di Francesco Camanzi – foto Getty Images
La Gran Bretagna si aggiudica la Junior Davis Cup sconfiggendo l’Italia sul cemento di San Luis Potosì, Messico. Nel torneo riservato agli under 16, i britannici rispettano il pronostico del seeding e conquistano per la prima volta nella loro storia l’insalatiera.
Hoyt ed Edmund si impongono rispettivamente sui nostri Napolitano e Quinzi, chiudendo la finale con un perentorio 2-0 e rendendo superfluo ai fini del risultato il match di doppio.
La prima partita ha visto impegnati il gallese Evan Hoyt (nella foto) e il nostro Stefano Napolitano. Dopo un break iniziale dell’italiano che aveva fatto ben sperare, il sedicenne di Llanelli è rientrato in carreggiata, ha recuperato il servizio e ha chiuso il primo set in 6-4. Nella seconda frazione, conclusasi 6-3, un Hoyt apparso più determinato ha sfruttato i passaggi a vuoto di Napolitano e ha regalato il primo punto ai suoi.
Forti della posizione di favore i nostri avversari hanno calato l’asso Kyle Edmund che se l’è dovuta vedere con la promessa del tennis nostrano Gianluigi Quinzi.
La partita si è risolta in due set a favore del ragazzino dello Yorkshire che ha regolato la pratica col risultato di 6-3 6-4. Nulla da fare per il nostro Quinzi che ha comunque giocato una partita di carattere, con l’unico difetto di aver servito una percentuale di prime troppo bassa.
Tutta la soddisfazione dell’inglese nelle sue dichiarazioni dopo la vittoria: "Ho giocato molto bene, probabilmente la miglior partita da quando sono qui. Per questo motivo sono molto soddisfatto"
Gli fa eco Greg Rusedski, ex numero 4 del mondo e finalista a Flushing Meadows nel 1997 nonché attuale responsabile della selezione giovanile britannica: "Sono molto orgoglioso della nostra squadra. Essere i primi della nostra storia a vincere la coppa Davis è grandioso".
Si chiude così una cavalcata gloriosa, iniziata con le sfide senza appello contro Thailandia e Germania (doppio 3-0), proseguita con la vittoria sul Canada (2-1) e con il trionfo in semifinale con la Francia (3-0).
Solo l’Italia dei baby Quinzi e Napolitano ha saputo giocarsela, in una finale che ci vede uscire sconfitti ma non ridimensionati. La spedizione messicana, nonostante tutto, ci restituisce un gruppo di ragazzi capaci di imporsi contro Messico, Honk Kong, Cile e Sud Africa e non può che essere letta come sprone per il futuro della nostra nazionale che tutti ci auguriamo roseo.
La Gran Bretagna dei giovani, da par suo, ha confermato quanto di buono aveva già mostrato al recente US Open.
Nella rassegna statunitense, infatti, tre dei quattro semifinalisti erano di origine britannica (Edmund, Golding e Morgan) e ad alzare la coppa è stato proprio uno di loro, Oliver Golding, 18 anni e qualche apparizione nel circuito ATP. A ulteriore testimonianza di un movimento ambizioso e in rapida crescita che ha in Rusedski il suo uomo di riferimento.
La vittoria della Junior Davis Cup è il punto di partenza. Il proposito, tutt’altro che utopistico, è quello di costruire una squadra competitiva e dar seguito a storie felici come quella del già affermato Andy Murray.
Rusedski ne è fermamente convinto: "I giovani ragazzi della squadra sono sulla strada giusta. Abbiamo sempre avuto uno o due giocatori con potenziale ma adesso possiamo contare su sei o dieci giovani che stanno giocando bene e che potrebbero presto entrare in top 100".
Tutti i risultati: http://itfjuniors.tournamentsoftware.com/sport/draws.aspx?id=65502198-E426-417D-B685-906E3F4D4F29
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