Rientrato a fine gennaio dopo lo stop per i problemi al polso, il giapponese torna in semifinale in un Masters 1000 a venti mesi dall'ultima volta. Aver fatto le cose con la massima cautela si è rivelata una mossa azzeccata. Batte Cilic in tre set e se la vedrà contro un Alexander Zverev, che ha subito sedici break in tre match.Per un tennista non c’è nulla di peggio che un infortunio al polso. Il mondo della racchetta l’ha imparato soprattutto con Juan Martin Del Potro, che ha visto più volte in bilico la sua carriera, fermandosi per periodi lunghissimi. Se oggi l’argentino è ancora in campo è perché ha sempre affrontato il problema con la massima cautela, non provando mai a fare il passo più lungo della gamba. Un esempio che, chissà, potrebbe essere servito da lezione a Kei Nishikori, che dopo i guai al polso che l’hanno tenuto lontano dai campi dall’estate scorsa fino a febbraio, ha ripreso a farsi notare, conquistando una bella semifinale al Masters 1000 di Monte Carlo. Nel caso del giapponese, che si fermò dopo il Canadian Open per un problema al tendine che si presentò – parole sue – con un dolore atroce mai avvertito in tutta la vita, non c’è stato bisogno dell’operazione, eppure ci ha messo tutta la cautela del caso, e se a poco più di due mesi dal rientro è in semifinale in un Masters 1000, è perché ha fatto le cose nel modo giusto, a differenza di qualche collega più blasonato (leggi Djokovic e Murray) che invece ha provato a bruciare le tappe. Finendo per ottenere un risultato controproducente. L’emblema è stata la scelta di Nishikori di ripartire da due tornei Challenger, durante l’Australian Open, per riprendere gradualmente confidenza coi ritmi del circuito. Nel primo ha perso subito, il secondo l’ha vinto e ha raccolto le informazioni necessarie per tornare nel Tour ATP. Tre tornei dopo può festeggiare una semifinale che nei Masters 1000 gli mancava addirittura da venti mesi, da quando nel 2016 a Toronto ha giocato la sua terza (e ultima) finale in un 1000. SEMIFINALE CONTRO ZVEREV
Il cammino monegasco del nipponico è stato ricco di insidie: tre set con Berdych, tre set con Seppi e altri tre con Cilic, ma il posto in semifinale dell’ultimo spot di tabellone è il suo, a segno per 6-4 6-7 6-3. Nishikori avrebbe anche potuto spuntarla in due set, se non si fosse divorato tre match-point sul 6-4 5-4, ma incontri di un certo spesso non li giocava da un po’, perciò un tantino di ruggine è fisiologica. Addirittura, non batteva un top-3 dalle ATP Finals di due anni fa, novembre 2016, quando la spuntò su Stan Wawrinka, uno dei grandi assenti del torneo monegasco. Tuttavia, ciò che conta è che, aiutato da un rivale alle prese con qualche noia al ginocchio, il giapponese sia riuscito a rialzare subito la testa nel set decisivo, come successo giovedì contro Andreas Seppi. La chance sciupata poteva pesare, invece ha ripreso in fretta a far andare le gambe e anticipare, anticipare, anticipare, fino a quando nell’ottavo game del terzo set ha trovato il break che l’ha mandato (stavolta definitivamente) a servire per il match. La semifinale, da giocare contro Alexander Zverev – che nel giorno del suo 21esimo compleanno ha sconfitto Gasquet al chiaro di luna, nel miglior match della settimana monegasca – gli garantirà il ritorno fra i primi 30 del mondo, ma soprattutto conferma che pian piano Kei sta tornando alle posizioni che gli competono. In un periodo in cui tanti big mancano o sono mancati, la situazione del tennis di vertice è cambiata ben poco, e – chi più chi meno – l’impressione è che tutti abbiano la possibilità di recuperare le posizioni (o la considerazione) lasciate vacanti mentre erano ai box. Nishikori compreso. Quando si è fatto male era fra i primi dieci da oltre tre anni, ed è li che merita di stare.

MASTERS 1000 MONTE CARLO – Quarti di finale
Rafael Nadal (ESP) b. Dominic Thiem (AUT) 6-0 6-2
Grigor Dimitrov (BUL) b. David Goffin (BEL) 6-4 7-6
Alexander Zverev (GER) b. Richard Gasquet (FRA) 4-6 6-2 7-5
Kei Nishikori (JNP) b. Marin Cilic (CRO) 6-4 6-7 6-3