La n.1 del mondo si trova a un passo dalla sconfitta contro Shuai Zhang, ma azzecca il colpo più bello proprio sul matchpoint a sfavore. Deve lottare anche nel terzo, ha qualche problema al braccio, ma alla fine se la cava. “La finale dell'anno scorso non mi sta aiutando, perché aumenta la pressione”. Negli ottavi troverà Jennifer Brady.

Una vittoria di volontà, non certo di gioco. Eppure, nonostante le tante difficoltà, Karolina Pliskova resta a galla e centra la seconda settimana allo Us Open. Se contro Nicole Gibbs aveva rimontato un set di svantaggio, è arrivata a pochi centimetri dalla sconfitta contro Shuai Zhang prima di imporsi 3-6 7-5 6-4, peraltro dopo aver annullato un matchpoint. Contro una giocatrice in palla, senza nulla da perdere, la ceca non ha trovato il suo miglior tennis per lunghi tratti, né con il servizio e nemmeno con il gioco da fondocampo. “Lei è stata molto brava sul piano tattico, usava con attenzione il dritto incrociato e io non ero competitiva con il dritto lungolinea. Ne avrò tirati giusto un paio, ma per fortuna uno è arrivato sul matchpoint per la mia avversaria”. Sotto 6-3 5-4, peraltro con un braccio in disordine, la ceca si è tolta dai guai con uno splendido dritto in corsa. Ma ha dovuto tribolare ancora, per venire a capo della cinese che qualche tempo fa era sul punto di smettere, poi ha salvato in extremis la sua carriera raggiungendo i quarti all'Australian Open 2016. Ha avuto tre palle break sul 5-5 (un paio cancellate da altrettanti ace della Pliskova), poi si è portata avanti 2-0 nel terzo. Rifiutando l'idea della sconfitta, la ceca ha recuperato il break di svantaggio nel quarto game. Dal 2-2, il match ha seguito i servizi fino a quando, nell'ultimo game, è arrivato l'allungo decisivo. C'è qualche preoccupazione per le condizioni atletiche di Karolina, che a fine secondo set si è fatta trattare il braccio destro: “Va già molto meglio, sarò pronta per il prossimo match, il problema ha riguardato unicamente questa partita”.

LA PRESSIONE DI UNA NUMERO 1
Non sappiamo se sia esattamente così, ma va apprezzata la grinta con cui sta gestendo la pressione di essere la numero 1, nonché una delle principali favorite del torneo. Tante giocatrici che sono state al comando, anche una leggenda come Serena Williams, hanno raccontato di un pressione decisamente maggiore quando sei davanti a tutte, la necessità – se non obbligo – di vincere ogni partita. "Giocare da numero 1 è difficile perché tutte le avversarie vogliono batterti". Per lei c'è anche da difendere la finale del 2016. “Non credo che il risultato dell'anno scorso mi abbia dato una mano, perché ho tanti punti da difendere – racconta la Pliskova – però ho anche la consapevolezza che in questo torneo posso giocare bene”. Per adesso sta onorando lo status, anche se l'abbiamo vista giocare decisamente meglio. Per ora va avanti: la prossima avversaria sarà una giocatrice di casa, quella Jennifer Brady che ha vinto un match molto impegnativo contro Monica Niculescu. L'ha domata soltanto al tie-break del terzo. “Sarà un onore affrontarla, io scenderò in campo soltanto per divertirmi” ha detto l'americana. Una delle qualità più importanti per una numero 1, tuttavia, è la capacità di vincere anche quando non gioca troppo bene. Saper gestire il momento, le difficoltà. Lottare al 100% anche quando non sei al 100%. Per adesso, Karolina lo sta facendo.