Sette anni in giro per il mondo sono parecchi. Per questo, David Kotyza aveva piani ben precisi dopo che con Caroline Wozniacki non aveva funzionato a dovere, un po' per le perplessità sue, un po' per l'infortunio della danese. Voleva restare in Repubblica Ceca e allenare alcune giovani giocatrici, magari seguirle in un paio di tornei….ma nulla di più. Ha un figlio di tre anni e uno in arrivo a giugno...”Poi però qualcuno mi ha cercato”. La chiamata, di quelle che non si possono rifiutare, è arrivata da Karolina Pliskova, numero 5 WTA, nome nuovo tra le big del tennis femminile. La finale allo Us Open ne ha completamente cambiato le prospettive, nonché l'immagine nello spogliatoio WTA. E lui, che conosce bene le dinamiche del circuito per aver lavorato a lungo con Petra Kvitova, ha sentito che non poteva dire di no a questa offerta, al ruolo lasciato libero da Jiri Vanek. “Non ho seguito solo i risultati di Karolina, ma anche il suo stile di gioco e la sua personalità. La conoscevo sin dai tempi della Fed Cup, è una persona interessante e può diventare una campionessa. Inoltre mi piace lavorare con chi ha una grande personalità. Abbiamo appena iniziato, proveremo a conoscerci meglio, ma avverto qualcosa di positivo”. Talmente positivo che Karolina ha letteralmente dominato il WTA Premier di Brisbane, settimo titolo in carriera. Con il suo tennis super-potente, unito a un atteggiamento algido, tranquillo, quasi freddo, la Pliskova è piombata tra le grandi favorite all'Australian Open. I bookmakers le mettono davanti Serena Williams e Angelique Kerber, ma è lei ad arrivare meglio di tutte. E la scelta di saltare il torneo di Sydney è certamente positiva, perché le consentirà di presentarsi fresca e riposata a Melbourne, laddove sette anni fa si è aggiudicata il torneo junior. “Karolina mi piace perché, come la Kvitova, ha la personalità di decidere la partita. E' lei a prendersi la responsabilità di un punto. All'inizio è un piccolo vantaggio – dice Kotyza – anche se il lavoro è diverso, perché ho preso Petra quando aveva 18 anni, mentre lei ne ha 24. Però possiamo parlare di tecnica, tattica, come migliorare il gioco…per me è una fonte di ispirazione perché devo imparare un nuovo stile di comunicazione”.
OCCHI PUNTATI ADDOSSOLa Pliskova lavora con due preparatori atletici slovacchi: Martin Nosko e Ivan Trebaticka. Kotyza non li conosceva, poteva esserci qualche malinteso, invece ha scoperto di avere la loro stessa visione. “Ho analizzato molte partite della Pliskova, affidandomi alle statistiche. Un conto sono le mie sensazioni, un conto sono i numeri che non sbagliano mai. Ho trovato un mix tra i numeri e le sensazioni e da lì è partito il nostro piano di lavoro”. Lei è soddisfatta, dice di essere diventata molto forte nella “terra di nessuno”, quella zona del campo dove i giocatori non mettono mai piede, subito dentro la linea di fondo. La sua artiglieria è talmente pesante che spesso si trova a giocare lì, magari lo schiaffo al volo o semplicemente un attacco verso la rete. “Non mi trovo così a mio agio con le volèe, ma sto migliorando. In questo senso aiuta il doppio con la Goerges, abbiamo intenzione di andare avanti anche nel 2017”. Ma davvero la Pliskova è pronta per vincere uno Slam? L'impressione è positiva. Lo Us Open ha cancellato i tanti dubbi degli anni passati, quando sembrava essere vittima di un blocco psicologico. La vittoria su Serena Williams l'ha spinta in una nuova dimensione, dove sembra proprio che “Karo” si trovi a suo agio. Inoltre, nonostante l'altezza e la struttura fisica penalizzante sullo scatto breve, è migliorata tantissimo in fase difensiva. Non sarà mai una Halep, ci mancherebbe, però si muove davvero bene. Per intenderci, una Lindsay Davenport non aveva neanche la metà della sua rapidità negli scatti. Però ha vinto tre Slam ed è stata numero 1 WTA. Quella posizione mai raggiunta dalla splendida Hana Mandlikova, che però resta l'ultima giocatrice ceca ad aver vinto l'Australian Open. Si impose nel 1987 battendo in finale Martina Navratilova, nell'ultima edizione giocata a Kooyong. Da allora sono passati 30 anni e, incredibile ma vero, dalle parti di Praga non hanno più potuto festeggiare, neanche con la Navratilova. Chissà se alla Pliskova queste cose interessano: quel che è certo è che i suoi connazionali avranno occhi solo per lei. E tanto basta.
L'ALBO D'ORO DELL'AUSTRALIAN OPEN
1987: IL SUCCESSO DI HANA MANDLIKOVA