US OPEN – Per oltre quattro ore, Kei Nishikori e Stan Wawrinka esaltano New York. Nel tie-break del terzo set hanno raggiunto picchi elevatissimi. Giunto alla stretta finale, lo svizzero sbanda e spedisce un giapponese in semifinale dopo 96 anni.

Di Alessandro Mastroluca – 4 settembre 2014

 
Ha provato. Ha fallito. Ha provato ancora. Ha fallito meglio. Wawrinka ha giocato e perso la miglior partita del torneo. L'ha persa, 3-6 7-5 7-6 6-7 6-4, perché è mancato nei momenti chiave, nel tiebreak del terzo set e nell'ultimo game del match, un turno di battuta senza senso dopo che aveva perso 7 punti nei precedenti 10 game di battuta. Nishikori l'ha vinta da samurai, nonostante le vesciche e, secondo il tweet di Jeff Tarango, anche i punti per un'infezione al piede. L'ha vinta di difesa e contrattacco, nel pieno stile americano del Karate Kid cresciuto all'Accademia Bollettieri con Zach Gilbert, il figlio di Brad, come compagno di stanza.
 
L'ULTIMO SAMURAI
Ma lui, che ha stracciato l'ideale stesso del Project 45, un passo in più del best ranking di Shuzo Matsuoka (prima di lui il miglior giapponese nella storia), a vincere sporco non ci pensa nemmeno. Entrambi hanno cercato il vincente da ogni posizione, alla fine saranno 68 quelli dello svizzero contro 41, hanno esplorato ogni distretto del gioco e ogni settore del campo. Hanno rischiato tanto e sbagliato tanto: 78 i gratuiti dello svizzero a 51, ma pesano soprattutto i 37 errori di rovescio a fronte dei 20 di Nishikori che si è issato a suon di cinque set sulle spalle dei giganti (immagine che certo si presta più a Raonic, morfologicamente parlando). E' diventato così il primo giapponese in semifinale allo US Open (che allora Open non era) dal 1918, quando Ichiya Kumagae perse da Bill Tilden. Nella storia degli Slam, non si vedeva un nipponico in semifinale dal 1933, quando il correttissimo quanto mentalmente fragile Jiro Satoh le giocò al Roland Garros e Wimbledon; un anno dopo, si suicidò gettandosi dalla nave che trasportava la squadra di Coppa Davis impegnata in un match contro l'Australia. Eppure la partita non avrebbe potuto mettersi meglio per Wawrinka, che infila undici vincenti a uno nei primi sette game, allunga 5-2, manca un primo set point con il secondo doppio fallo, e non sarà l'ultimo, ma chiude alla terza occasione con l'ace centrale dopo 33 minuti. Il tre, però, non sarà il suo numero perfetto. E' ancora un doppio fallo a consegnare a Nishikori una palla break, nel terzo gioco del secondo set, ma stavolta lo svizzero rimedia con il quinto ace del match. Due turni di battuta più in là, Wawrinka si ritrova 0-40, ma stampa tre ace a 214, 218 e 222 km/h per tenersi su. Ma rovina tutto col doppio fallo sul set point.
 
STELLE, STRISCE… E SOL LEVANTE
Il break del 4-2 nel terzo sembra anticipare il possibile finale di partita. Ma il meglio deve ancora venire. Perché Wawrinka salva un set point sul 5-2, controbrekka e allunga al tiebreak. Ed è showtime. Il nipponico parte meglio, 3-0, ma Wawrinka infila un parziale di cinque punti di fila: illuminante il punto del 5-3, uno scambio da 25 colpi in cui Nishikori tenta sistematicamente il contropiede sull'angolo sinistro, ma senza successo. È Wawrinka, poi, che esagera col contropiede e consegna il primo set point (5-6), cancellato da un sensazionale passante di rovescio. Lo svizzero manca un set point sul 7-6, paga la tensione nel finale, e si ritrova sotto due set a uno. E contro Nishikori, che non ha mai perso un quinto set sul duro (8-0 con questo), che si è fatto rimontare solo una volta da un simile vantaggio, da Seppi a Wimbledon l'anno scorso, è uno svantaggio pesantissimo da ribaltare. Il quarto set è una dimostrazione di efficienza al servizio al limite della perfezione. In risposta, Nishikori vince appena 3 punti prima del tiebreak, Wawrinka 9: lo svizzero gioca anche uno strepitoso rovescio diagonale per procurarsi una palla break nel sesto gioco, allo scoccare delle tre ore di partita, cancellata però da un vincente identico di fattura ancora migliore. Nello scambio, però, Stan varia un po' meno, finisce per mettere in palla, per dare ritmo a un avversario che non chiede altro per mettere i piedi dentro il campo e che potrebbe anche chiudere la partita. Ma sbaglia un rovescio facile sul 5-5, Wawrinka ringrazia, stampa il 7-5 e porta il match al quinto. C'è spazio ancora per un gran tennis e per le proteste di Wawrinka su un challenge tardivo del giapponese, che ha sì ragione ma è stato fin troppo platealmente indotto a chiedere la verifica da coach Dante Bottini. È un punto decisivo, è la terza palla break che lo svizzero vanifica nel terzo gioco del quinto set. Nishikori sale 2-1 e continua a far corsa di testa fino al regalo che gli spalanca le porte della prima semifinale Slam.

US OPEN 2014 – UOMINI
Quarti di finale

Novak Djokovic (SRB) vs. Andy Murray (GBR)
Kei Nishikori (GIA) b. Stan Wawrinka (SUI) 3-6 7-5 7-6 6-7 6-4
Tomas Berdych (CZE) vs. Marin Cilic (CRO)
Roger Federer (SUI) vs. Gael Monfils (FRA)