gioco di volo.
"SULLA TERRA VALE LE PRIME 10"
Non si aspettava che la Bertens fosse così brava in difesa. Ha anche provato a cambiare strategia, cercando qualche “moon ball”, ma non c'è stato nulla da fare. “Nonostante le sue dimensioni, è piuttosto esplosiva – continua Van Lottum – questa è una delle sue armi. Tutto questo, combinato con la sua forza e la sua tecnica, la rende così brava sulla terra battuta”. La finale alla Caja Magica le garantirà il best ranking al numero 15 WTA, che diventerà 12 in caso di vittoria. Secondo Van Lottum, tuttavia, sulla terra battuta vale agevolmente le prime dieci. E non vede particolari limiti. “Sa fa uno step mentale, può essere tra le outsider per un successo al Roland Garros”. In effetti, due anni fa è arrivata in semifinale. Oggi, con una certa maturazione, e forte del fallimento dell'anno scorso, potrebbero esserci premesse interessanti. Ma adesso c'è da pensare a Madrid: su sei finali, ad oggi ne ha vinte cinque. Una percentuale straordinaria. “Ci sono tutte le possibilità di vincere – conclude Van Lottum – una volta arrivata alle fasi finali di un torneo, è piena di fiducia. E quando Kiki è in fiducia, può battere tutte”. “Sono molto lieta del modo in cui ho giocato – ha detto l'olandese dopo il match – forse non era un grande tennis, con tanti colpi vincenti, quello che la gente vuole vedere. Ma Caroline è una grande giocatrice e ho provato a giocare palle sempre diverse. Penso di averlo fatto bene. Nei quarti avevo avuto qualche difficoltà, ma ho cambiato il mio gioco a match in corso. Questo mi ha aiutato oggi, sin dall'inizio. Ho alternato palle pesanti a slice morbidi”. Tanto è bastato per mandare in cortocircuito la francese, che pure veniva da un ottimo torneo. Ma stavolta non c'era davvero nulla da fare.
MUTUA MADRID OPEN – Semifinale Donne
Kiki Bertens (NED) b. Caroline Garcia (FRA) 6-2 6-2