Rinata dopo tanta sfortuna, Karin Knapp è in finale a Tashkent. Sarebbe il primo titolo in carriera, coronamento di una rinascita iniziata tanti anni fa. A Hong Kong bene anche la Schiavone.

Di Riccardo Bisti – 12 settembre 2014

 

Il lungo weekend di Coppa Davis, tra le semifinali mondiali e gli spareggi del World Group, ha fagocitato l'interesse e messo in secondo piano il tennis femminile. Eppure l'Italia festeggia un paio di ottimi risultati, sia pure in piccoli tornei. La notizia di giornata riguarda Karin Knapp, di nuovo in finale in un torneo WTA dopo 6 anni. E' passato molto tempo dal 2008, quando era una ventenne di belle speranze che centrava la finale al torneo indoor di Anversa, cedendo soltanto a Justine Henin. Era piombata tra le top-40 e il nome nuovo sembrava lei, ancor più che la coetanea Sara Errani. Ma poi la sfortuna si è abbattuta su Karin a quintali, se non tonnellate. Prima un problema cardiaco che l'ha obbligata a un paio di piccoli interventi, poi un infortunio al ginocchio che ne ha ulteriormente tardato il rientro. Alcune scelte di vita l'hanno condotta ad Anzio, dove si allena con i fratelli Alessandro e Francesco Piccari, e si è costruita una seconda carriera. Tanti ottimi risultati e belle vittorie l'hanno riportata più o meno dov'era, e a una certa età si apprezza di più ogni cosa. Ma le mancava un'altra finale nel circuito. Ce l'ha fatta a Tashkent (250.000$, cemento). Il tabellone non era esattamente proibitivo, ma le partite vanno vinte. E adesso si giocherà il titolo con Bojana Jovanovski, unica top-50 in gara. Per raggiungere la finale, Karin ha battuto Buyukakcay, Sasnovich, Govortsova e Lesia Tsurenko in semifinale. L'ucraina poteva essere insidiosa, ma Karin l'ha tenuta a distanza e si è imposta con un doppio 6-3.


FRANCESCA NON MOLLA MAI

Contro la Jovanovski non sarà facile, anche perchè la serba ha vinto l'unico precedente, qualche mese fa a Madrid. Fu un netto 6-1 6-1, ma va inserito in un contesto difficile per la Knapp, che in quel periodo faticava a vincere una partita. La classifica WTA è chiara: scesa al numero 89, ritroverà fiducia con questo risultato. Dovesse vincere il torneo, poi, chiuderebbe un cerchio aperto anni fa, con quella prestigiosa finale ad Anversa. Il senso di rivalsa può adattarsi anche a Francesca Schiavone, giunta in semifinale a Hong Kong (250.000$, terra). Il montepremi è uguale, ma il campo di partecipazione è decisamente più impegnativo. Per questo le vittorie contro McHale (n. 4 del draw), Date Krumm e Cepelova suonano dolci per la milanese, che ha ritrovato una certa incisività con il servizio. Contro la Cepelova, battuta 6-2 6-2 senza soffrire, ha tirato sette ace ed è stata molto efficace con la prima di servizio. A 34 anni, raccogliere qualche punto senza faticare può essere di grande aiuto. A proposito di grandi servizi, per arrivare in semifinale dovrà battere Sabine Lisicki, prima testa di serie e ammessa in tabellone con una wild card, accettata in extremis dopo che gli organizzatori di Hong Kong avevano patito il forfait in extremis di Eugenie Bouchard. La sorte li ha ripagati con una bella semifinale tra una ex vincitrice e una ex finalista Slam.